I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.
Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.
Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.
I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.
Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.
Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.
Gli scettici rifiutano l’idea dei viaggi extra corporei e di tutto ciò che viene chiamato paranormale, ritenendoli sogni, allucinazioni e cose simili. Chi invece ne sostiene la veridicità, asserisce che, a causa del senso di realtà che si prova nel mentre, è impossibile scambiarle per qualcosa di diverso. Per tutte le persone che ne descrivono le caratteristiche si trovano grandi similitudini.
Uno studioso di questi fenomeni, Eugene E. Barnard, stimò che almeno una persona su cento durante la vita ha un’esperienza di questo tipo. Altri invece sostengono che la percentuale è di 15-20 persone su cento! Un altro ricercatore, Charles T. Tart sostenne che potenzialmente ogni persona potrebbe fare una simile esperienza per il solo fatto di essere vivo.
E le definì un archetipo, secondo ciò che diceva Carl Jung. Ma la storia dei viaggi extracorporei non ha vita tanto breve. Tornando indietro nel tempo scendiamo fino all’epoca della civiltà egizia. Gli egiziani ritenevano che ogni ”corpo” avesse un corpo astrale, o spirituale, chiamato “ba”, che alla morte del corpo di carne si staccava da questo senza però abbandonarlo completamente.
In Grecia c’era un mistico di nome Ermotino, che affidava il suo corpo fisico alla moglie mentre lui compiva i suoi viaggi astrali. Si narra che poi la donna, stanca delle sue assenze, una volta chiese a due uomini di nascondergli il corpo. I due, però, suoi nemici, lo bruciarono ed Ermotino fu costretto a vagare senza corpo per l’eternità.
Anche nel Vecchio Testamento si parla di poteri paranormali con il profeta Elia che lascia il suo corpo per andare ai piedi del letto del re siriano e scoprirne i piani militari, così da aiutare gli israeliti a contrastare l’attacco nemico. Lo stesso Cristo è stato citato come esempio e con lui molti santi.
Uno tra i tanti Sant’Antonio da Padova, durante la celebrazione di una messa in una chiesa di Limoges in Francia, si ricordò improvvisamente di dover essere da un’altra parte per leggere le Scritture Sacre. Fece inginocchiare il suo corpo, come se pregasse e in alcuni minuti in cui rimase in silenzio, si recò, all’altro monastero dove lesse le scritture, poi tornò nel suo corpo e finì di celebrare la messa.
Sant’Antonio da Padova non è l’unico santo ad aver fatto simili dichiarazioni. Anche San Severino di Ravenna, San Clemente di Roma e Sant’ Ambrogio a Milano, hanno avuto esperienze di viaggi dell’anima fuori dal corpo. Una piuttosto curiosa è quella raccontata da Sant’Alfonso Liguori che svenne dopo la celebrazione di una messa e rimase inconscio per ben ventiquattro ore.
Al suo risveglio raccontò d’aver assistito alla morte del papa, Clemente XIV a Roma. La notizia del decesso del papa e dell’ora in cui era avvenuto il decesso fu confermata tempo dopo da un messo pontificio e i presenti al capezzale del Papa dissero di averlo visto tra chi vagava nelle stanze del morente.
Com’era possibile? Nella chiesa, ma anche nelle comunità agricole europee era ben radicata la credenza che mentre il corpo dormiva beato in un letto l’anima vagasse liberamente. Questa diede vita all’idea del “doppio” persistette nelle tradizioni popolari fino al 1800 quando poi cominciò ad essere di interesse generalizzato e divenne base dello “spiritismo”.
Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.
Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.
I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.
Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.
Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.
Gli scettici rifiutano l’idea dei viaggi extra corporei e di tutto ciò che viene chiamato paranormale, ritenendoli sogni, allucinazioni e cose simili. Chi invece ne sostiene la veridicità, asserisce che, a causa del senso di realtà che si prova nel mentre, è impossibile scambiarle per qualcosa di diverso. Per tutte le persone che ne descrivono le caratteristiche si trovano grandi similitudini.
Uno studioso di questi fenomeni, Eugene E. Barnard, stimò che almeno una persona su cento durante la vita ha un’esperienza di questo tipo. Altri invece sostengono che la percentuale è di 15-20 persone su cento! Un altro ricercatore, Charles T. Tart sostenne che potenzialmente ogni persona potrebbe fare una simile esperienza per il solo fatto di essere vivo.
E le definì un archetipo, secondo ciò che diceva Carl Jung. Ma la storia dei viaggi extracorporei non ha vita tanto breve. Tornando indietro nel tempo scendiamo fino all’epoca della civiltà egizia. Gli egiziani ritenevano che ogni ”corpo” avesse un corpo astrale, o spirituale, chiamato “ba”, che alla morte del corpo di carne si staccava da questo senza però abbandonarlo completamente.
In Grecia c’era un mistico di nome Ermotino, che affidava il suo corpo fisico alla moglie mentre lui compiva i suoi viaggi astrali. Si narra che poi la donna, stanca delle sue assenze, una volta chiese a due uomini di nascondergli il corpo. I due, però, suoi nemici, lo bruciarono ed Ermotino fu costretto a vagare senza corpo per l’eternità.
Anche nel Vecchio Testamento si parla di poteri paranormali con il profeta Elia che lascia il suo corpo per andare ai piedi del letto del re siriano e scoprirne i piani militari, così da aiutare gli israeliti a contrastare l’attacco nemico. Lo stesso Cristo è stato citato come esempio e con lui molti santi.
Uno tra i tanti Sant’Antonio da Padova, durante la celebrazione di una messa in una chiesa di Limoges in Francia, si ricordò improvvisamente di dover essere da un’altra parte per leggere le Scritture Sacre. Fece inginocchiare il suo corpo, come se pregasse e in alcuni minuti in cui rimase in silenzio, si recò, all’altro monastero dove lesse le scritture, poi tornò nel suo corpo e finì di celebrare la messa.
Sant’Antonio da Padova non è l’unico santo ad aver fatto simili dichiarazioni. Anche San Severino di Ravenna, San Clemente di Roma e Sant’ Ambrogio a Milano, hanno avuto esperienze di viaggi dell’anima fuori dal corpo. Una piuttosto curiosa è quella raccontata da Sant’Alfonso Liguori che svenne dopo la celebrazione di una messa e rimase inconscio per ben ventiquattro ore.
Al suo risveglio raccontò d’aver assistito alla morte del papa, Clemente XIV a Roma. La notizia del decesso del papa e dell’ora in cui era avvenuto il decesso fu confermata tempo dopo da un messo pontificio e i presenti al capezzale del Papa dissero di averlo visto tra chi vagava nelle stanze del morente.
Com’era possibile? Nella chiesa, ma anche nelle comunità agricole europee era ben radicata la credenza che mentre il corpo dormiva beato in un letto l’anima vagasse liberamente. Questa diede vita all’idea del “doppio” persistette nelle tradizioni popolari fino al 1800 quando poi cominciò ad essere di interesse generalizzato e divenne base dello “spiritismo”.
Gio Mar 22, 2012 10:10 pm Da Filippo Bongiovanni
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