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    Caterina
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    Messaggio  Caterina Lun Nov 08, 2010 8:46 am

    Portogallo - Tomar: monastero e mappe misteriose


    Fra i tanti veli che avvolgono la storia del monastero fortezza di Tomar, il mistero più inquietante sembra essere la sua esile notorietà.
    Adagiato sulle rive del Nabão , ( nome arabo: Tomar ), non troppo distante dal Tago, più vicino alla città universitaria di Cohimbra che a Lisbona, il convento fortezza fu fondato nel marzo del 1160 da Gualdim Pais Cavaliere di re Alfonso nel 1139 e Maestro dei Cavalieri del Tempio nel 1153, tre anni dopo il suo ritorno dalla Palestina.
    Si può ammirare ancora oggi la sua statua in tenuta da Cavaliere Templare nella principale Praça da República di Tomar proprio sotto la sua creazione.
    Va subito detto che i templari furono la chiave per la riconquista dei territori portoghesi in mano ai musulmani.
    Ma allora dove sta il mistero? Da alcuni anni la storia dei templari e delle vicende vere o immaginifiche, eroiche o vili che furono, al di là dei miti o dei riti esoterici o eretici che la storia in alcuni casi addebita loro, è risalita prepotentemente alla ribalta facendo la fortuna di tanti scrittori ed editori.
    Segno che fa presa sul pubblico.
    E con loro ne hanno beneficiato anche le storie e le memorie dei luoghi , delle città e degli edifici che li hanno visti assoluti protagonisti nel bene e nel male di due secoli.

    Da Chartres e la sua cattedrale, a Parigi con il nuovo Tempio oggi non più esistente ma dove si può ancora ammirare una chiesa sconsacrata ora Conservatoire des Arts et des metiers ( quello del Pendolo di foucault), alle fortezze della Palestina e del medio oriente , a Cipro fino ad Antalia in Turchia, Italia, Germania, Inghilterra, Linguadoca e infine Scozia, molte Commanderies, fortezze, chiese gotiche , castelli, cattedrali ancora oggi meta di folle di turisti talvolta inconsapevoli , sono muti testimoni della grandezza di quest'ordine e tutti culturalmente o turisticamente celebrati.
    Tutti tranne uno: il convento monastero di Tomar.

    Eppure così non dovrebbe essere perché Tomar vide il nascere della cavalleria templare portoghese che liberò le terre in mano ai Musulmani.
    Perchè fu stimolo, guida,spirito e supporto delle grandi imprese che portarono regnanti illuminati (come Enrico il Navigatore ) e coraggiosi navigatori alla scoperta e alla colonizzazione di nuove terre e nuove economie.
    Tra questi si suppone che anche Cristoforo Colombo abbia trovato negli archivi del monastero mappe nautiche e indicazioni utili a raggiungere le Americhe (già scoperte e visitate dal vichingo Erik il Rosso che segui una rotta artica lungo la Groenlandia).
    nel convento do Cristo di Tomar queste tracce sono leggibili ancora oggi e ricoprono quattro secoli di storia e di scoperte.
    E infine Tomar fu sede dei superstiti del Tempio che dopo i processi per eresia, il cui vero scopo fu quello reggere i favori di Filippo il Bello re di Francia bramoso dei tesori custoditi dal Tempio e assecondarne gli scopi di eliminazione di un ordine troppo potente e minaccioso per i due poteri costituiti, in Portogallo furono risparmiati e protetti , come in Scozia, dando loro una nuova verginità con il nome di "poveri cavalieri di Cristo".
    Questo fu anche il loro primo nome quando andarono, soggiornarono e tornarono dagli scavi del Tempio di Gerusalemme imprimendo al loro ordine e all'Europa dell'epoca una spinta economica e modernista che lascia traccia ancora oggi. Tra le altre cose inventarono la lettera di credito.
    E' quindi immaginabile che i fuoriusciti dalla vicina Francia abbiano recato con loro documenti e carteggi di grande rilevanza e provviste di oro e argento per la loro sopravvivenza.
    Ma c'é di più. Ancora oggi in Portogallo ( ma non solo )sopravvivono almeno tre ordini che si riconducono alla tradizione templare che ha così sfidato nei secoli le accuse di eresia e altro con il quale nel 1314 l'ordine fu ufficialmente soppresso.
    E non mancano le adesioni di nuovi adepti, uomini e donne, che vengono iniziati cavalieri dell'Ordo Supremus Miitaris Templi Hierosolomytani nella Cappella di Nossa Senhorada Conceiçao al di sotto del Convento fortezza.
    Non manca per finire poi la solita leggenda che accompagna i Templari più che la storia di altri ordini cavallereschi: un tesoro nascosto in una specie di labirinto di vani e scale che collegano i sette chiostri del Convento.
    Eppure con tutto questo di Tomar non si parla e quasi non si scrive mai. Come a volere che il velo su questo posto e la sua storia non venga alzato. Ma perchè? Chi preferisce l'oblio alla notorieta?

    Fonte: www.luoghimisteriosi.com




    Ultima modifica di Caterina il Lun Nov 08, 2010 9:21 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Caterina Lun Nov 08, 2010 9:09 am

    Santa Lucia di Piave (TV): la chiesa dei misteri


    Il "Titulus Christi", ovvero la targa che secondo la tradizione cristiana sarebbe stata posta a capo della croce su cui venne inchiodato Gesù, recava la sigla INRI, dal significato dileggiatorio "Gesù Nazareno Re dei Giudei".
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    Forse, però, quella scritta può essere stata assurta ad altro e più arcano simbolismo, una sorta di indizio per comunicare la conoscenza di segreti a dir poco sconvolgenti.
    Di simili indizi abbiamo due tracce di grande interesse che collegano un paese del nord-est italiano niente meno che a Rennes le Chateau che, come certamente saprete, è un po' il simbolo di tanti misteri o presunti segreti collegati a miti come il Graal, i Templari ed il Cristianesimo Esoterico.
    La prima traccia sta, appunto, nel suddetto paese italiano, Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso, nella cui stupenda chiesa neogotica si ritroverebbero inquietanti segnali di questo "sapere nascosto" che sta appassionando tanti ricercatori ormai da decenni.
    Uno di essi, Maurizio Isauro, nel periodico "Templari", anno II n. 3, sottolinea come uno studioso trevigiano abbia rilevato quanto costituisce l'oggetto di questo articolo.
    La chiesa di Santa Lucia di Piave è un'opera d'arte di grande pregio. Il suo architetto, Domenico Rupolo, non può essere esentato dal sospetto di aver voluto affidare alla pietra una serie di inquietanti messaggi o, se si preferisce, doppi sensi. Già l'ingresso, fiancheggiato da due imponenti colonne marmoree sorrette da altrettanti leoni che brandiscono l'uno un serpente in punto di morte e l'altro un libro chiuso, pare essere un chiaro richiamo a qualcosa di misterioso che l'edificio sacro custodirebbe o verso cui si è voluto richiamare l'attenzione di un determinato tipo di "fedele".
    Le due colonne, poi, richiameranno istintivamente alla considerazione di qualsiasi studioso di esoterismo e Cabbala le mitiche colonne dell'Iniziazione, Jachin e Boaz, reggenti il Tempio della conoscenza e, per estensione, quello massonico.
    Altri interessanti particolari possono essere colti all'interno della chiesa: la volta color blu, tempestata di stelle dorate, il pavimento a scacchi rosso bianchi, dove gli angoli dei vari quadrati che lo formano sono orientati verso i quattro punti cardinali, i battenti della porta, che raffigurano il caduceo ermetico con il serpente dell'Ouroborus che si morde la coda e, soprattutto, un'acquasantiera, opera del Beato Frà Claudio, al secolo Riccardo Granzotto, che rappresenta un diavolo accovacciato che sorregge una grande conchiglia marmorea sovrastata da una statua della Vergine Maria paludata come una vestale ed in atteggiamento vittorioso. Il diavolo ha un'espressione irata, sensibilmente sofferta, e sul suo corpo si avvinghia il serpente della Tentazione. Si tratta di una statua davvero ammirevole, che non ha nulla da invidiare ad altre opere forse più note di più noti maestri di scultura. Sotto la statua della Madonna, c'è scolpita la scritta "IPSA CAPUT TUUM CONTERET" (essa ti schiaccerà la testa).
    Come non trovare dei collegamenti evidenti con quanto si trova nella famosa chiesa di Rennes le Chateau se solo si è studiato il mistero dell'abate Saunière? Anche in quella chiesa si ritrova un diavolo, Asmodeo, che sorregge un'acquasantiera ma questo non è l'unico punto di affinità con l'edificio sacro di Santa Lucia di Piave. Gli elementi artistici ed iconografici che accomunano i due templi non sembrerebbero casuali: oltre alle acquesantiere, anche a Rennes troviamo il pavimento a scacchi contrapposto ad un soffitto blu stellato; il riferimento ad una loggia massonica, per entrambe le chiese, sembra chiaro. Inoltre, sia a Santa Lucia che a Rennes, si trovano i cosiddetti "gigli di Francia" , le croci celtiche, cristiane e dei Rosacroce; infine, ma non meno importante, il riferimento al culto del "Sacro Cuore" deve farci riflettere su coincidenze quanto meno interessanti.
    Viene da domandarsi se coloro che vollero disseminare qua e là questi richiami esoterici nella chiesa veneta non appartenessero ad una corrente di pensiero simile a quella in cui si trovò coinvolto, suo malgrado, l'abate Bèrenger Sauniere nella sua chiesetta, un tempo dimenticata dagli uomini se non da Dio.
    Il pensiero corre, ad esempio, al favoleggiato "Priorato di Sion", presunto gruppo di esoteristi di impronta massonica che risalirebbe ad una corrente segreta nata e sviluppatasi nel grembo stesso dell'Ordine Templare, allorquando questo venne a contatto con alcuni sconvolgenti segreti custoditi a Gerusalemme, forse proprio nel sacro Tempio.
    Per quanto tutto sia opinabile e si voglia considerare il Priorato di Sion solo fantasia di uno o più scrittori a caccia di fama, non sembra così facile cancellare sotto la spugna delle coincidenze i tanti segni sparsi un po' in tutta Europa (e non solo) di un sapere segreto che sembrerebbe proprio perpetrato da qualcuno che venne a contatto con le terre ed i documenti più arcani riguardanti la vita stessa di Cristo.
    Se Bèrenger Sauniere divenne all'improvviso pazzescamente ricco, se riempì la chiesa di Rennes le Chateau ed il paese stesso di simboli esoterico-massonici; se in una chiesa del nord Italia, (ma non si tratta dell'unica) ci sono gli stessi simbolismi, non trovo assurdo ipotizzare l'esistenza di conoscenze quanto meno sconvolgenti per un certo ordine costituito, per quel grande stato di potere e di fede che è il cattolicesimo.
    È ormai chiaro che intendo riferirmi alla presunta vita segreta di Gesù, alla sua discendenza derivante dall'unione con la sua donna, Maria Maddalena e, forse, alla sua stessa sopravvivenza, in Francia, dove si sarebbe rifugiato dopo essere scampato alla crocifissione (se mai c'è stata).
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    E, a questo punto, ci ricolleghiamo all'INRI di cui parlavo in apertura.
    Questa sigla, proprio nella chiesa di Santa Lucia di Piave, si trova ben visibile nella XII Stazione della Via Crucis là custodita. Solo che la "N" di "INRI" è scritta con il trattino trasversale al contrario e la ferita sul costato di Cristo, quella infertagli dalla lancia di Longino, non è raffigurata sulla parte destra, come di solito ci viene presentato da tutta l'iconografia tradizionale, bensì su quella di sinistra.
    Ebbene, entrambi questi particolari, la "N" rovescia di "INRI" e la ferita sulla sinistra del costato di Cristo, si riscontrano anche a Rennes le Chateau... Infatti, l'"INRI" con la "N" rovescia è scolpita niente meno che sulla croce della tomba dell'abate Saunière mentre la ferita a sinistra del costato di Cristo è riscontrabile in un'immagine contenuta in una sorta di breviario che fu di monsignor Billard, all'epoca vescovo di Carcassonne e superiore diretto dell'abate Saunière... Si ipotizza che questo vescovo fosse ben a conoscenza del "mistero" di Rennes, per cui gli indizi riguardanti conoscenze molto "scomode" o segrete sarebbero sempre più marcati.
    Ma cosa significherebbe la "N" rovescia? Qui siamo in pieno campo ipotetico.
    Per alcuni esoteristi, potrebbe trattarsi della comunicazione che si è a conoscenza del fatto che Gesù non morì, in realtà, sulla croce. Ma Isauro ci segnala anche che il ricercatore catalano Prudency Torres, collega la "N" rovesciata con l'intera parola che rappresenterebbe, sempre rovesciata: Nazareth. Se, pertanto, rovesciamo "Nazareth", otteniamo "HETERAZAN", che possiamo interpretare come "HA TE RATZ AN", ovvero "Dov'è la misteriosa camera?" Secondo questo autore, insomma, la "N" rovesciata, nel contesto della sigla "INRI", potrebbe voler dire qualcosa del tipo "IO SO DOV'È LA MISTERIOSA CAMERA DEL RE DEI GIUDEI".
    Teorie, dicevo, ipotesi. Certo. Ma non è facile smontare definitivamente un edificio fatto di tanti, suggestivi e, soprattutto, probanti mattoni solo con altrettante ipotesi pur appellantesi ad una presunta razionalità.
    Noi, nel rispetto delle scelte individuali dei nostri lettori, ci limitiamo a segnalare alcuni "fatti strani". Come quello accaduto il 23 settembre del 2000 proprio nella chiesa di Santa Lucia di Piave. Durante la messa, ci fu un'improvvisa moltiplicazione di ostie per poter soddisfare tutti i fedeli presenti che celebravano il ritorno in paese delle spoglie del Beato Fra' Claudio. La cosa più straordinaria, constatata da tutti quel giorno, fu che le ostie bastarono "esattamente" per tutti coloro che desideravano fare la comunione. Forse, il "vero Cristo" che qualcuno aveva voluto segretamente ricordare nelle pietre della chiesa di Santa Lucia di Piave, ha deciso, quel giorno, di dare un grande segnale d'amore a quei fedeli così spontanei?

    Fonte: edicolaweb.net

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