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    Déjà vu: un mistero psicologico

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    Messaggio  Mirella Mar Set 21, 2010 8:26 pm

    Déjà vu: un mistero psicologico Dejavecu
    Alla fine del diciannovesimo secolo gli psicologi produssero qualche spiegazione di questo strano e misterioso fenomeno…Mi è capitato di recente che mi chiedessero “che cos’è il déjà vu?” e lì, su due piedi, al tavolino di un bar, non è stato facile dare una risposta. Perchè il déjà vu ha questo di strano: è un’esperienza molto comune e allo stesso tempo non se ne sa quasi nulla. Per coloro che non l’hanno mai provato spieghiamo che per “déjà vu” si intende: la sensazione soggettiva che una situazione sia stata già percepita precedentemente, associata alla consapevolezza che non può essere accaduto. Alla fine del diciannovesimo secolo gli psicologi produssero qualche spiegazione di questo strano e misterioso fenomeno, ma poichè si presentava troppo raro e troppo effimero da catturare in laboratorio e siccome non produceva alcun comportamento esterno misurabile, la psicologia lo archiviò presto in un cassetto con su scritto “interessante, ma inspiegabile”. Nel corso degli ultimi venti anni, forte dei progressi nel campo delle neuroscienze, qualche ardito studioso ha riaperto il cassetto e ha cercato di tirar fuori una spiegazione convincente che si armonizzasse con le conoscenze acquisite sul funzionamento del cervello. Il prof. Alan S. Brown, psicologo alla Southern Methodist University ha scritto un libro nel 2003 dal titolo “The Déjà Vu Experience: Essays in Cognitive Psychology” (Psychology Press) in cui fa il punto sulla situazione della ricerca. In questa review Brown stima che il 60% della popolazione generale abbia avuto almeno una esperienza di déjà vu, in maggiore frequenza sotto stress (Neppe, 1983); la durata tipica di un episodio non supera una manciata di secondi. Secondo Brown le teorie attuali sul déjà vu possono essere classificate in quattro sottogruppi:

    1)Spiegazioni puramente neurologiche: il déjà vu sarebbe il risultato di una breve disfunzione/interruzione del sistema nervoso, simile a quelle causate dall’epilessia. Questa idea trova supporto nella constatazione che i soggetti epilettici riferiscono spesso episodi di déjà vu proprio prima di un attacco. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il déjà vu può essere attivamente indotto stimolando elettricamente certe regioni del cervello. Nel 2002 il medico austriaco Josef Spatt ha suggerito che il déjà vu possa esser causato da un breve e inappropriato attivarsi della corteccia paraippocampale che è notoriamente associata con la capacità di rilevare la familiarità. In altri termini mentre si sta osservando una scena nel presente si attiverebbe erroneamente questa porzione del cervello che le attribuirebbe “per sbaglio” le caratteristiche che normalmente accompagnano un ricordo consapevole.

    2)La teoria del processamento duale. Nel 1990 Pierre Gloor condusse alcuni esperimenti che suggerirono la possibilità che la memoria coinvolgesse due distinti sistemi neurali uno per il recupero del ricordo e un altro per la “sensazione di familiarità”. Secondo il neuroscienziato il déjà vu si verificherebbe nei rari momenti in cui il nostro sistema per la familiarità è attivato e quello del recupero mnestico no.

    3)La teoria attenzionale suggerisce che il déjà vu sia il frutto di una “doppia percezione”. L’informazione in entrata sarebbe processata pre-attentivamente cioè in maniera non cosciente, subliminale se preferite. A questo punto si verificherebbe una sorta di piccolo black out e immediatamente dopo l’informazione verrebbe riprocessata in maniera attenzionale cioè consapevole. La sensazione di familiarità sarebbe dovuta semplicemente al fatto che quella porzione di mondo, pur non accorgendomene minimamente, “l’ho già vista” un attimo prima.

    4)Le teorie mnestiche. Queste teorie ( che sono le più romantiche se vogliamo) propongono che il déjà vu sia scatenato da qualcosa che abbiamo davvero visto o immaginato prima, sia nella vita cosciente che nella letteratura, in un film o in un sogno. Sostengono che un singolo elemento familiare appartenente a un altro contesto sia sufficiente a scatenare una esperienza di déjà vu. Ad esempio se mi succede a casa del mio nuovo vicino è probabile che quel divano color ocra che ha in salotto sia identico nel colore e nell’aspetto a un divano della casa di campagna di mia nonna, ma io non posso riconoscerlo in questo nuovo contesto. Si tratterebbe insomma di un errore di memoria: il ripescaggio di un elemento senza che sia accessibile il contesto complessivo. E’ un po’ quello che capita quando siamo sicuri di riconoscere una persona e non riusciamo a ricordare assolutamente chi sia e dove l’abbiamo vista prima.

    Ma il bello (o il brutto a seconda dei punti di vista) deve ancora venire: esistono persone che soffrono di dejavecu cronico, lo sperimentano continuamente lungo il corso della giornata e sono continuamente persuasi di aver già vissuto mentre vivono! E’ apparso due giorni fa un articolo (scaricabile pdf) su questo incredibile disturbo mai studiato prima d’ora, pubblicato sulla rivista Neuropsychologia a firma di Chris Moulin e colleghi dell’Institute of Psychological Sciences dell’Università di Leeds. Il dott. Moulin ha raccontato le amare bizzarrie che sperimentano i suoi pazienti e la necessità di incentivare lo studio di questo fenomeno, vero e proprio rompicapo del cervello.

    Moulin CJA, Conway MA, Thompson RG et al. Disordered memory awareness: recollective confabulation in two cases of persistent d´ej`a vecu. Neuropsychologia 2006;

    Fonte: Ufficio Stampa Università di Leeds
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    Messaggio  donnacinzia Mer Set 22, 2010 12:46 pm

    Bene, dopo le varie teorie sopra lette, ora vi racconto la mia personale e molto
    analizzata esperienza.
    Chi di voi ha letto il mio precedente scritto può aver intuito che la mia non è una
    monotona vita.
    I miei ricordi del déjà vu partono sin da piccina e mi hanno accompagnato sino
    ad ora, ma vi posso dire che negli ultimi due anni ho dato una mia interpretazione
    a questi fatti, dopo che mi è accaduto quello vi scrivo ora.
    C'è stato più di una volta che ho avuto la stessa impressione di déjà vu, ma ce
    ne è una in particolare che mi è successa almeno 4 volte ed alla 5 volta sono
    riuscita a modificare quello che era già "scritto".
    Solite faccende di casa, pavimenti e pulizie varie e poi con il cesto della biancheria
    da lavare scendo le scale per andare dove ho la lavatrice, solo che nel preciso
    momento che prendo il cesto sò già che ad un certo momento il cesto si rovescia,
    la biancheria rotola per le scale, il gatto passa di corsa sopra a tutto spaventato
    e mi fà quasi cadere, fuori c'è il solito bel sole e dopo un attimo c'è il rumore di un
    aereo che passa.
    Voi direte e allora? Il fatto che faccio sempre così da anni, ma quando scatta
    il pensiero "adesso succede questo come le altre volte.." è proprio così, è un
    ripetersi dello stesso evento una fotocopia di fatti già avvenuti.
    L'ultima volta ho la percezione che stà x accadere lo stesso evento e con una
    grandissima forza di volontà non voglio lasciare spazio all'evento-fotocopia e mi
    impongo di variare i fatti; mi prende una nausea fortissima nel momento che
    decido di non lasciare accadere la stessa cosa, voglio portare i panni alla lavatrice,
    invece che dalla scala, passando dalla porta di casa, fare il giro della casa ed entrare
    da sotto, dove c'è il portico per accedere al locale della lavatrice.
    E' come se una forza mi impedisse di muovermi, io volevo andare alla porta x uscire,
    ma il corpo quasi non si muoveva, la nausea aumentava ed io ho dovuto mettere tutto
    il mio volere x contrastare il corpo che non si muoveva sino al momento in cui ho
    iniziato a muovermi piano, come un automa lentissimo sono arrivata alla porta e
    quando l'ho aperta ho iniziato ad avere più autonomia ed in un attimo sono ritornata
    a muovermi normalmente.
    Sono arrivata alla lavatrice e lì ho capito che avevo trionfato.
    Su chi o cosa non sò, ma di sicuro avevo rotto l'evento-fotocopia
    e questo mi ha fatto capire che noi possiamo tantissimo, basta
    credere di potere fare una cosa, ma non usare la parola "credere"
    e basta, bisogna avere il pensiero profondo, che nasce da dentro
    te stesso e che è l'artefice del nostro potere.

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    Messaggio  Alex Mer Set 22, 2010 1:04 pm

    donnacinzia ha scritto:questo mi ha fatto capire che noi possiamo tantissimo, basta
    credere di potere fare una cosa, ma non usare la parola "credere"
    e basta, bisogna avere il pensiero profondo, che nasce da dentro
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    Messaggio  Federico Mer Set 22, 2010 2:06 pm

    Stai imparando a spezzare le tue catene, opponendoti alle forze contrarie che ci tengono imprigionati utilizzando l'inganno.Considero il tuo racconto molto istruttivo...
    Antonio
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    Messaggio  Antonio Mer Set 22, 2010 6:57 pm

    Per si possa servire a qualcosa, voglio lasciare quello che ho letto, e sentito di Eugenio.

    La domanda che li hanno fato e:
    ¿Cosa significa quando avviamo questi momenti che ricordiamo di avergli vissuto già? Pur sapendo che non avviamo stato in quel posto mai, o avere fatto esso mai, o averlo detto?....

    Eugenio ha detto che questi momenti, questi "dejâ vu", questi momenti cosi brevi signifano che si riconosce il "programma" che si sta svilupando e che permanece oculto al conscio, e solo in momenti determinati si riconoscono, e se ricordano.

    E come si avvese tra il conscio e inconscio un "ponte aperto", che impide la conoscenza di ciò che dovrebbe essere eseguito inconsciamente, da una programmazione fatta prima della nascita, e che lo Spirito rende questa programmazione per imparare, alcuni valori in connessione con l'intelligenza suprema, sia questa Archetipica (solare), Universale, o Cosmica.

    Di fatto Lui ha afermato che: La nostra Vita è programmata minuto tra minuto, ma quello che non è programmato è, la METODOLOGÍA. Questa programazione succede nei sogni, che sono cosi importanti per tutti gli esseri viventi

    Quando questa "programazione" che avviamo già eletto noi stesi, e la METODOLOGIA scelta da noi è cosi vicina e adecuata a questa programazione, sorge queste "dejà vu", per una temporanea e breve ferma dil "ponte" che ho detto prima.

    Penso sia cosi, ma in riferimento a quelli studi psicologique, non mi piaccono tanto, perche in innumerevoli ocassioni invece di aiutare, fanno molto, ma molto male, perche "violano questo ponte psiquico" che dove restare cosi,(aperto, mi riferisco a elevato e per tanto toglie la conessione), per mantenere il equilibrio necessario in questa dimensione per gli esseri ancora in una stato evolutivo incoscio dalla sua vera e reale natura divina.

    Mi pare un tema molto, molto interesante in quanto riguarda direttamente a le evoluzione delle anime, e per conseguenza degli esseri viventi, incluso il essere umano.

    Solo aggiungere, che dovviamo anche ricordare che gli animali anche sognano cosi intensamente, (qui ha cani lo sa perfecttamente).

    Un abbraccio per tutti voi. cheers cheers cheers

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