NEWTON - WILLIAM BLAKE
La psicotematica è la tematica dell’Anima, di quell’Anima universale di cui quella individuale non è che il soffio che ci dà la vita. Sviluppando la mente e le culture, l’uomo ha perso il contatto con la fonte spirituale dell’anima, per riconoscere e vivere solo basandosi sulla tematica mentale. Tuttavia, a livello inconscio, ogni individuo e ogni popolo sono guidati dalla psicotematica e dall’intuizione.
Lo sviluppo del nuovo piano di coscienza porterà parte dell’umanità a vivere secondo la tematica spirituale, quella che ci condurrà non ad un maggior sviluppo della conoscenza, ma alla conquista della Saggezza.
Non dimentichiamo che sono stati gli uomini a dare un nome agli Dei e a tutte le cose: ma non è stata la mente ad inventare i nomi. La mente ha fatto soltanto da tramite fra l’Eterno e la nostra realtà tridimensionale e mentale.
I nomi degli Dei stanno agli Archetipi come le stelle stanno alla Terra.
Anche i nomi di ognuno di noi non sono stati dati dai genitori: i genitori credono di scegliere, ma è il Mondo Parallelo che ci dà un nome.
La psicotematica si serve dei nomi per giungere a quel punto di coscienza che fa di ogni uomo, di ogni cosa, un ambasciatore del proprio strato di coscienza.
"Il Tempo e lo Spazio non esistono, ma ciò che siamo è”.
la Psicotematica usa contemporaneamente diversi elementi: la parola, i concetti, le immagini e potremmo forse anche dire “il suono” che accompagna il tutto e pure “il silenzio” che ne deriva.
E’una sorta di complessa rappresentazione simbolica che porta ad una visione straordinariamente semplice e diretta, talora però difficile da descrivere.
C’è una peculiarità nella psicotematica così come ci viene proposta dal professor Bernardino del Boca, il quale seguendo l'esempio di William Blake, di Gurdjeff e del conte von Keyserling, scrive usando la psicotematica, una tecnica che impiega «il linguaggio dello spirito invece che quello della mente e si rivolge in modo diretto all'intuizione... I fatti e le persone sono visti e descritti non basandosi sulla realta' mentale/materiale, ma sulla realta' dello spirito, che e' causa della realta' materiale/mentale».
Questa peculiarità consiste nella capacità di rendere “positive” le emozioni ed è proprio attraverso questa positività, fortemente “caricata” sotto il profilo energetico, che l’emozione positiva può trasformarsi in “evocazione” del simbolo e dell’archetipo.
Gli elementi per così dire “costitutivi” della psicotematica sono l’intuizione e la possibilità di andare oltre la mente concreta, in quella eletta dimensione dell’Essere che del Boca stesso chiama la “Via del Cuore”.
C’è un concetto nella Teosofia che spiega compiutamente il significato di questo particolare aspetto della psicotematica che potremmo definire “processo”: è quello di Antahkarana, il “ponte” fra la dimensione concreta della vita a livello del corpo fisico, di quello astrale (cioè emozionale) e di quello mentale inferiore da una parte e la dimensione del mentale astratto (il mondo degli archetipi) e dell’intuizione dall’altro, “veicoli” questi ultimi due di quella realtà spirituale che non è esprimibile a parole.
La psicotematica dunque è ad un tempo l’apertura di questo “ponte” e la possibilità che la consapevolezza fluisca nella dimensione del vivere quotidiano attraverso una “superiore” visione delle cose che conduce alla dimensione del Servizio (l’aspetto bodhisattvico della
dimensione umana), la sola in grado di tenere aperta la “porta del Cuore". E' come se queste emozioni positive producessero una sorta di “svuotamento” della mente concreta, quasi ad essere “strumento” di una apertura del Ponte ed anche della sua “pulizia”, in un processo tendente a trasformare le emozioni in sentimenti ed i pensieri in simboli.
Troviamo forse qualcosa di simile negli scritti di Gurdjieff, nella parte in cui – improvvisamente - affiorano qua e là messaggi “forti” nel bel mezzo di pagine non sempre facili da comprendere.
Certo Bernardino del Boca è assai più comprensibile di Gurdjieff, ma il processo di affioramento di vere e proprie “isole” di comprensione è assai simile.
Un tratto essenziale dell’opera di Servizio che del Boca ha portato avanti nella sua vita è stato quella straordinaria capacità di “seminare”, senza alcuna forzatura, nelle persone che si relazionavano con lui, con cui quei concetti e quegli elementi universali atti a contribuire ad elevare la consapevolezza dei singoli nella possibile dimensione dell’Unità della Vita e del Servizio, dunque in quella della Fratellanza Universale senza distinzioni.
La Via del Cuore non è certo quella dell’occhio o della mente concreta; per questo, usando le parole di Carlos Castaneda possiamo affermare:
“Para mi solo recorrer los caminos que tienen corazón, cualquier camino que tenga corazón. Por ahí yo recorro, y la única prueba que vale es atraversar todo su largo. Y por ahí yo recorro mirando, mirando sin aliento”.
(Per me c’è solo il camminare lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino, guardando, guardando senza fiato).
(Liberamente tratto da Bernardino Del Boca e la Psicotematica di Antonio Girardi)
Lo sviluppo del nuovo piano di coscienza porterà parte dell’umanità a vivere secondo la tematica spirituale, quella che ci condurrà non ad un maggior sviluppo della conoscenza, ma alla conquista della Saggezza.
Non dimentichiamo che sono stati gli uomini a dare un nome agli Dei e a tutte le cose: ma non è stata la mente ad inventare i nomi. La mente ha fatto soltanto da tramite fra l’Eterno e la nostra realtà tridimensionale e mentale.
I nomi degli Dei stanno agli Archetipi come le stelle stanno alla Terra.
Anche i nomi di ognuno di noi non sono stati dati dai genitori: i genitori credono di scegliere, ma è il Mondo Parallelo che ci dà un nome.
La psicotematica si serve dei nomi per giungere a quel punto di coscienza che fa di ogni uomo, di ogni cosa, un ambasciatore del proprio strato di coscienza.
"Il Tempo e lo Spazio non esistono, ma ciò che siamo è”.
la Psicotematica usa contemporaneamente diversi elementi: la parola, i concetti, le immagini e potremmo forse anche dire “il suono” che accompagna il tutto e pure “il silenzio” che ne deriva.
E’una sorta di complessa rappresentazione simbolica che porta ad una visione straordinariamente semplice e diretta, talora però difficile da descrivere.
C’è una peculiarità nella psicotematica così come ci viene proposta dal professor Bernardino del Boca, il quale seguendo l'esempio di William Blake, di Gurdjeff e del conte von Keyserling, scrive usando la psicotematica, una tecnica che impiega «il linguaggio dello spirito invece che quello della mente e si rivolge in modo diretto all'intuizione... I fatti e le persone sono visti e descritti non basandosi sulla realta' mentale/materiale, ma sulla realta' dello spirito, che e' causa della realta' materiale/mentale».
Questa peculiarità consiste nella capacità di rendere “positive” le emozioni ed è proprio attraverso questa positività, fortemente “caricata” sotto il profilo energetico, che l’emozione positiva può trasformarsi in “evocazione” del simbolo e dell’archetipo.
Gli elementi per così dire “costitutivi” della psicotematica sono l’intuizione e la possibilità di andare oltre la mente concreta, in quella eletta dimensione dell’Essere che del Boca stesso chiama la “Via del Cuore”.
C’è un concetto nella Teosofia che spiega compiutamente il significato di questo particolare aspetto della psicotematica che potremmo definire “processo”: è quello di Antahkarana, il “ponte” fra la dimensione concreta della vita a livello del corpo fisico, di quello astrale (cioè emozionale) e di quello mentale inferiore da una parte e la dimensione del mentale astratto (il mondo degli archetipi) e dell’intuizione dall’altro, “veicoli” questi ultimi due di quella realtà spirituale che non è esprimibile a parole.
La psicotematica dunque è ad un tempo l’apertura di questo “ponte” e la possibilità che la consapevolezza fluisca nella dimensione del vivere quotidiano attraverso una “superiore” visione delle cose che conduce alla dimensione del Servizio (l’aspetto bodhisattvico della
dimensione umana), la sola in grado di tenere aperta la “porta del Cuore". E' come se queste emozioni positive producessero una sorta di “svuotamento” della mente concreta, quasi ad essere “strumento” di una apertura del Ponte ed anche della sua “pulizia”, in un processo tendente a trasformare le emozioni in sentimenti ed i pensieri in simboli.
Troviamo forse qualcosa di simile negli scritti di Gurdjieff, nella parte in cui – improvvisamente - affiorano qua e là messaggi “forti” nel bel mezzo di pagine non sempre facili da comprendere.
Certo Bernardino del Boca è assai più comprensibile di Gurdjieff, ma il processo di affioramento di vere e proprie “isole” di comprensione è assai simile.
Un tratto essenziale dell’opera di Servizio che del Boca ha portato avanti nella sua vita è stato quella straordinaria capacità di “seminare”, senza alcuna forzatura, nelle persone che si relazionavano con lui, con cui quei concetti e quegli elementi universali atti a contribuire ad elevare la consapevolezza dei singoli nella possibile dimensione dell’Unità della Vita e del Servizio, dunque in quella della Fratellanza Universale senza distinzioni.
La Via del Cuore non è certo quella dell’occhio o della mente concreta; per questo, usando le parole di Carlos Castaneda possiamo affermare:
“Para mi solo recorrer los caminos que tienen corazón, cualquier camino que tenga corazón. Por ahí yo recorro, y la única prueba que vale es atraversar todo su largo. Y por ahí yo recorro mirando, mirando sin aliento”.
(Per me c’è solo il camminare lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino, guardando, guardando senza fiato).
(Liberamente tratto da Bernardino Del Boca e la Psicotematica di Antonio Girardi)
MANDALA
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