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    Wwf, nel 2030 necessarie le risorse di 2 'Terre'

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    Wwf, nel 2030 necessarie le risorse di 2 'Terre' Empty Wwf, nel 2030 necessarie le risorse di 2 'Terre'

    Messaggio  Alex Gio Ott 14, 2010 10:30 am

    Wwf, nel 2030 necessarie le risorse di 2 'Terre' 22_apr10

    ROMA - Il Pianeta è uno ma viviamo come se ne avessimo a disposizione uno e mezzo. Continuando a spremere le risorse a questo ritmo, entro il 2030 avremo bisogno di due Terre. E già ora, almeno su alcuni aspetti, siamo oltre i confini planetari. E' questo il giudizio sullo stato di salute della Terra elaborato dal Wwf nell'edizione 2010 del 'Living planet report', il rapporto biennale realizzato in collaborazione con la Zoological society di Londra e il Global footprint network, lanciato in contemporanea mondiale on-line. Quando manca ormai meno di una settimana dall'apertura della Conferenza di Nagoya, in Giappone (nell'anno internazionale che l'Onu dedica alla Biodiversità), i dati del report non sono incoraggianti: crollano le specie globali ed esplode l'impronta ecologica dell'uomo sul Pianeta. Le specie arretrano del 30% con picchi fino al 60% nei paesi tropicali e nelle nazioni più povere (anche al 70% per le specie d'acqua dolce), mentre la pressione antropica sulla natura è doppia rispetto agli anni '60, quella di carbonio è 11 volte superiore (pari alla metà dell'impronta ecologica globale), e la domanda di risorse richiede già oggi la capacità bioproduttiva di 1,5 pianeti. ''Siamo già oltre i confini planetari - afferma Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - almeno su tre aspetti: il flusso di azoto che è la nuova bomba che sta esplodendo, la biodiversità e i cambiamenti climatici''. Ci troviamo, prosegue, ''in un deficit ecologico in cui soltanto 1/4 delle terre emerse conserva la sua naturalità'' e in cui ''i 'sistemi naturali' non hanno più le proprie caratteristiche'', mentre la perdita di natura è legata alla minaccia di mancanza d'acqua. In questo frangente storico - secondo Bologna - la biocapacità della Terra, cioè la sua capacità di rigenerarsi, è ferma al 50%. L'Italia lascia un'impronta sul Pianeta grande ''ben 5 ettari globali'' e soltanto ''per soddisfare il suo stile di vita'': un valore che riparametrato a livello globale richiederebbe quasi tre pianeti (2,8 per la precisione se tutti vivessero come noi). In classifica mondiale si piazza al 29simo posto per la pesantezza della propria impronta ecologica pro-capite, mentre siamo secondi solo all'Olanda per scarsità di 'natura' disponibile a testa. E anche la nostra dieta, tanto celebrata in passato, oggi viene messa sotto accusa perché considerata poco sostenibile. Ma il paese che spreme più a fondo il Pianeta sono gli Emirati Arabi Uniti, il cui stile di vita richiederebbe risorse per '6' mondi (4,5 secondo stile Usa, 4 per Australia, quasi 3 per l'Ue). L'impatto dovuto alla perdita della natura, aggiunge il direttore scientifico del Wwf, viene pagato soprattutto dai paesi poveri o da quelli in Via di sviluppo con ''ricadute direttamente sulle popolazioni più vulnerabili'' mentre per non compromettere ''le generazioni future - si osserva nel report - basterebbe che ogni abitante si 'accontentasse' di 1,8 ettari globali''. Considerando che nel 2050 la popolazione globale dovrebbe arrivare a 9,2 miliardi è ''urgente'' rientrare nei limiti del Pianeta e ''investire nel capitale naturale''. L'auspicio del Wwf è che ci sia "quanto prima un affiancamento tra contabilità economica e contabilità ecologica", nel frattempo si possono seguire i suggerimenti contenuti in un decalogo - per ''il futuro sostenibile e la green-economy'' - pensato sia per i grandi accordi internazionali che per i piccoli gesti quotidiani.

    Fonte:ANSA del 13 ottobre 2010, ore 20:37

    Per approfondimenti e per scaricare il documento integrale del Living Planet Report 2010 consulta la pagina dedicata sul sito del WWF

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