E’ in corso una rivoluzione nell’archeologia biblica. Essa sta esaminando criticamente le Scritture a confronto con le risultanze archeologiche, e sta rovesciando tutto quel che credevamo di sapere. Ciò può urtare molti che nutrono forti credenze politiche o religiose, siano cristiani, musulmani o ebrei che interpretano laBibbia alla lettera. Urterà anche molti sionisti secolarizzati che giustificano l’esistenza del moderno Israele e l’annessione della Giudea e Samaria (come chiamano i Territori Occupati) sulla base dei testi biblici. Si può decidere di non credere a questa ricerca. Ma essa ha profonde applicazioni per il conflitto israelo-palestinese. Questo articolo dà conto delle teorie del più importante fra questi archeologi rivoluzionari, Israel Finkelstein.
Il professor Finkelstein, capo del dipartimento di archeologia, Tel Aviv University, è israeliano e il suo lavoro è molto criticato in Israele da quanti capiscono ciò che vuol dire per la legittimazione biblica del sionismo. Per una più approfondita lettura sul tema, rimando agli scritti di Finkelstein. Il suo libro più accessibile, The Bible Unearthed: Archaeology’s New Vision of Ancient Israel and the Origin of iuts sacred text; l’ha scritto con Neil Asher Silberman ed è stato pubblicato dalla Free Press nel 2001. In Italia, l’ha pubblicato Carocci nel 2002 col titolo «Le tracce di Mosè - La Bibbia tra storia e mito».
Finkelstein è uno degli archeologi che stanno rivoluzionando il campo della ricerca biblica. Gli archeologi vivono in un mondo di mounds, strati, datazioni col Carbonio 14, Gerico IV, l’Età del Bronzo Medio, l’Età del Ferro I e II, e naturalmente di frammenti di vasellame e stili architettonici. Via via che scavano e datano i siti archeologici significativi situati nel moderno Israele e in parti della Palestina occupata, lentamente. ma sicuramente, la storia della regione com’è raccontata dalla Bibbia viene riscritta in senso sempre più distante rispetto a quel che la Bibbia ci dice. Qui sotto troverete un brevissimo sunto di questa ricerca e un’analisi delle sue implicazioni.
Non è il professor Finkelstein ad interpretare le sue ricerche nel contesto delle complessità politiche e diplomatiche del moderno Medio Oriente. Egli si limita a presentare i fatti rivelati dalle risultanze archeologiche. Benchè una minoranza di archeologi continui a dissentire da lui, egli non è un autore marginale con un disegno politico o cospirazionista; le sue vedute sono quelle della corrente scientifica principale, e sempre più numerosi sono gli scienziati di vaglia che si avvicinano alle sue vedute, anche se possono dissentire nei particolari.
Israele, Giuda e Samaria furono semplicemente Stati cananei, sorti dalla cultura cananita indigena e non da un’invasione di un popolo mitico chiamato gli ebrei.
Israele (il regno delle 10 tribù del Nord, ndr) era un piccolo Stato cananeo che per un breve periodo godè di un’età d’oro, raggiungendo il vertice del potere e della gloria durante il regno di re Achab e della regina Jezabel. La Casa di David non ha mai regnato se non sullo Stato cananeo di Giuda (nelle alture del Sud Palestina). David e suo figlio Salomone furono probabilmente capi tribali nel territorio montuoso che divenne il regno di Giuda; Gerusalemme fu la capitale di Giuda, ma non del ben più importante regno di Israele. Ai tempi di David e Salomone, Gerusalemme era una insignificante piccola città, priva di Tempio. I centri di culto maggiori erano molto più a nord, nelle città di Israele. Di fatto le grandi città di Canaan che prima erano state credute erette da Salomone (presentato nelle Scritture come un grandioso costruttore) sono state invece erette da re di Israele come Achab.
Solo ai tempi del re Giosia (che regnò sul solo regno di Giuda tra il 640 e il 609 avanti Cristo, salendo al trono all’età di 8 anni) si cominciò a mettere per iscritto la Bibbia (dunque non nel 1300 avanti Cristo in cui si datavano i libri attribuiti a Mosè) e prese forma qualcosa di somigliante all’attuale giudaismo, nel 7-8 secolo avanti Cristo. Quelle prime Scritture erano un documento politico inteso ad esaltare la gloria di Giosia (Yeoshua) e a collegarlo falsamente al breve momento d’oro in cui Israele (il regno del Nord) salì come un centro potente e civilizzato. La Bibbia è essenzialmente un’opera di propaganda, che tesse insieme frammenti storici e miti di vari popoli cananei a formare una suggestiva giustificazione del regno, e delle politiche espansioniste, di re Giosia (che sperava di occupare il territorio di Israeel, abbandonato dagli assiri che l’avevano occupato quasi un secolo prima).
Io traggo da questa ricerca una conclusione positiva. In quanto ebreo americano, ho sempre fatto fatica ad accettare le contraddizioni e i problemi del sionismo e le ingiustizie commesse dallo Stato d’Israele contro i palestinesi. Per chi avrà il coraggio di comprendere queste ricerche nel giusto spirito, esse offrono una soluzione per i problemi del Medio Oriente. A dirla in modo semplice, ebrei europei, ebrei orientali e palestinesi sono fratelli che condividono comuni antenati cananei.
Ci sono state voci di minoranza, fra i sionisti delle origini, che erano contrari alla creazione di uno Stato ebraico separato; hanno perso di fronte alla fazione maggioritaria, dominata da David Ben Gurion che soffriva della malattia politica europea dell’epoca, il colonialismo. Per Ben Gurion e quelli della sua parte, i nativi di quella terra erano degli ostacoli da eliminare. Io credo che gli ebrei del mondo dovrebbero trarre orgoglio non dal moderno Stato coloniale d’Israele, ma dall’intera Palestina in quanto patria originaria della cultura cananea ed israelita da cui tutti discendiamo. Gli ebrei europei sono cananiti europeizzati, i palestinesi - siano musulmani, cristiani o ebrei, - sono cananei arabizzati. Anche la genetica dimostra che veniamo da antenati comuni.
Pensiamo agli italo-americani o agli irlandesi-americani che tornano nelle terre dei loro antenati per fare esperienza della cultura e della gente del luogo. Non pensano di aver diritto a conquistare la terra, e a spogliarne quelli che sono rimasti. Invece, tornano per riprendere contatto con le loro radici culturali, imparando da coloro per cui questa cultura è viva. A causa del sionismo gli ebrei hanno perso l’occasione di tornare in Palestina e ricollegarsi con i palestinesi che sono quelli che continuano la cultura dell’antica Canaan. In questa luce, io vedo la lotta al sionismo come la mia lotta, non meno che come la lotta dei palestinesi. Sono i sionisti che hanno operato la frattura nella famiglia laddove avrebbe dovuto esserci amicizia e cooperazione. E’ il moderno sionismo che mi ha stroncato della mie radici, anzichè collegarmici.
E’ questo movimento che ha anche rubato la base spirituale del giudaismo e l’ha associata, per la prima volta in duemila anni, all’aggressione e all’oppressione di altri. Per quanti difetti avessero i miei antenati europei, non furono loro a scatenare guerre e costruire imperi coloniali. E’ il sionismo che con le operazioni di pulizia etnica e la continua violenza hanno reso nemica la gente che ha i miei stessi antenati. La malattia del colonialismo ha impedito loro di comprendere quanto i palestinesi potevano dare a noi, della comune eredità culturale. Quelli venuti dall’Europa hanno il vantaggio della tecnologia, ma i palestinesi avevano qualcosa di molto più di valore, che i sionisti hanno trattato con spregio e rifiutato.
Perciò la mia speranza è che questa nuova visione della comunanza ancestrale fra ebrei e palestinesi si diffonda, venga condivisa, e sia usata per sconfiggere lo screditato retaggio del sionismo. Gli antichi cananei avevano una grande cultura; dalla loro cultura ha origine il giudaismo, il cristianesimo e l’Islam. La loro cultura, quale si espresse nelle civiltà cananee che chiamiamo Giud e Israele, ha esercitato sul resto dell’umanità un influsso maggiore di quanto abbiano mai fatto gli imperi militari del mondo antico. I miti e le religioni delle altre grandi civiltà antiche del Medio Oriente non vengono più creduti o praticati, ma il lascito religioso di Giuda è tuttora vivente, nelle forme di cristianesimo, giudaismo e Islam, in due miliardi di cuori nel mondo. Quando riconosciamo e accettiamo il nostro retaggio comune profondo, forse cominceremo a superare le sofferenze e la guerra del ventesimo secolo, e a muovere verso una pace e giustizia durature in Medio Oriente.
Larry Saltzman, antropologo presso la UCLA (Los Angeles) che attualmente lavora come programmatore software. Si definisce un ebreo americano convinto che, per quanto riguarda l’olocausto, il detto mai più significa che nessun popolo sul pianeta debba essere perseguitato. Da tempo contrario all’occupazione isareliana, ha deciso di scendere attivamente in campo contro il sionismo quando ha visto - lui appassionato coltivatore - la distruzione degli orti e degli oliveti compiuta dalle truppe israeliane nei Territori Occupati.
Larry Saltzman 01 Ottobre 2010
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=27846%3Ala-bibbia-dissotterrata&catid=24&Itemid=143
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