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    Messaggio  Federico Mar Lug 27, 2010 5:27 pm

    Nel Quinto Vangelo Gesù ha detto (L. 19): «Felice colui che sa di essere esistito già prima di venire all'esistenza! Se voi divenite miei discepoli e capite queste parole, esse vi saranno di fondamento”. Queste frasi possono essere prese a conferma di una possibile esistenza precedente la nascita. Nello stesso vangelo Gesù più di una volta afferma: «L'uomo, così facendo, si libera dalle morti». È usata la parola morte al plurale. Nei vangeli sinottici Gesù, parlando di Giovanni Battista, afferma: « ... Questo è Giovanni, che fu già Elia. Chi ha orecchie per intendere intenda ». D'altra parte, nella Bibbia, parlando dei vari peccati si dice: «Se così farà, l'uomo sarà punito fino alla settima generazione». Non è forse più giusto tradurre questa frase usando la parola reincarnazione anziché generazione? La rinascita dell'uomo dopo la morte e il suo ritorno in carne ed ossa su questo pianeta, secondo la chiesa ufficiale avverrebbe una sola volta alla fine dei tempi. Se così fosse, cadrebbe la teoria della Scekinà, in quanto, per la maggioranza gli uomini, una sola vita non sarebbe sufficiente a raggiungere la perfezione. E allora la salvezza è solo per gli eletti? La vita sul pianeta è un banco di prova che ci permette di evolverci, dato che, nel mondo senza tempo (il cosiddetto Aldilà), non è possibile il cambiamento. Solo la possibilità .di continue prove successive ci fa comprendere l'Amore e la Giustizia di DIO, Il quale non punisce, ma lascia che l'uomo si punisca da solo, lungo una scala di molte esperienze. Come capire e accettare altrimenti la nascita di un .bambino cieco? Si sente esclamare a questo proposito, ~anche da persone pie e devote, la frase: «Signore, come hai potuto punire così questo innocente?». E come capire ed accettare la parabola dei vangeli sinottici: «Se l’occhio ti è di rovina spirituale, strappatelo via?». Il bambino che nasce cieco è destinato a un grave banco di prova. Forse sbagliano coloro che 'pensano, seguendo le parole di Gesù, che questo bambino si sia strappato l'occhio in senso metaforico perché gli era di rovina spirituale, ed abbia lui stesso deciso di autopunirsi decidendo di programmare a se stesso una esistenza da cieco? La dottrina dalla rincarnazione, per più di mezzo millennio, fece parte del credo dei cristiani. La frase: «Credo nella resurrezione dei morti e nel mondo che verrà» e la frase evangelica « ... resurrezione della carne» contengono un'eco della antica dottrina. Nell'anno 553, in occasione di un concilio tenutosi a Costantinopoli, per una maggioranza risicata questa dottrina fu cancellata. Se alcuni vescovi avessero deciso diversamente la morte millecinquecento anni fa, non sarebbe divenuta agli occhi dei cattolici cosi irreparabilmente 'mortale'. Una breve vita, una serie di sbagli e la irreparabile conseguente condanna all’inferno terrorizzano la gente. Scriveva il Petrarca: «Stamane ero fanciullo ed or son vecchio». Come potrebbe una vita così effimera condizionare una pena eterna? E l'uomo fu terrorizzato. Dio apparve sotto la falsa visuale di REX TREMENDAE MAIESTATIS e non fu più Padre e tantomeno Madre. Da allora nelle chiese echeggiò il grido "pietà, pietà!". Era lo stesso grido che nel Circo Massimo veniva rivolto all'Imperatore. Il Giove dei pagani era tornato sugli altari. Già chiamare Dio col nome di padre sarebbe stato un diminuirne l'assoluta pienezza. Si vide in Dio la proiezione dell'errore umano frazionante. Ma Dio è l'Alef cioè la armoniosa coincidenza degli opposti. E lui lo stampo di tutti gli esseri viventi. E perché temiamo di cadere in puerilità se lo consideriamo antropomorfo? In effetti lo è. La Bibbia, parlando del Creatore, usa soprattutto espressioni attinte al versante umano femminile. È il "misericordioso", il "paziente", il "trepidante", il "vigilante" che segue con spirito materno (Ruach) il cammino dei suoi figli. Vuole la Vita e non la morte, vuole aratri e non spade. Ma nelle chiese seguitano a risuonare i comandi perentori che l'uomo crede di poter dare al suo Creatore e nella preghiera di Gesù la frase «Tu non ci induci in tentazione» ha assunto il significato opposto perché il verbo, nella sua errata traduzione, dal modo indicativo originale è stato portato al modo imperativo, tarda invenzione dei Greci e dei Romani, che a tutti comandavano, anche alloro Zeus e alloro Giove. Così diciamo: "Non ci indurre in tentazione" ed è come se dicessimo: “Dio non fare il diavolo» perché è il diavolo il tentatore. E questa non è soltanto bestemmia, ma anche stupidità. Dopo queste considerazioni, la frase stereotipa che racchiude in sé tutto il peccato originale: «Il male è complementare del bene» oppure l'altra frase: «II contrario del bene è l'assenza di bene» incominciano a suonare in modo stonato ai nostri orecchi. La lingua sbagliata, gli errori di traduzione, i simboli falsi e vuoti hanno come tragica conseguenza l'inquinamento del pensiero. Rettifichiamo il peccato originale: il "non bene" non può essere complementare del bene, perché nella divina pienezza soltanto ciò che è bene ha completato il bene. Dice Enoch: «Bene e male non si mescolano mai insieme. Il Bene sta col Bene. Il male sta col male». Bene e male non sono nemmeno contrari, così come sarebbe ridicolo dire che un pesce sia il contrario di un albero oppure che l'albero sia "una assenza di pesce!".

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    Messaggio  Mirella Mar Lug 27, 2010 5:35 pm

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    Messaggio  Sphinx Mar Lug 27, 2010 6:20 pm

    Reincarnazione e Cristianesimo possono andare d'accordo?

    Il pensiero della reincarnazione - che viviamo non una sola ma molte vite sulla terra, interrotte da "soste" in un mondo ultraterreno - sta prendendo sempre più piede nel mondo occidentale. In Italia è ancora frainteso sotto molti aspetti, perché la forte tradizione cattolica afferma l'assoluta verità della dottrina cristiana cattolica, sconsigliando ai cristiani cattolici di affidarsi a ciò che viene considerata una dottrina lontana dalla nostra mentalità, adatta soltanto alle culture orientali.

    Ciò nonostante, anche in Italia molte persone, e non soltanto giovani, come spesso si dice, si sentono attratti dall'idea della reincarnazione. Per loro essa sembra il naturale sviluppo di un disegno divino, che non ammette ingiustizie e trattamenti di preferenza da parte della Divinità.

    Oggi il pensiero della reincarnazione non si limita a comprendere i fedeli del buddhismo o di altri credi orientali. Infatti, attraverso lo studio diretto del buddhismo, nonché di altre fonti, vediamo come in realtà è forte ed armoniosa la base di questa teoria affermativa del principio della vita e della giustizia, quando essa viene spogliata dalle ovvie interpolazioni umane che troviamo in ogni religione. Si scopre anche come la teoria della reincarnazione si possa allineare serenamente con l'insegnamento d'amore di Gesù Cristo, più di quanto sia il caso dei molti dogmi creati dagli uomini nel corso della storia bimilennaria del cristianesimo. Così vediamo che il pensiero della reincarnazione oggi sta portando una ventata di novità e di speranza sempre più forte nelle società occidentali.

    Molti non sanno che all'inizio anche il cristianesimo andava d'accordo con questo pensiero, e che comunque la reincarnazione è da sempre oggetto di innumerevoli infervorate discussioni tra i teologi. Origine (ca. 185-254), uno dei padri della Chiesa, dichiarava l'esistenza precedente delle anime. Gli sembrava la conseguenza logica della dottrina dell'immortalità. Ed Origine non riusciva a trattenere l'irritazione provocata in lui dalle idee dei suoi contemporanei riguardanti il giorno del giudizio e la resurrezione dei morti, concetti per lui inaccettabili. Nonostante circostanze poco corrette intorno al Concilio di Costantinopoli del 553, l'apparente condanna dell'insegnamento della reincarnazione ed altri insegnamenti di Origine è stata comunemente accettata dalla Chiesa. Ma in realtà la decisione del Quinto Concilio Ecumenico (Secondo Concilio di Costantinopoli) che doveva ratificare la condanna, è da ritenersi non valida - poiché non fu presente alcun rappresentante di Roma. Papa Vigilio era a Costantinopoli, ma si rifiutò di partecipare al Concilio. Infatti, dopo egli protestò veementemente contro le decisioni dello stesso. Chi in realtà decise che il Concilio dovesse ritenersi valido, fu l'imperatore Giustiniano, che aveva tenuto Papa Vigilio prigioniero per parecchi anni per fare i comodi propri. Quindi, tecnicamente, ancora oggi nulla impedisce alla Chiesa di rivalutare gli insegnamenti di Origine. (Fonte: Catholic Encyclopedia, edizione del 1913, IV, pagg. 308-9; XI, pag. 311.)

    In Europa del Nord il pensiero della reincarnazione è largamente accettata. Anche se i cittadini dei Paesi nordici sono cristiani di base (con una vasta maggioranza di protestanti), molti tra essi non vedono screzi tra la fede in Dio Padre/Madre e il concetto delle continue rinascite sulla terra per imparare, crescere spiritualmente e compensare torti dovuti e subiti. A molti, moltissimi, sembra più giusto un tale ordine universale, che non l'idea che l'uomo nasca una sola volta, ricco o povero come capiti, nell'estremo Oriente o in una capitale occidentale.

    Il libro "Verso la Luce" ci pone le seguenti considerazioni sulla giustizia di Dio:

    Quale Dio è il più giusto?

    Colui che giudica lo spirito umano dopo una sola breve vita sulla terra; che pretende cieca ubbidienza e fede senza comprensione; che attraverso i suoi inviati pretende che la vera fede debba essere diffusa con la spada; che rende la guerra sacra; che si pone come supremo signore della guerra dell'una, dell'altra o di tutte le parti, lottando quindi contro se stesso; che preferisce un popolo fra tutti, chamandolo il suo

    oppure:

    Colui che dà agli uomini il necessario numero di vite sulla terra per far maturare il loro spirito e vincere il potere delle tenebre; che non costringe nessuno alla cieca ubbidienza ed alla cieca fede in base a dogmi formulati dagli uomini; che, attraverso i suoi inviati, perpetuamente ammonisce gli uomini: non dovete uccidere, non dovete prendere con violenza, non rubare e non saccheggiare; che con dolore avverte lo sguardo dagli uomini, quando essi conducono guerre cruente; che non sceglie un popolo solo ma dice: tutti gli uomini sono uguali per me, tutti sono ugualmente vicini al mio cuore paterno?


    Sta a noi scegliere. Che pensare di tali affermazioni? Che credere? Come riuscire a trovare la verità?

    L'uomo ha ricevuto un dono da Dio: la vita spirituale. E' la vita spirituale che ci distingue dagli altri esseri viventi su questo pianeta. Ed è la vita spirituale che ci dà l'intelligenza per poter rispondere alle domande che ci poniamo, a tutti i nostri perché - la vita spirituale in collaborazione con un altro elemento vitale: la coscienza.

    Attraverso la coscienza possiamo raggiungere la verità, perché la coscienza è il parametro che ci permette di distinguere tra l'ordine e la confusione. Attenzione, però: spesso la coscienza ci dice cose che sono contrarie a ciò che credevamo essere la verità - fino al momento in cui ci mettiamo in testa di voler trovare la risposta una volta per sempre, seguendo l'iter dell'obiettività. Saper seguire la coscienza può essere arduo, comporta un lavoro di pensiero e di spietata onestà verso sé stessi, che non sempre l'essere umano è disposto ad intraprendere. A volte è più facile e comodo seguire i sentieri già battuti.

    Così finiamo per continuare per quei sentieri battuti. Finché non ci succede una cosa grave. Forse muore una persona amata, e non comprendiamo il senso di questa perdita. O ci ammaliamo gravemente, e ci capita perfino di arrabbiarci con Dio, perché pensiamo di non meritarci questa malattia... ignari che Dio non c'entra nulla con la malattia e con la morte - sono cose che non fanno parte della Sua natura.

    In tali momenti qualcuno perde la fede, e qualcuno vede rafforzarsi la fede. Ma tutti si sentono persi davanti a fatti incomprensibili, che il cristianesimo non sa spiegare. Non ci soddisfa la consolazione del Paradiso, e il Giorno del Giudizio ci lascia indifferenti. Ci soddisfa ancora meno l'affermazione che Dio è mistero, e che solo Lui sa, perché queste cose devono succedere. Che Dio è mai questo, che cela la Verità per gli uomini, le sue creature?

    Le domande si ripresentano, più incalzanti che mai: Perché la vita di questa persona doveva essere così breve? Andrà in Paradiso? O in Inferno... Potrebbe magari rinascere; Dio potrebbe fare in modo che rinasca tra noi... La resurrezione della carne è scartata in partenza dalla persona intelligente, come è giusto che sia: la materia terrena, il nostro corpo fisico incluso, obbedisce alle leggi naturali, che Dio non viola mai. Questo ci lascia con la possibilità della rinascita dello spirito - in un altro corpo, in un altro momento. Oppure con il Nulla, con il freddo credo (sì, anche questo è un credo!) degli agnostici, secondo cui Dio non esiste, la vita è soltanto quella che si svolge sulla Terra, e dopo la morte - nulla più. Bella soddisfazione, dopo tutta questa fatica...

    "Dio, perché mi hai fatto questo?" Questa domanda disperata si sente di frequente pronunciare da chi è in preda alla confusione determinata proprio dai dogmi cristiani.

    Non è Dio che compie le ingiustizie della vita terrena. Non è Dio che decide di "portarsi via" una persona amata da noi. Non è Dio che ci manda le malattie e le sofferenze. Se Dio è Amore, è facile arrivare a queste conclusioni.

    Soprattutto nel mondo cattolico il concetto di "offrire la propria sofferenza a Dio" è molto diffuso. Così pare avere più senso la sofferenza. Per alcuni. Altri si amareggiano e non comprendono. Perché mai dobbiamo soffrire - pare che Dio ne abbia piacere?

    Gesù soffrì sulla croce, d'accordo, ma io sono un semplice essere umano: perché devo soffrire io? Che posso mai offrire a Dio, io?

    Questo è la coscienza che si ribella, e giustamente. Non c'è nulla di logico nel concetto di offrire la sofferenza a Dio. Dio non è contento, quando noi soffriamo. Se vogliamo offrire a Dio qualcosa di veramente prezioso, ci sono delle validissime alternative: offriamogli la nostra sincerità, la nostra curiosità di voler sapere la verità, la nostra voglia di conoscerLo meglio. Non dobbiamo avere paura di domandargli aiuto per comprendere. E' importante cominciare questo lavoro di avvicinamento alla comprensione. E' un lavoro che ci porterà lontano, molto lontano, e che ci darà gioie impensate - perché non c'è nulla di più soddisfacente che raggiungere da soli la certezza della totale e pura Giustizia del nostro Dio e Padre.

    "Cercate e troverete". Queste parole della Bibbia sono vere - ma è anche vero che chi non cerca non potrà mai trovare. Chi pensa che tutto ciò che di vero si possa trovare sia già stato trovato nel ambito religioso, si sbaglia. Come lo studioso scienziato non smetterà mai di cercare e di sviluppare le sue scoperte, così neanche il credente si deve fermare davanti alla religione già confezionata. Fra un anno o due lo scienziato avrà fatto nuove scoperte, e così anche lo studioso dell'ambito spirituale. L'uomo è in continua crescita, cento anni fa non riusciva a comprendere cose che oggi sembrano logiche, e fra cento anni si guarderà indietro ed osserverà incredulo le tenebre che circondavano il pensiero umano nell'anno 2000.

    La reincarnazione è una delle possibilità da studiare con maggiore impegno. Non è soltanto un vago concetto di una lontana religione orientale. La reincarnazione potrebbe essere una delle Eterne Verità, tra le più fraintese e bistrattate.

    E' una reale offerta alternativa all'Inferno e il Paradiso delle nostre antiche tradizioni cristiane, e andrebbe studiata un po' più a fondo sia dai credenti, sia dai teologi.

    © U.S.Qvistgaard 2000, aggiornato 20 aprile 2006



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    Messaggio  Patrizia Mar Lug 27, 2010 6:58 pm

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