MELKIZEDEK
Melchisedec (Melkizedek) è ricordato nel canone della Messa durante l'Anamnesi come preghiera per accettare il sacrificio, come quelli di Abele e Abramo.
"Volgi sulla nostra offerta
il tuo sguardo sereno e benigno,
come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto,
il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede,
e l'oblazione pura e santa di Melchisedech,
tuo sommo sacerdote."
Nella lettera agli Ebrei si afferma che Gesù è un Sacerdote eterno alla maniera di Melchisedec, ma Gesù non coincide con l’antico sacerdote ritornato sulla terra.
Ebrei 7,1-4 – Questo Melchisedec infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè re di pace. Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno. Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino.
Ebrei 7,14-17 – È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchisedec, sorge un altro sacerdote, che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedec.
Ebrei 7,23-24– Per questo, Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo; egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta
Uno dei manoscritti non biblici di Qumran, in specifico il manoscritto 11Q13/11QMelch rinvenuto nella grotta 11 di Qumran presso il Mar Morto è stato datato paleograficamente tra la fine del II sec. a.C. e l’inizio del I secolo a.C. Esso è composto di tredici frammenti dai quali si sono ricavate due colonne. La colonna 2 è preservata molto bene, la colonna 3 è ricostruita solo con alcune parole. 11Q13 può essere riguardato come una sorta di targum, uno scritto che in ebraico significa letteralmente "interpretazione", una parafrasi dei passi biblici che serve a spiegare e a interpretare i brani delle sacre scritture. È stato tradotto in italiano da parte di Florentino Garcia Martinez e studiato di recente nella monografia di Franco Manzi, Melchisedek e l’angelologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumran (= Analecta Biblica 136), Roma, Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1997, 433 pp.
Il papiro è intitolato "Melchisedec e il giudizio finale". In tale testo si definisce Melchisedec come una Entità Celeste e come Messia.
Alice Bailey nelle sue opere esoteriche, da lei indicate come ispirate dal Maestro Djwal Khul detto "il Tibetano", asserisce che Melchisedec è uno dei nomi o appellativi con i quali ci si riferisce (soprattutto nell'Antico Testamento) a Sanat Kumara, colui che presiede la comunità di Shamballa, la quale sopraintende spiritualmente al percorso evolutivo dell'umanità terrestre.[1] Nello stesso scritto Melchisedec è anche detto il Signore del Mondo e l’Antico dei Giorni.
Non vi sono riferimenti diretti a Melchisedec nel nuovo testamento, ma esiste un riferimento indiretto: Gesù cita in Matteo 22,41-45 il Salmo 109, uno dei rarissimi passi dell’Antico Testamento in cui si parla di Melchisedec e fornisce la sua interpretazione delle qualità fondamentali che deve possedere il Messia (sottintendendo che queste qualità si applicano a sé stesso): Gesù nell'ultima Cena-Mc.I4,22, spezza il pane e mesce il vino alla maniera di Melchisedech, Genesi,IV,I8; seguendo il Salmo CIX,4: Il Signore ha giurato - e non si pentirà : Tu sei Sacerdote in eterno - secondo l'ordine di Melchisedec. manifestando interiormente, con l'Eucaristia, il sacrificio del sacerdote levitico. Subito dopo, Gesù si unisce agli Apostoli intonando la prima parte dell'Hallel della Pasqua ebraica,Salmi CXII - CXII, e in fine dell'agape con la seconda parte dei Salmi CXIV-CXVII.
Mi ha incuriosito come anche nella cattedrale di Chartres, molto nota per i vari simboli al suo interno, proprio all'ingresso centrale, sul portale Nord, tra gli undici personaggi raffigurati, la prima statua sia proprio quella di Melchisedec... Una coincidenza?
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