Amo molto i numeri ed ho sempre pensato che l'Universo stesso sia interpretabile anche attraverso i numeri, la matematica, la geometria... numeri-segni-simboli
Lo scrittore e studioso di Geometria Sacra, GAETANO BARBELLA, fa riferimento in un suo libro ai DUE LEONI CIBERNETICI. Ma cosa sono esattamente?
Sono il Leone Verde e il Leone Rosso che ogni studioso di alchimia conosce; il Leone Verde è il solvente universale, l’Alkaest, termine usato per la prima volta da Paracelso, probabilmente derivante dal tedesco All Geist (spirito universale), una sostanza che aiuta il processo di dissoluzione della materia, il passaggio tra solve e coagula per il compimento della Grande Opera.
Però il Leone Verde è verde non per il suo colore, ma per essere ancora un frutto “verde e acerbo, paragonato al frutto rosso e maturo. E’ la giovinezza metallica, sulla quale non ha ancora agito l’Evoluzione, ma che contiene in sé il germe latente di una energia reale, che più tardi sarà destinata a svilupparsi” e diventerà oro alchemico, il Leone Rosso.
Che cosa c’entrano queste fasi del processo alchemico con la matematica di cui il libro tratta? C’entrano, perché Gaetano Barbella, con un arditissimo collegamento, li accosta a due concetti matematici: il pi greco e la sezione aurea.
Il pi greco è un numero che tutti conosciamo dalle scuole medie: il 3,14 che ci permette di calcolare la superficie e la circonferenza di un cerchio. L’altra, la sezione aurea, è più complessa: indica il rapporto fra due diverse misura, in cui la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la loro somma. La sezione aurea è ben conosciuta nel campo delle arti, perché viene considerata la divina proporzione, una misura ideale di bellezza e armonia. Gli artisti si sono uniformati a questo canone in pittura, scultura, architettura e musica e questo permette il passaggio verso la geometria sacra.
E di geometria sacra, non di semplice matematica, ci parla l’autore che tenta di avvicinare il sapere esoterico antico alla scienza moderna. Ecco che compaiono i due leoni cibernetici, rivistati e corretti secondo canoni matematici.
Chi legge questo libro viene letteralmente travolto da una serie di operazioni matematiche (non temete, sono spiegate passo per passo in maniera tanto facile da essere comprensibili perfino a chi ben poco se ne intende), fino all’imprevedibile conclusione. Imprevedibile solo per chi fosse abbarbicato a vecchi concetti, ma perfettamente lineare per chi seguirà il ragionamento: dopotutto, la matematica non è un’opinione.
Ma non aspettatevi pagine e pagine di assurde speculazioni metafisiche: questo è un libro di matematica, tanto rigoroso da accontentare il più fanaticamente purista degli accademici.
Nonostante la sua ortodossia, però, per chi si interessa di esoterismo è troppo ghiotto il boccone dell’accostamento con le nozze alchemiche dei due Leoni e non ci vorrà molto a vedere nelle “sfere impacchettate” un campo di energie misteriose che, forse, sarà possibile studiare e controllare. E qualcuno potrebbe andare oltre e ricordare che Pitagora considerava la matematica una scienza universale, che si esprimeva nella geometria, nell'astronomia, nella musica e nella cosmologia, riportando tutto al numero, il numero all’armonia universale. Che Abellio dava valore esoterico alle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico ottenendolo dal numero di lati del poligono che a ciascuna corrispondeva. E che per Spinoza l’intuizione della proporzione geometrica era sub specie aeternitatis.
(liberamente tratto da una recensione al libro che è disponibile in e-book pdf)
Lo scrittore e studioso di Geometria Sacra, GAETANO BARBELLA, fa riferimento in un suo libro ai DUE LEONI CIBERNETICI. Ma cosa sono esattamente?
Sono il Leone Verde e il Leone Rosso che ogni studioso di alchimia conosce; il Leone Verde è il solvente universale, l’Alkaest, termine usato per la prima volta da Paracelso, probabilmente derivante dal tedesco All Geist (spirito universale), una sostanza che aiuta il processo di dissoluzione della materia, il passaggio tra solve e coagula per il compimento della Grande Opera.
Però il Leone Verde è verde non per il suo colore, ma per essere ancora un frutto “verde e acerbo, paragonato al frutto rosso e maturo. E’ la giovinezza metallica, sulla quale non ha ancora agito l’Evoluzione, ma che contiene in sé il germe latente di una energia reale, che più tardi sarà destinata a svilupparsi” e diventerà oro alchemico, il Leone Rosso.
Che cosa c’entrano queste fasi del processo alchemico con la matematica di cui il libro tratta? C’entrano, perché Gaetano Barbella, con un arditissimo collegamento, li accosta a due concetti matematici: il pi greco e la sezione aurea.
Il pi greco è un numero che tutti conosciamo dalle scuole medie: il 3,14 che ci permette di calcolare la superficie e la circonferenza di un cerchio. L’altra, la sezione aurea, è più complessa: indica il rapporto fra due diverse misura, in cui la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la loro somma. La sezione aurea è ben conosciuta nel campo delle arti, perché viene considerata la divina proporzione, una misura ideale di bellezza e armonia. Gli artisti si sono uniformati a questo canone in pittura, scultura, architettura e musica e questo permette il passaggio verso la geometria sacra.
E di geometria sacra, non di semplice matematica, ci parla l’autore che tenta di avvicinare il sapere esoterico antico alla scienza moderna. Ecco che compaiono i due leoni cibernetici, rivistati e corretti secondo canoni matematici.
Chi legge questo libro viene letteralmente travolto da una serie di operazioni matematiche (non temete, sono spiegate passo per passo in maniera tanto facile da essere comprensibili perfino a chi ben poco se ne intende), fino all’imprevedibile conclusione. Imprevedibile solo per chi fosse abbarbicato a vecchi concetti, ma perfettamente lineare per chi seguirà il ragionamento: dopotutto, la matematica non è un’opinione.
Ma non aspettatevi pagine e pagine di assurde speculazioni metafisiche: questo è un libro di matematica, tanto rigoroso da accontentare il più fanaticamente purista degli accademici.
Nonostante la sua ortodossia, però, per chi si interessa di esoterismo è troppo ghiotto il boccone dell’accostamento con le nozze alchemiche dei due Leoni e non ci vorrà molto a vedere nelle “sfere impacchettate” un campo di energie misteriose che, forse, sarà possibile studiare e controllare. E qualcuno potrebbe andare oltre e ricordare che Pitagora considerava la matematica una scienza universale, che si esprimeva nella geometria, nell'astronomia, nella musica e nella cosmologia, riportando tutto al numero, il numero all’armonia universale. Che Abellio dava valore esoterico alle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico ottenendolo dal numero di lati del poligono che a ciascuna corrispondeva. E che per Spinoza l’intuizione della proporzione geometrica era sub specie aeternitatis.
(liberamente tratto da una recensione al libro che è disponibile in e-book pdf)
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