LA QUARTA VEGGENTE
Un importante contributo allo studio degli aspetti ufologici degli eventi di Fatima è stato fornito da due studiosi portoghesi: il giornalista Joaquim Fernandes e la dottoressa in storia Fina D'Armada. In un libro pubblicato nel 1982 e intitolato «Intervento Extraterrestre a Fatima», essi hanno esposto i risultati di sei anni di meticolose ricerche sull'argomento. L'interesse maggiore dell'opera risiede nel fatto che i due autori, oltre ad aver raccolto un centinaio di testimonianze dirette, hanno potuto anche consultare i documenti originali sulle apparizioni, in particolare i verbali dei primissimi interrogatori fatti ai tre veggenti in sede parrocchiale, allorché la memoria delle visioni e l'impressione ricevutane erano ancora, in loro, vive ed immediate. Sono cosi emersi particolari inediti suscettibili non solo di colmare le lacune esistenti nella successione e nella descrizione degli eventi, ma anche di dare ulteriore e forse decisivo sostegno alla tesi che a Fatima si manifestarono fenomeni di apparenza ufologica. Purtroppo il libro non è stato tradotto in italiano (né, per quanto mi risulta, in nessun'altra lingua europea), e non è escluso che il motivo della riluttanza degli editori sia da individuare in quell'aggettivo «extraterrestre» che i due autori, poco felicemente a mio avviso, hanno utilizzato nel titolo. Una cosa, infatti, è far vedere che esistono analogie tra alcuni «prodigi» osservati a Fatima e certi fenomeni ufologici, e tutt'altra cosa è interpretare gli uni e gli altri come il manifestarsi di un'attività extraterrestre. Ciascuno, beninteso, è libero di avere e di esprimere le proprie opinioni personali, ma se si vuol fare un'opera di storia e di documentazione, come certamente hanno inteso fare Fernandes e D'Armada, è indispensabile limitarsi a riferire i dati per quelli che sono ed evitare di interpretarli alla luce di una determinata teoria, soprattutto quando tale teoria risulta indimostrabile. Non è possibile sintetizzare in un articolo un volume di oltre 450 pagine. Mi limiterò quindi, in questa sede, a riferire i risultati più interessanti (inediti) delle ricerche compiute dai due studiosi portoghesi.
La descrizione della «Madonna»
A pagina 33 del loro libro, Fcmandes e D'Armada riepilogano i dati descrittivi dell'entità di Fatima ricavati dai primi interrogatori fatti ai tre veggenti dal parroco del paese. Eccone la traduzione integrale: «Era una persona di apparenza femminile, molto bella, circonfusa di una luce abbagliante. Alta circa un metro e dieci, mostrava un'età compresa fra 12 e 15 anni. Indossava una gonna stretta, un corpetto e un manto o cappa. Le vesti erano bianche, ma la gonna ed il manto presentavano una variegatura di fili dorati che, intersecandosi, creavano una sorta di Reticolato'. Il corpetto aveva due o tre strisce ai polsi. Sul capo portava qualcosa che le nascondeva i capelli e gli orecchi. Gli occhi erano neri. Aveva dei cerchietti ai lati del collo e un globo luminoso nella mano sinistra tenuta all'altezza della vita. Arrivava dall'alto e scompariva poco a poco in senso inverso. Non mostrava alcuna motilità facciale. Parlava senza muovere le labbra e si spostava senza articolare le gambe. Muoveva soltanto, di quando in quando, le mani. Quando partiva, girava le spalle ai veggenti ». E interessante notare come certe caratteristiche descrittive della «signora» di Fatima si ritrovino nelle entità umanoidi associate agli ufo. Sulla rivista francese«Ouranos» n° 25 (primo trimestre 1979, pag. 35) figura per esempio il disegno di un tipo di entità osservato più volte, che presenta due di queste caratteristiche: la veste a «reticolato», e il «globo luminoso» nella mano.
Arrivo e partenza della «Madonna»
I documenti esaminati, scrive J. Fernandes in un suo articolo apparso sulla «Flying Saucer Review» (Voi. 28, n° 6, pag. 10), ci consentono di affermare che l'entità apparentemente femminile di Fatima veniva trasportata da un fascio di luce di forma tronco conica proiettato verso il basso e ritirato verso l'alto in modo graduale, e la cui fonte era probabilmente una «nube» dal comportamento anomalo (si spostava contro vento). L'esistenza di questo fascio di luce non è soltanto una illazione dei due studiosi portoghesi. Alle pagine 113 e 114 del loro libro, essi riportano al riguardo una testimonianza diretta: quella di certo Gilberto dos Santos che vide, in due distinte occasioni (13 settembre e 13 ottobre), «un fascio di luce che, dall'alto, arrivava fino al leccio delle apparizioni ». Egli lo definisce proprio con il termine «strada». «Mentre i tre pastorelli stavano inginocchiati con lo sguardo rivolto verso l'apparizione — racconta il testimone — mi accorsi che essi e il leccio si trovavano all'interno di un cerchio luminoso trasparente e iridato (i colori non erano però a bande come nell'arcobaleno, bensì mescolati in una sorta di amalgama) che costituiva il punto terminale di una strada di luce colorata proveniente dal cielo. Quando, alla fine dell'apparizione, i veggenti si alzavano, la strada di luce cominciava ad estinguersi poco a poco, dal basso verso l'alto, e scompariva completamente in pochi secondi». Nelle sue «Memorie», Lucia ha confermato questo fatto. Le caratteristiche del fascio di luce tronco conico, scrive Fernandes nell'articolo sopra citato, ricordano da vicino il fenomeno della «luce solida» più volte descritto nei rapporti-ufo. La casistica ufologica offre anche diversi esempi di «entità» che discendono dall'ufo e / o vi risalgono attraverso una «strada di luce ». Nel libro (pp. 115-116) viene citato, fra gli altri, il caso di lmjàrvi, villaggio finlandese nei pressi della città di Heinola, del 7 gennaio 1970. Descrizione del «Sole» Fernandes e D'Armada presentano nel loro libro (pp. 174-175) un campionario delle espressioni usate dai testimoni oculari per descrivere l'aspetto del «Sole» protagonista del «miracolo» del 13 ottobre 1917. In esse si parla proprio di un «disco argenteo» che si sovrappone all'astro e poi se ne distacca per abbassarsi sulla folla. Ecco il campionario: «Uno schermo argentato di forma rotonda»; «Il Sole pareva trasparente: dietro di esso si poteva infatti scorgere il cielo»; «Il Sole era come la Luna, ma molto più grande»; «Il Sole dava luce e calore e appariva nitido, a bordi netti»; «Vidi il Sole come un disco di argento opaco»; «Un disco molto luminoso, azzurro argenteo., che riprese il suo colore naturale quando cominciò a roteare»; «Il Sole argenteo si vide roteare e girare su se stesso»; «D'improvviso un disco luminoso che tutti potevano fissare...»; «Vidi il Sole come se fosse una palla di fuoco»; «Il globo solare sembrava un disco metallico, come d'argento».
Un'ipotesi esplicativa del «miracolo del Sole»
Dopo aver descritto in dettaglio le varie fasi del «miracolo solare» sulla base delle testimonianze raccolte e dei documenti consultati, Fernandes e D'Armada suggeriscono una loro ipotesi esplicativa del fenomeno. Si tratta di un'ipotesi ufologica. In quanto tale, essa appare giustificata, viste le analogie tra i fenomeni osservati a Fatima ei fenomeni ufo. Molto meno giustificata appare invece, a mio parere, la connotazione extraterrestre che i due autori hanno esplicitamente dato al concetto di ufo. Essi avrebbero infatti dovuto tener presente che se l'esistenza del fenomeno ufo è un fatto documentabile, la sua origine extraterrestre è invece proponibile in linea esclusivamente ipotetica, e quindi sostenibile solo a titolo di convinzione personale. Ecco, comunque, la «spiegazione» proposta dai due studiosi portoghesi (pp. 278-279 del libro): Prima fase. Una «nuvola» peculiare appare nel cielo, proveniente da est. Da essa, che nasconde un'astronave-madre, viene liberato a metà percorso fra est e sud (posizione in cui si trova il Sole) un globo argenteo dal quale scaturisce un fascio di luce tronco destinato a trasportare l'entità celeste fino al piccolo leccio. Seconda fase. Mentre si svolge il dialogo fra i veggenti e la «signora», la gente osserva a intervalli di 3 o 4 minuti il globo argenteo che appare e scompare nella «nube». Terza fase. Finito il dialogo, l'entità viene ritirata con lo stesso procedimento dell'invio, e rientra nel globo argenteo. Allora la «nube» si sposta nel cielo fino a posizionarsi davanti al Sole. Uno dei testimoni racconta di aver visto una «scala» in prossimità dell'astro: involontariamente, costui descrive quella che è in effetti l'astronave madre, cioè un ufo a forma di «sigaro» con oblò. Quarta fase. Provenendo dall'astronave, che controlla l'intero fenomeno, gli ufo cominciano a far dissipare le nubi che avvolgono il Sole, specialmente quelle a media e bassa quota. Piove. La massa di nubi, illuminata a tratti da rapidi bagliori solari, si fende lasciando apparire un disco luminoso, forse lo stesso osservato poco prima. Quinta fase. Questo disco o globo si distacca dallo sfondo del cielo lungo la verticale Sole-Cova da Iria, e comincia ad eseguire i diversi movimenti descritti dai testimoni. Sesta fase. Il disco si abbassa fino a una trentina di metri dal suolo, sempre mantenendosi su una traiettoria orientata sud-nord, e libera sulla folla l'onda di calore che asciuga i vestiti e il terreno e provoca la guarigione di alcuni malati. Settima fase. L'ufo risale in quota e riprende la sua luminosità; forse diventa anche trasparente, se dobbiamo accettare la testimonianza di alcune persone che credono di aver visto, nel suo interno, delle entità in atto di salutare la folla. Ottava fase. Lo pseudo-Sole rientra nell’astronave-madre, che si allontana dalla verticale del Sole.
Località dalle quali fu osservato il «miracolo del Sole»
Fernandes e D'Armada hanno potuto accertare che il «miracolo del Sole » fu osservato, oltre che dalla Cova da Iria, anche da diverse località più o meno distanti. I due autori ritengono che in cinque di queste località le osservazioni avvennero contemporaneamente a quella del luogo delle apparizioni, mentre in altre tre, più lontane, avvennero un poco prima o poco dopo. Le località di osservazione simultanea sarebbero state (pp. 240-244 del libro):
1) Alburitel, a circa 13 chilometri in linea d'aria ad est di Fatima. Fra le testimonianze figura quella del rev. Ignazio Pereira citata nel mio rapporto.
2) Minde, villaggio a circa 12 chilometri a sud ovest di Fatima. Un pastore riferì di aver visto «il Sole che cadeva dal cielo».
3) Aljustrel, il paese dove abitavano i tre veggenti. Un testimone vide il Sole multicolorato e tanto «basso» che «arrivò quasi a terra».
4) Leiria, cittadina a circa 20 chilometri a nord ovest di Fatima. Fu visto un «gran fuoco di luce vermiglia ».
5) Torres Novas, a circa 18 chilometri a sud est di Fatima. In una lettera ad un'amica, una testimone oculare riferì di aver visto «qualcosa», ma senza precisare che cosa.
Le località di osservazione «non simultanea » sarebbero state invece San Fedro de Muel, Granja e Paqo de Arcos (pp. 245-247). La prima, citata anche nel mio rapporto, si trova a circa 35 chilometri a nord ovest di Fatima, e riguarda la testimonianza del poeta Lopez Vieira; le altre due sono molto più lontane: Granja a circa 165 chilometri (!!) a nord, presso Oporto; e Paco de Arcos a circa 120 chilometri (!) a sud ovest, vicino a Cascais. Fernandes e D'Armada dubitano a ragione che da luoghi così distanti, soprattutto da Granja e Paco de Arcos, sia stato possibile vedere il prodigio del «Sole rotante» di Fatima. Si tenga presente, a titolo di confronto, che da Leiria, e cioè da soli 20 chilometri di distanza, tutto quello che si poté osservare fu un «fuoco di luce vermiglia ». Secondo i nostri autori, le testimonianze (tutte indirette) provenienti dalle tre località in parola potrebbero riferirsi a fenomeni precedenti o seguenti il «miracolo solare» vero e proprio. A sostegno di questa tesi, Fernandes e D'Armada ci informano che lo pseudo- Sole di Fatima, ovvero l'oggetto volante discoide, non solo fu osservato dalla Cova da Iria prima del «grande miracolo » (si veda, più sopra, la «seconda fase» della ricostruzione del fenomeno solare da loro proposta), ma anche «dopo » la conclusione del miracolo stesso. Viene riferita in proposito la testimonianza (diretta) di persone che videro lo pseudo-Sole nel cielo anche quando, di ritorno da Fatima, stavano rincasando; diversi minuti dopo, quindi, la fine del fenomeno principale. Personalmente ritengo che le testimonianze di Granja e Paco de Arcos abbiano poco o punto valore: per località cosi lontane, infatti, il problema non mi sembra tanto quello di stabilire la simultaneità o meno delle osservazioni, quanto quello di ammetterne addirittura la possibilità. Ad oltre 100 chilometri di distanza, né la «danza del Sole» né le evoluzioni del presunto «disco argenteo» che la precedettero e la seguirono, potevano essere percepibili ad occhio nudo.
L'area interessata dagli effetti secondari
Gli effetti secondari manifestatisi a Fatima il 13 ottobre 1917 durante il «prodigio solare» furono, com'è noto, una forte sensazione di calore e l'asciugamento istantaneo degli abiti e del terreno inzuppati di pioggia. Fernandes e D'Armada hanno messo in evidenza un terzo effetto: la guarigione improvvisa di alcuni malati cronici (pag. 226 del loro libro). Ma la loro scoperta più significativa fatta in proposito dai due autori è un'altra, e cioè che questi effetti secondari non interessarono l'intera Cova da Iria e tutte le 60.000 persone ivi presenti, bensì furono avvertiti e constatati soltanto da quella parte di folla che, al momento del «prodigio», si trovava entro una fascia di terreno ben delimitata. Tale fascia, larga una settantina di metri e includente il leccio delle apparizioni, attraversa la Cova da Iria da sud a nord, e corrisponde alla traiettoria percorsa dallo pseudo-Sole nella fase di massimo avvicinamento al suolo (pp. 290-291 del libro). Ciò dimostra che tra gli effetti avvertiti e lo pseudo-Sole ci fu una stretta correlazione, e dimostra anche, quindi, che il «grande miracolo» del 13 ottobre 1917 fu un fenomeno oggettivo.
La quarta veggente
Nel corso delle loro indagini, Fcrnandes e D'Armada hanno accertato che a Fatima, nel 1917, i veggenti furono quattro e non tre come si era sempre creduto (pp. 361-373 del libro). La quarta veggente si chiamava Carolina Carreira e aveva allora 12 anni. La sua esperienza fu però del tutto indipendente da quella degli altri pastorelli. 11 28 luglio 1917 Carolina si trovava nella Cova da Iria a badare le pecore, e con lei c'era una bimba di 7 anni di nome Concetta, originaria di Espite (cittadina a circa 17 chilometri a nord di Fatima). All'improvviso entrambe scorsero, vicino al leccio delle apparizioni, un «piccolo essere» dell'apparente età di 10-11 anni, dai capelli biondi fluenti sulle spalle, vestito di un abito bianco lungo fino ai piedi. Nel contempo Caterina (ma non Concetta) percepì dentro di sé, forse per telepatia, una voce che le diceva ripetutamente: «Vieni qui a dire tre Ave Maria... vieni qui a dire tre Ave Maria...». In seguito la madre di Carolina pregò Lucia, la veggente che parlava con la «Madonna», di chiedere a quest'ultima chi fosse la «entità» vista dalla figlia. La «Madonna» rispose che si trattava di un «angelo». Fernandes e D'Armada considerano questo episodio una delle loro scoperte più importanti, e forse lo è ai fini di una migliore comprensione dell'atmosfera sacrale diffusasi all'epoca nella zona di Fatima. Meno importante, a mio parere, è invece l'episodio dal punto di vista che più ci interessa in questa sede, vale a dire quello ufologico. Sarebbe infatti difficile individuare, nella testimonianza di Carolina Carreira, un qualsiasi elemento sicuramente riferibile alla fenomenologia ufo; tutto invece induce a pensare che si sia trattato di un'esperienza paranormale innescata dall'entusiasmo mistico di quel particolare periodo.
Per concludere
I dati forniti da J. Fernandes e F. D'Armada con la loro inchiesta su Fatima sono certamente preziosi. Alcuni, come ho già detto all'inizio, sono probabilmente decisivi per dimostrare che le apparizioni avvennero in uno scenario di aspetto tipicamente ufologico. Ciò, tuttavia, non serve a modificare di una virgola quanto detto in precedenza : che cioè gli eventi accaduti a Fatima nel 1917 rimangono per noi incomprensibili anche dopo averne constatato l'apparente nesso ufologico. Suggerire, come hanno fatto i due studiosi portoghesi, che tutto diventi spiegabile ammettendo un «intervento extraterrestre » mi sembra illusorio. A parte, infatti, l'arbitrarietà di un'ipotesi (la extraterrestre) che richiede a sua volta di essere dimostrata, quale significato avrebbe l'operato dei presunti agenti alieni? Operato, si badi bene, che non è limitato a Fatima: ne esistono, notoriamente, molti esempi precedenti e seguenti; sembra anzi che sia in atto un vero e proprio programma di «catechizzazione » destinato ad intensificarsi con il tempo. Le apparizioni «mariane», negli ultimi anni, stanno diventando «epidemiche »: Medjugorje, Kibeho, Schio, Carpi, Cittadella di Padova, Oliveto Citra, Flaminiano, Belpasso, Crosia, sono soltanto alcuni dei moltissimi eventi «mariani» verificatisi negli ultimi anni . In tutti questi casi la manifestazione religiosa è sempre risultata accompagnata, come a Fatima, da fenomeni di tipo ufologico (soli rotanti, luci nel cielo ecc..).
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