La maggioranza dei testimoni oculari della formazione notturna dei crop circles afferma che, a crearli, sono misteriose sfere di luce (Light Orbs, o Fire Orbs), le stesse viste in concomitanza di diversi fenomeni: dai rapimenti alieni alle visioni mariane, dai fantasmi ad antichi luoghi di culto. La casistica, numericamente impressionante, parla di sfere di circa 20-30 centimetri di diametro, apparentemente prive di peso, che fluttuano a pochi metri (o a pochi centimetri) dal suolo o dal pavimento, con movimenti ora fluidi e morbidi e lenti, ora velocissimi e rapidi. Sono di aspetto inquietante, fantasmico, caratterizzate da luce lieve, fioca, in genere arancione o rosso scura, tanto che nel passato venivano considerate segno della presenza di fate o di spiriti senza pace, i cosiddetti fuochi fatui. Nell'avvicinarsi alle persone, a volte paiono trasparenti. In un video girato di giorno, due sfere argentee fluttuano nel cielo e, all'arrivo di un elicottero, divengono trasparenti e invisibili, per riapparire non appena il velivolo si è allontanato. In alcuni casi, le sfere di luce cambiano forma e dimensione, sdoppiandosi, o allargandosi fino a poter inglobare una persona.
La Città di cristallo
Esiste un collegamento fra sfere di luce, antichi luoghi di culto e religioni? Molti dei siti nei quali sorgono i crop circles sono antichissimi luoghi di culto celtici - come Stonehenge, o i maestosi resti della Cattedrale di Glastonbury, nelle cui fondamenta nel 1191 vennero ritrovati a cinque metri di profondità, i corpi di un uomo e una donna di altissima statura, riccamente vestiti. Su di una croce celtica posta sopra la bara (composta da un enorme tronco cavo), c'era la scritta: «Hic jacet sepultns inclitus rex Arthums in insula Avalonia» («Qui giace sepolto il famoso Re Artù, nell'Isola di Avalon»). La dicitura riguardante l'Isola di Avalon non deve far pensare a un errore: Glastonbury vuol dire "Città di cristallo" (nel mito, ad Avalon esisteva una città di cristallo, forse un riferimento a reminiscenze di Atlantide), mentre il nome celtico del luogo, Ynys Witrin, significa "L'Isola di Vetro". E ancora oggi, nelle tradizioni locali, si parla di come nei pressi dell'antica fortezza di Tor, nelle notti buie si aggirino strane e inquietanti sfere di luce. Questo collegamento però non appartiene solo a un passato ormai remoto. Lo constateremo a proposito dei fatti di Crosia degli anni '80 (vedi articolo seguente, ndr). Il ricercatore Don Fabio, nella sua rubrica su X-Cosmos (www.xcosmos.it) ha descritto un insolito evento avvenuto in Italia e da lui investigato. Coinvolse dei ragazzi che si imbatterono in una sfera di luce. Uno di loro, trovandosi vicino alla sfera amezz'aria, avrebbe provato l'irresistibile impulso di allungare la mano per toccarla, non riuscendo però a sfiorarla, perché la luce si allontanò repentinamente. Dopo alcune ore, sull'avambraccio (lo stesso che aveva proteso verso la sfera) il ragazzo iniziò a sentire un forte prurito associato a bruciore e a un dolore pungente. Nelle ore seguenti e per diversi giorni, una porzione di pelle dell'avambraccio si sollevò lievemente, andando a formare un simbolo simile a una croce potenziata. Col tempo il dolore andò trasformandosi in un leggero fastidio che infine, quando svanì il rossore, si dissolse. Dopo un mese i simboli sparirono lasciando una cicatrice appena percettibile. «Ma ciò che desta maggior stupore», afferma Don Fabio, «è che spesso le persone venute quasi a contatto con le sfere di luce si rendono conto di aver acquisito un "sesto senso" particolare che prima non avevano: le zone del corpo interessate dai simboli, reagiscono e si surriscaldano lievemente in presenza di persone che hanno particolari problemi, come difficoltà emotive ed esaurimento». Possibile che il delicato equilibrio artistico evidenziato dai simboli dei cerchi nel grano, una volta impressi con la stessa tecnologia "ipertermica" sul corpo di un essere umano, donino capacità ESP o PSI?
"Globi Flammarum" a Gerusalemme
Durante il periodo dell'Imperatore romano Giuliano (361-363) si permise agli Ebrei di ricostruire il Tempio di Gerusalemme. Secondo diverse fonti, tra le quali lo storico romano Ammiano Marcellino, i lavori, iniziati più volte, furono impediti dall'arrivo di temibili sfere di fuoco. Ammiano Marcellino, nel capo 1 del libro 23 della sua cronaca, scrive: «Giuliano, impaziente di illustrare il suo regno con grandi imprese, aveva concepito l'idea di rialzare dalle sue mine il magnifico Tempio di Gerusalemme, assediato per lungo tempo dagli Imperatori Vespasiano e Tito, ed espugnato finalmente dopo un gran numero di combattimenti sanguinosi. Questo principe vi destinava delle somme prodigiose, ed aveva incaricato Alypio che era stato suo sottogovernatore in Brettagna, di accelerare l'opera con diligenza, aiutato dal governatore della provincia, allora che dei vortici di fuoco, sortendo con impetuosità dalle fondamenta, et a diverse riprese, bruciarono un gran numero di operai, e resero agli altri il luogo inaccessibile. Questo terribile elemento, ostinandosi a respingerli, fece sì chel'impresa venne abbandonata». Nel testo latino, si dice espressamente: «Metuendi globi flammarum prope fondamenta crebris assultibiis eriimpentes». Globi Flammarum, Globi di Fuoco che sorvegliano un luogo sacro e impediscono ai non ebrei (i Romani) di ricostruire il Tempio di Jahvé, emanando raggi di fuoco: una testimonianza così dettagliata lascia senza parole
Fonte; X T I M E S Magazine
La Città di cristallo
Esiste un collegamento fra sfere di luce, antichi luoghi di culto e religioni? Molti dei siti nei quali sorgono i crop circles sono antichissimi luoghi di culto celtici - come Stonehenge, o i maestosi resti della Cattedrale di Glastonbury, nelle cui fondamenta nel 1191 vennero ritrovati a cinque metri di profondità, i corpi di un uomo e una donna di altissima statura, riccamente vestiti. Su di una croce celtica posta sopra la bara (composta da un enorme tronco cavo), c'era la scritta: «Hic jacet sepultns inclitus rex Arthums in insula Avalonia» («Qui giace sepolto il famoso Re Artù, nell'Isola di Avalon»). La dicitura riguardante l'Isola di Avalon non deve far pensare a un errore: Glastonbury vuol dire "Città di cristallo" (nel mito, ad Avalon esisteva una città di cristallo, forse un riferimento a reminiscenze di Atlantide), mentre il nome celtico del luogo, Ynys Witrin, significa "L'Isola di Vetro". E ancora oggi, nelle tradizioni locali, si parla di come nei pressi dell'antica fortezza di Tor, nelle notti buie si aggirino strane e inquietanti sfere di luce. Questo collegamento però non appartiene solo a un passato ormai remoto. Lo constateremo a proposito dei fatti di Crosia degli anni '80 (vedi articolo seguente, ndr). Il ricercatore Don Fabio, nella sua rubrica su X-Cosmos (www.xcosmos.it) ha descritto un insolito evento avvenuto in Italia e da lui investigato. Coinvolse dei ragazzi che si imbatterono in una sfera di luce. Uno di loro, trovandosi vicino alla sfera amezz'aria, avrebbe provato l'irresistibile impulso di allungare la mano per toccarla, non riuscendo però a sfiorarla, perché la luce si allontanò repentinamente. Dopo alcune ore, sull'avambraccio (lo stesso che aveva proteso verso la sfera) il ragazzo iniziò a sentire un forte prurito associato a bruciore e a un dolore pungente. Nelle ore seguenti e per diversi giorni, una porzione di pelle dell'avambraccio si sollevò lievemente, andando a formare un simbolo simile a una croce potenziata. Col tempo il dolore andò trasformandosi in un leggero fastidio che infine, quando svanì il rossore, si dissolse. Dopo un mese i simboli sparirono lasciando una cicatrice appena percettibile. «Ma ciò che desta maggior stupore», afferma Don Fabio, «è che spesso le persone venute quasi a contatto con le sfere di luce si rendono conto di aver acquisito un "sesto senso" particolare che prima non avevano: le zone del corpo interessate dai simboli, reagiscono e si surriscaldano lievemente in presenza di persone che hanno particolari problemi, come difficoltà emotive ed esaurimento». Possibile che il delicato equilibrio artistico evidenziato dai simboli dei cerchi nel grano, una volta impressi con la stessa tecnologia "ipertermica" sul corpo di un essere umano, donino capacità ESP o PSI?
"Globi Flammarum" a Gerusalemme
Durante il periodo dell'Imperatore romano Giuliano (361-363) si permise agli Ebrei di ricostruire il Tempio di Gerusalemme. Secondo diverse fonti, tra le quali lo storico romano Ammiano Marcellino, i lavori, iniziati più volte, furono impediti dall'arrivo di temibili sfere di fuoco. Ammiano Marcellino, nel capo 1 del libro 23 della sua cronaca, scrive: «Giuliano, impaziente di illustrare il suo regno con grandi imprese, aveva concepito l'idea di rialzare dalle sue mine il magnifico Tempio di Gerusalemme, assediato per lungo tempo dagli Imperatori Vespasiano e Tito, ed espugnato finalmente dopo un gran numero di combattimenti sanguinosi. Questo principe vi destinava delle somme prodigiose, ed aveva incaricato Alypio che era stato suo sottogovernatore in Brettagna, di accelerare l'opera con diligenza, aiutato dal governatore della provincia, allora che dei vortici di fuoco, sortendo con impetuosità dalle fondamenta, et a diverse riprese, bruciarono un gran numero di operai, e resero agli altri il luogo inaccessibile. Questo terribile elemento, ostinandosi a respingerli, fece sì chel'impresa venne abbandonata». Nel testo latino, si dice espressamente: «Metuendi globi flammarum prope fondamenta crebris assultibiis eriimpentes». Globi Flammarum, Globi di Fuoco che sorvegliano un luogo sacro e impediscono ai non ebrei (i Romani) di ricostruire il Tempio di Jahvé, emanando raggi di fuoco: una testimonianza così dettagliata lascia senza parole
Fonte; X T I M E S Magazine
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