Shambhala La valle degli Immortali
Leggende sul misterioso regno himalayano di Shambhala permeano il mondo da secoli e svariati straordinari episodi vanno ad aggiungersi al misticismo che circonda questo esotico regno.
La Torre dì Giada Nelle scritture tibetane e nella tradizione dell'Estremo Oriente è radicata l'antica e diffusa credenza in un Regno Segreto di Uomini Saggi, i quali vivono appartati in inaccessibili zone montuose dell'Asia. Gli orientalisti denominano tale luogo misterioso Chang Shambhala, o Shambhala settentrionale (talora Shamballa). I monaci tibetani sostengono con insistenza che esiste un'enigmatica valle di grande bellezza, attorniata da una corona di montagne innevate che si estende dal Tibet settentrionale sino alla Mongolia, inaccessibile ai viaggiatori senza una guida mistica o esperta. La tradizione narra che questa terra nascosta non è raggiungibile se non da iniziati o individui dediti alla resurrezione spirituale dell'umanità. Il suo centro è evidenziato dalla celebre Torre di Giada, sita in un'antica città che, a detta dei monaci, è riscaldata da acqua calda proveniente da torrenti sotterranei, laddove il vapore generato si propaga nell'atmosfera sino a formare una naturale inversione di temperatura.La valle non è visibile dall'alto in quanto suddetto fenomeno produce un'elevata coltre nebbiosa che occulta il territorio sottostante. Vari team di esploratori recatisi in Himalaya hanno affermato di aver allestito campi nei pressi di sorgenti calde che alimentavano una ricca vegetazione in aree all'esterno delle quali non vi era che desolazione, rocce e ghiaccio. Come Tibetani, Russi e Cinesi, anche le popolazioni dell'India credono all'esistenza di una dimora di uomini e donne perfetti, che denominano i Kalapa (a volteKatapa) di Shambhala, i quali vivono in costante presenza di energie di un altro mondo. Il Professor Nicholas K. Roerich (1874-1947), eminente scrittore,pittore ed esploratore russo, trascorse cinque anni, dal 1923 al 1928, a viaggiare in tutte le sette prefetture tibetane. Nel suo libro dal titolo Himalayas—Abode ofLight (N. K. Roerich, Nalanda Publications, Bombay, 1947), scrisse che questa valle nascosta si trova oltre grandi laghi e i picchi innevati delle più alte montagne del mondo. Sembra che il Professor Roerich abbia davvero raggiunto Shambhala e in virtù di tale motivo per il presente articolo si sono esaminati a fondo i suoi libri e i suoi dipinti, come peraltro si è fatto con le opere del figlio, il Dr. George Roerich (1902-1960), eminente orientalista,filologo, critico d'arte ed etnografo provvisto di titoli accademici conseguiti a Harvard e alla Sorbona. La famiglia Roerich viveva nella Kulu Valleydell'India settentrionale, assai vicino al confine con il Tibet occidentale, e da quel luogo organizzò numerose importanti spedizioni nelle aree inesplorate dell'Altopiano Tibetano,la regione più elevata al mondo. Tali spedizioni videro la partecipazione di dozzine di assistenti norvegesi, tibetani, mongoli, cinesi e sherpa, e in taluni casi le missioni si protrassero per svariati mesi. AndrewTomas, altro rinomato ricercatore nonché autore di Shambhala: Oasis of Light(Sphere Books, Londra, 1977), trascorse anch'egli numerosi anni in Tibet, dove apprese che il regno di Shambhala è situato in una valle protetta da ogni lato da possenti catene montuose innevate e che i suoi abitanti si ritirano in enormi catacombe sotterranee. Questi e altri esploratori dell'Asia hanno scritto di insospettate valli disperse fra colossali montagne innevate sull'Altopiano Tibetano, a quanto si dice nascoste da qualche parte nelle vaste distese dell'Himalaya. Il Bhagavata Purana e l'enciclopedia in sanscrito Vachaspattya collocano Shambhala sul lato settentrionale dell'Himalaya, ai piedi del Monte Meru, dove, secondo
Da millenni le popolazioni dell'Asia nutrono la convinzione che questo territorio proibito sia ben custodito, accessibile unicamente ai puri di cuore.
le convinzioni di molti,temporale ed eterno si incontrano. Una posizione più precisa è indicata in una mappa risalente al diciassettesimo secolo, pubblicata nel 1830 ad Antwerp da Csoma de Kòròs, filologo ungherese il quale aveva trascorso quattro anni in un monastero tibetano. Costui forni i rilevamenti geografici di 45-50 gradi latitudine nord oltre il lago Manus Hu, a circa un centinaio di chilometri a est del villaggio di Karamay. Aspetto interessante, un altro antico documento monastico, consultato dall'esploratore russo Nikolai M. Prjevalsky (1839-1888),definisce la longitudine di Shambhala a 88gradi (N. M. Prjevalsky, Mongolia,Londra, 1876, tradotto da Boris Fereng, p. 63). Queste due coordinate situano i l territorio di Shambhala leggermente a est dei Monti Aitai, importante sistema montuoso dell'Asia Centrale che raggiunge i 4.506 metri di altitudine,e precisamente dove le spedizioni di Roerich si avventurarono in numerose occasioni.
L'entrata segreta alla "Valle degli Immortali"
Da millenni le popolazioni dell'Asia nutrono la convinzione che questo territorio proibito sia ben custodito,accessibile unicamente ai puri di cuore. Nondimeno i quesiti cui dare una risposta sono: chi sono coloro che vivono in questa remota area...e qual è la loro natura? La tradizione tibetana afferma che questo luogo segreto è abitato da "Sentinelle Silenziose" - ex uomini e donne normali che hanno ricevuto un "passaporto" per Shambhala in virtù del loro avanzamento spirituale. Andrew Tomas presenta sorprendenti riscontri derivati da fonti tibetane reperite in antiche biblioteche monastiche cui ha avuto il privilegio di accedere, e le sue scoperte ci aiutano ad apprendere qualcosa in più su tale illuminata colonia: La Confraternita di Shambhala è diretta da una ristretta gerarchia di esseri superiori talora denominati Mahatma, che in sanscrito significa"coloro dalla grande anima". Si tratta di esseri sovrumani dotati di poteri preternaturali, i quali hanno completato la loro evoluzione su questo pianeta ma si trattengono con l'umanità allo scopo di agevolare l'avanzamento spirituale... l'arco di vita dei loro corpi è pressoché indefinito in quanto per loro la Ruota della Rinascita ha smesso di girare. (Andrew Tomas,Shambhala: Oasis of Light, op. cit., pp. 43-44, passim) In altri termini, sono Esseri Immortali - e da quel che si sa di questa galassia di popolazioni illuminate, il concetto di reincarnazione costituisce parte essenziale della loro filosofia. Manoscritti tibetani aggiungono che "da tempo immemore,una dinastia di saggi governanti di origine celeste dirige il Regno di Shambhala e preserva l'incommensurabile retaggio di Kalachakra, la scienza mistica del Buddismo esoterico" (Giuseppe Tucci, Tibetan Painted Scrolls,Roma, 1949, voi. 1). Dopo aver trascorso sette anni in Tibet e in Cina,l'autore tedesco Hartwig Hausdorf scrisse nel suo libro dal titolo Die WeissePyramide ("La Piramide Bianca") che gli Anziani di Shambhala"non appartengono interamente a questo mondo; hanno più il sentore di una Mente Aliena... una specie che la Mente Universale ha collocato sulla Terra" (Hartwig Hausdorf, Die Weisse Pyramide, ripubblicato in lingua inglese da New Paradigm Books, Florida, 1998, pp. 92, 102.passini). Da tempo immemore i Tibetani e altre razze asiatiche ritengono che fra loro vivano saggi che si sono liberati dalla morte e vagano a loro piacere per la Terra e l'Universo in un corpo fisico. Gli antichi li denominavano "sacri immortali" e sostenevano che avessero elaborato una serie di "elisir di immortalità" di natura alchemica, fra cui giada polverizzata miscelata a cinabro che bevevano per aiutare il proprio corpo a prepararsi allo stato di hsien - immortalità materiale in un corpo reso etereo. Quelle che ora vengono definite Mahatma Letters to A. P Sinnett furono scritte fra il 1880 e il 1885da Mahatma che si diceva avessero di fatto abitato lo stesso Shambhala, di conseguenza rappresentano una fonte di prima mano a riguardo del regno, interna alla ristretta cerchia degli stessi Saggi dell'Est. (Alfred Percy Sinnett[1840-1921] era il direttore britannico del quotidiano inglese Pioneer di Allahabad, India, località dove visse dal 1879 al 1889; Sinnett ebbe il privilegio di essere ammesso alla Fratellanza Himalayana degli Alti Yogi.) Da questa corrispondenza, Sinnett scrisse The Occult World (1881) e Esoteric Buddhism (1883), che esercitarono ambedue un notevole influsso nel generare l'interesse del pubblico verso la Teosofia. Le risposte e le spiegazioni fornite dai Mahatma di Shambhala ai quesiti di Sinnett furono incorporate nelle loro lettere e pubblicate nel 1923 con il titolo The Mahatma Letters to A. P.Sinnett. (Le lettere originali dei Mahatma sono conservate presso la British Library e sono consultabili previa speciale autorizzazione del Department ofRare Manuscripts.) Il quadro di questo misterioso regno si delinea con maggiore nitidezza dopo una disamina degli scritti dei Mahatma, ritenuti una classe di individui dotati di facoltà profetiche. In una lettera a Sinnett, anno 1881, il suo autore, venerabile Mahatma Morya, iniziato orientale di nascita Rajput,descrive il solenne accesso segreto alla Valle degli Immortali:
Presso un certo punto, da non rivelare agli estranei, esiste un baratro attraversato da un fragile ponte di liane intrecciate, sotto cui scorre un torrente impetuoso. Il più ardito membro dei vostri club alpini oserebbe a malapena avventurarsi lungo questo passaggio, in quanto è sospeso come una ragnatela e sembra marcio e intransitabile. Ma non è tale; e colui che osa percorrerlo e vi riesce...come accadrà se è giusto che ciò gli sia concesso...giunge a una forra che o f f r e un panorama di impareggiabile bellezza, a uno dei nostri luoghi e presso alcuni dei nostri simili, di cui i geografi europei non hanno la minima conoscenza. A un tiro di schioppo dalla lamaseria si erge l'antica Torre al cui interno si sono allevate generazioni di Bodhisattva [individui compassionevoli la cui essenza è la conoscenza perfetta].(Passport to Shambhala, pubblicato dalla West Siberia Geographical Society, 1923, Lettera 18, p. 31, traduzione inglese a cura del Professor Vladimir Andrei Vasiliu, 1933 [include una raccolta completa di The Mahatma Letters to A. P. Sinnett)
Gli abitanti di vari villaggi tibetani hanno affermato che nessuno può addentrarsi in determinate aree senza un permesso: il Mahatma Morya ha aggiunto all'intrigo: Avete già inteso da viaggiatori attendibili come le guide si rifiutino di condurli in determinate direzioni. Preferirebbero essere uccisi piuttosto che farvi proseguire. Se, quindi, uno spericolato viaggiatore decide comunque di proseguire, davanti a lui inizia a frapponi una frana. Se il viaggiatore supera tale ostacolo, allora una pioggia di pietre lo trascinerà via, poiché colui che non è il benvenuto non raggiungerà la sua destinazione. {op.cit., Lettera 18, p. 32)
Si sa che avvicinandosi a determinate località di quell'area persone e animali hanno tremato in modo innaturale, come bombardati da raggi invisibili. Secondo un non meglio precisato Dalai Lama - leader spirituale del Tibet - del diciannovesimo secolo,"...in una fase del lungo viaggio da Lhasa alla Mongolia, a un certo punto del tragitto persone e animali della carovana hanno iniziato a rabbrividire per nessun motivo evidente. Il Dalai Lama ha spiegato il fenomeno affermando che il gruppo stava attraversando parte della zona proibita di Shambhala, la cui vibrazione psichica risultava troppo elevata per i viandanti" (N. K.Roerich, Heart ofAsia, Roerich Museum Press, New York, 1930; inoltre, AndrewTomas, Shambhala, op. cit., p. 54).
"Il Dalai Lama ha spiegato il fenomeno affermando che il gruppo stava attraversando parte della zona proibita di Shambhala, la cui vibrazione psichica risultava troppo elevata per i viandanti."
L'esploratore russo N. M.Prjevalsky e il linguista e storico tedesco A. H. Francke nei loro libririferiscono lo strano comportamento dei nativi che non si riusciva in alcunmodo a costringere ad addentrarsi in determinati distretti del Tibet settentrionale (N. M. Prjevalsky, Mongolia, op. cit., p. 101; A. H. Francke, AHistory of Western Tibet, Partridge & Co., Londra, 1907). Un membro russo di una delle spedizioni di Roerich riferì personalmente a Andrew Tomas che il loro gruppo aveva vissuto la medesima esperienza nei recessi dell'Asia dove,per nessun motivo evidente, in corrispondenza di un determinato punto del Tibet settentrionale gli assistenti della spedizione si rifiutarono di proseguire oltre. Il russo ammise di non riuscire a comprendere come mai egli stesso non se la sentisse di andare avanti, asserendo che si trattava di una sensazione"bizzarra e inspiegabile", che non desiderava provare di nuovo(Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p. 58).
Misteriosa gente di montagna
A Turfan, Sinkiang, Cina occidentale, i membri di una spedizione di Roerich ascoltarono la curiosa storia di una donna alta, dalla capigliatura corvina e dall'espressione seria,la quale sbucava dalle profonde caverne per accorrere in aiuto ai bisognosi e i cui atti incutevano grande rispetto presso la popolazione dell'intera regione asiatica. "Si citavano anche cavalieri muniti di torce che svanivano all'interno di passaggi sotterranei" (Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p.59), così come esistevano testimonianze oculari di lama incoronati e sontuosamente abbigliati (presumibilmente provenienti da Shambhala) visti assisi in palanchini trasportati da quattro uomini. Roerich indica che alti e scarni individui di pelle bianca erano stati visti scomparire in gallerie di roccia al giungere di estranei. In seguito, quando la sua spedizione stava attraversando il Passo del Karakorum, Roerich riferisce di essere stato informato da una guida locale che in talune occasioni uomini e donne di elevata statura e abbigliati di
Si dice che tale frammento facesse parte di una Pietra Cosmica assaipiù grande, e sembra che Roerich fosse il vettore predestinato per riportarla a Shambhala.
bianco erano stati visti comparire nell'area da entrate segrete; talora questa misteriosa gente di montagna prestava aiuto ai viaggiatori. Agli inizi del Novecento, il quotidiano Statesman in India pubblicò la storia di un maggiore britannico il quale aveva scorto un uomo alto, vestito leggero e con lunghi capelli, appoggiato su un alto arco, che scrutava la valle. Accortosi del maggiore, l'uomo balzò giù per un pendio e scomparve alla vista. I nativi riferirono tranquillamente a Roerich, "Ha visto uno degli uomini della neve che sorvegliano la terra sacra" (N. K. Roerich, Heart of Asia, op. cit.). In uno dei suoi dipinti,Roerich ritrae una Vergine delle Nevi fra rocce e neve, la quale impugna anch'essa un arco. Nonostante i ghiacciai e l'evidente clima freddo la donna ha un abito leggero, come se vi fosse un'aura calda a proteggerla dal gelo. Roerich aggiunge: Lungo le pendici dell Himalaya vi sono numerose caverne, e si dice che da queste si diramino passaggi sotterranei molto al di sotto di Kinchinjunga.Alcuni hanno visto il portale di pietra che non è stato aperto poiché il momento non è ancora giunto. I profondi passaggi si inoltrano sino a una splendida valle. (N. K. Roerich, Himalayas —Abode ofLight, op. cit., citato in Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p. 39) Il riferimento del Professor Roerich descrive la "splendida valle" degli "Immortali". Agli inizi del suo lungo viaggio,Roerich si imbatté in pellegrini che gli dissero:"Dietro queste montagne vivono donne e uomini santi che stanno salvando l'umanità tramite la Saggezza; molti hanno cercato di vederli, ma senza successo ... in qualche modo, non appena oltrepassano il crinale, smarriscono la strada" (N. K. Roerich, Heart of Asia, op. cit.; inoltre, Andrew Tomas,Shambhala, p. 59, passini). "Nondimeno Nicholas Roerich si addentrò nel territorio a dorso di un pony. Si assentò per alcuni giorni e, al ritorno, gli Asiatici si prostrarono ai suoi piedi, esclamando che egli era un 'dio', in quanto nessun uomo poteva aver oltrepassato la frontiera di Shambhala senza credenziali divine" (Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p. 58). Forse il libero accesso di Roerich all'enclave proibita aveva una sua ragione, poiché i Mahatma assicurarono Sinnett: "...[coloro che noi] desideriamo sappiano,ci troveranno proprio alle frontiere" (Passport to Shambhala, op. cit.,Lettera 15, p. 131). I rimandi di Roerich a un lama (maestro religioso) in Tibet indicano conoscenze dirette del suo soggiorno a Shambhala: "Noi stessi abbiamo visto un posto di frontiera bianco di uno dei tre posti di Shambhala" (N. K. Roerich, Himalayas, op. cit. ). A parte la ricerca dellasede dei Mahatma, dai diari di Roerich non traspare del tutto chiaramente loscopo di una delle sue spedizioni attraverso il Tibet e lo Xinjiang sinoall'Aitai nel 1928; sembra fosse correlata al fatto di riportare una piccolasezione di una Pietra Cosmica sacra nella sua sede naturale nella Torre diGiada, al centro di Shambhala. "Tale frammento venne infine inviato inEuropa per contribuire alla fondazione della Lega delle Nazioni che, sebbenerisoltasi in un insuccesso, al termine della Prima Guerra Mondiale era quantomai auspicabile" (J. Saint- Hilaire, On Eastern Crossroads, New York,1930, citato da Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p. 63). Si dice che taleframmento facesse parte di una Pietra Cosmica assai più grande, e sembra cheRoerich fosse il vettore predestinato per riportarla a Shambhala.
Un'oasi perduta di cultura spirituale avanzata
Anche la tradizione popolare dell'anticaRussia dà rilievo alla realtà di una comunità di uomini e donne ispirati sitain un luogo nel cuore dell'Asia, denominato in russo Belovodye - la Terra degliDèi Viventi. Nell'annuale Rivista della Società Geografica Russa del 1903compare un articolo dal titolo "Il viaggio dei Cosacchi degli Urali nelRegno di Belovodye", scritto da un esploratore che risponde al nome diKorolenko. Analogamente, nell'ottobre 1916 la Società Geografica della SiberiaOccidentale pubblicò un resoconto dello storico russo Belosliudov, dal titolo"Alla storia di Belovodye". In quanto pubblicati da istitutiscientifici, ambedue gli articoli rivestono un notevole interesse, poichérivelano una forte tradizione che ancora vige presso gli "antichi credenti"della Russia, secondo la quale Belovodye è un segreto paradiso terrestreesistente da qualche parte nella zona della Siberia sud-occidentale. I duearticoli corroborano il nostro argomento principale di un regno sacro nascostonelle regioni più settentrionali del Tibet, un regno di antica elevatasaggezza. Il racconto tradizionale di uno straordinario popolo isolatoappartenente a un'antica civiltà, in questa terra nascosta, è stato narrato daun misterioso saggio nativo alla psichiatra e autrice russa D.ssa OlgaKharitidi durante la sua permanenza nella lontana Siberia: / loro principaliconseguimenti erano stati nello sviluppo delle dimensioni interiori dellamente: l'intera loro società possedeva una splendida intensità spirituale, chenella moderna cultura materialistica viene espressa solo da alcuni. Possedevanoun'incredibile saggezza psicologica. Riuscivano a controllare la loro personaleesperienza del tempo e avevano appreso a comunicare telepaticamente a grandedistanza. Abilissimi nell'estrapolare il futuro, la loro struttura sociale erala più efficiente mai esistita. (D.ssa Olga Kharitidi, Entering the Circle,Harper San Francisco, 1996) Ad ogni modo, una legge della Valle degli Immortaliresta invariabilmente in vigore, ovvero quella secondo cui "gliindesiderati non vi perverranno" (.Road to Shambhala, raro libro tibetanodel diciottesimo secolo scritto dal terzo Panchen Lama o "GrandeErudito" (1738-1780), traduzione a cura di Cheng Yuan, 1901). Solo coloroche hanno udito "Kalagiya, la convocazione a Shambhala inviata sulle alidel vento" {ibid.) o tramite comunicazione telepatica dai Grandi Maestripossono sperare di giungere sani e salvi alla "Valle del Popolo più Saggiodella Terra" (L. C. Hamamoto, The Soul Doctrine, Lhasa, traduzione a curadi C. Chan, 1916, p. 67).
Rapporti di testimoni oculari su Shambhala
Durante il primo secolo dell'eravolgare Apollonio, assai stimato e carismatico saggio greco, ricevette "lachiamata" e si recò a Shambhala; aveva avuto in precedenza"direttive" e sapeva esattamente dove cercare quella che all'epocaera definita la "Dimora dei Savi" (A. P. Sinnett, Esoteric Buddhism,Londra, 1903, ristampa dell'originale del 1883). Apollonio nacque nel terzoanno dell'era volgare a Tiana, in Cappadocia, e morì nel 98. Il suo nomederivava dal dio greco Apollo e la popolazione lo definiva affettuosamente"il figlio di Dio" {Encyclopaedia Britannica, nona ed., voi. 10,"Apollonius"). Insegnava la dottrina della "Vita Interiore"{ibid.), girava scalzo, portava i capelli lunghi, curava la barba e siabbigliava con bianchi indumenti di lino. Nei suoi viaggi era accompagnato dauno scriba assiro, tale Damis, il quale ne documentava in un diario quotidianodichiarazioni e atti; fu grazie alla raccoltadi Damis di 97 codici che sipreservarono le notevoli cronache delle esperienze di vita di Apollonio.Attorno all'anno 200 la principessa Giulia Domna, seconda mogliedell'imperatore romano di nascita britannica Settimio Severo (imperatore dal193 al 211), manifestò un tale interesse per gli importanti eventi della vitadi Apollonio che commissionò allo scriba e sofista greco Flavio Filostrato(170-245 ca.) di scriverne la biografia, che costui titolò La vita di Apolloniodi Tiana. In base a tali resoconti apprendiamo che Apollonio si trattenne nelpaese trans-himalayano per diversi mesi (Filostrato, The Life of Apollonius ofTyana, Loeb Classical Library, Londra, 1912, otto libri in due volumi tradottia cura di F. C. Conybeare; tenete presente che le citazioni di Apollonio a seguiresono tratte dal Libro 3, quasi interamente dedicato al suo viaggio nel Tibetsettentrionale). All'arrivo in "una città ai piedi della montagnadenominata Paraca" {ibid.), Apollonio presentò una lettera al re di queltempo, Hiarchas (in alcune traduzioni Iarchas, che significa "SantoGovernante"), rimanendo sorpreso nell'apprendere che il suo contenuto eragià noto al re. Apollonio si rivolse a Damis e disse, "Siamo giunti alcospetto di uomini autenticamente saggi, poiché sembrano avere il dono della preconoscenza"{ibid.). Durante il periodo trascorso in loco, egli ebbe modo di vedere coseincredibili quali pozzi nel terreno che proiettavano raggi verticali dibrillante luce bluastra. Parlò con stupore di
Ad ogni modo, una legge della Valle degli Immortali restainvariabilmente in vigore, ovvero quella secondo cui "gli indesiderati nonvi perverranno".
quelli che definiva pantarbes,ovvero pietre luminose, che si potevano attivare sino a far loro emetteretalmente tanta luce da rendere possibile tramutare a piacere la notte ingiorno. I traguardi scientifici e mentali degli abitanti di questa cittàperduta impressionarono Apollonio a tal punto che si limitò ad annuire quandore Hiarchas gli disse, "Chiedici quel che vuoi, poiché ti trovi frapersone che sanno tutto" {ibid?). Apollonio chiese cosa costoro pensasserodi sé stessi, e re Hiarchas replicò "Ci consideriamo dèi" {ibid.). Apollonionon solo vide il popolo di Shambhala utilizzare il potere del Sole, ma... ...livide levitare di due cubiti [circa un metro] al di sopra del suolo, non perfarsfoggio di facoltà miracolose, in quanto disdegnano ambizioni del genere;invece considerano tutti i riti che eseguono, come levarsi da terra e camminarecon il Sole, come atti di omaggio graditi al Dio. { Filostrato, The Life ofApollonius of Tyana, op. cit., Libro 3) Fenomeni analoghi furono documentatinel ventesimo secolo dalla rinomata orientalista, scrittrice nonché prima lamaoccidentale di sesso femminile Madame Alexandra David-Néel (1868-1969), asupporto degli antichi resoconti di Filostrato. La studiosa descrive Shambhalacome un regno "non ancorato al tempo o allo spazio in cui ci troviamo noi;Shambhala oggi è qui e domani non lo è più" (Alexandra David-Néel, Magicand Mystery in Tibet, Dover Publications, New York, 1971, pubblicato per laprima volta nel 1929). Degli abitanti di Shambhala Apollonio disse che"vivevano sulla terra eppure non su di essa, fortificavano senzafortificazioni e non possedevano nulla, eppure avevano le ricchezze di tuttigli uomini" (Filostrato, The Life ofApollonius ofTyana, op. cit., Libro3). Quanto all'ideologia degli abitanti, re Hiarchas professava una filosofiacosmica secondo cui "l'Universo è una cosa vivente" (ibid,.) In TheMahatma Letters si sottolinea
Roerich rimase sbalordito alla vista di tre lunghe file dialti menhir dotati di iscrizioni, che si stagliavano nel panorama circostantegrazie alla loro peculiare forma e configurazione.
il fatto che costoro non sonoatei o agnostici, bensì panteisti nel senso più ampio del termine, convinti cheDio e l'Universo siano in definitiva identici. La loro concezione di evoluzionecosmica sta alla base del motivo in virtù del quale l'idea di reincarnazionecostituisce parte fondante della filosofia dei Custodi dell'Umanità.
Stonehenge trans-himalayana
Nel 1928, nel corso del suo viaggiotrans-himalayano, aun'altitudine di 4.572 metri Roerich rimase sbalordito allavista di tre lunghe file di alti menhir dotati di iscrizioni, che sistagliavano nel panorama circostante grazie alla loro peculiare forma econfigurazione. Il colossale complesso di pietre terminava con un ampio cerchiodi menhir con altri tre menhir al centro. Roerich descrisse la struttura comeuna combinazione fra Stonehenge in Inghilterra e Carnac nell'antico mondoceltico della Bretagna, siti visitati in precedenza dall'esploratore. La suacarovana era destinata a compiere una sosta di una notte nei pressidell'enigmatico complesso di pietre, tuttavia Roerich si trattenne per tregiorni e scoprì nell'area circostante altre quattro file di pietre verticali.Sbalordito, Roerich chiese alle guide tibetane: "Ditemi, vi prego, chi hadisposto queste pietre?" La risposta fu: "Nessuno lo sa ... ma datempi remoti questo distretto viene chiamato Doring ... il luogo dei menhirsacri. I nostri avi dicono che molto tempo fa un popolo sconosciuto passò diqui; si fermarono per diverse generazioni ma non ne fecero la loro dimorapermanente" (N. K. Roerich, Himalayas, op. cit., passim). Roerich simeravigliava del fatto che attraversando le cime trans-himalayane si fosseimbattuto nelle "incarnazioni di Stonehenge e Carnac" (ibid.).
Altri strani fenomeni in Tibet
In questo vasto territorio sisono verificati eventi peculiari, alcuni dei quali rivelano la presenza diesseri spirituali superiori. Nel suo libro The Superhuman Life of Gesar of Ling(pubblicato da Claude Kendall, New York, traduzione a cura di Violet Sydney,1934, prima edizione nel 1931), Madame Alexandra David-Néel riferisce uncurioso episodio avvenuto nella cittadina di Jyekundo, situata in un desolatodistretto del Tibet nord-orientale. Mentre si trovava in loco, Madame Alexandraincontrò un lama tibetano che aveva la reputazione di scomparireoccasionalmente in una regione di montagne innevate in cui non esisteva-novillaggi e dove un individuo poteva facilmente morire di fame o di freddo.Invariabilmente costui dopo qualche tempo faceva ritorno alla civiltà e inrisposta alle domande che gli ponevano si limitava a replicare di essersiintrattenuto con "dèi nelle montagne" {ibid.). Un giorno MadameDavid-Néel tra il serio e il faceto chiese al lama se, al suo prossimo viaggio,avrebbe fatto dono di un mazzo di fiori di carta cinesi al "Governantedelle Montagne" {ibid.). Alcuni mesi più tardi, tornando dal suo viaggionel misterioso territorio, consegnò alla dotta francese un souvenir affidatogliproprio dalla persona di cui sopra; si trattava di un grazioso fiore blu chesboccia a luglio nel Tibet meridionale. David-Néel rimase sbalordita, dicendoche in quel periodo a Jyekundo la temperatura era venti gradi sotto zero, ilfiume era ricoperto da una coltre di ghiaccio spessa due metri e il terreno eraun blocco congelato. "Dove ha preso questo fiore?", chiesestupefatta. Il lama replicò, "Magari in una calda valle nel nord"{ibid.). Anche Roerich ha documentato una serie di straordinari accadimentisoprannaturali, fra cui l'improvvisa comparsa di Rigden Jyope (o Djapo), ilGovernante di Shambhala. Si dice che quando egli entrava in un particolaretempio lamaista, le candele a un tratto si accendevano da sole. Roerich hariferito la seguente vicenda: Vi fu l'episodio dell'improvviso sentore di unosquisito profumo, come di incenso da tempio, proprio nel bel mezzo del Gobi,dove il deserto roccioso si estende per centinaia di chilometri in tutte ledirezioni. Non si scorgeva alcun tempio o capanna e tuttavia tutti i membridella spedizione percepirono il profumo nelle narici nello stesso momento.Ilfenomeno era accaduto svariate volte e non se ne dava assolutamente alcunaspiegazione. { Citato in Andrew Tomas, Shambhala, op. cit., p. 57) In numeroseoccasioni, nell'oscurità della notte Roerich vide lampi di colonne verticali diluce bianca che balenavano in cielo. "Cosa sta accadendo?", chiesealle sue guide lama; costoro risposero, "Sono i raggi provenienti dallaTorre di Shambhala" (N. K. Roerich, Himalayas, op. cit.), spiegando che i fascivenivano appositamente diretti verso l'alto da una grande pietra triangolareluminosa - la cosiddetta Pietra di Chintamani - posta sulla sommità della Torredi Giada. Gli dissero che la pietra possedeva proprietà occulte, in grado difornire guida telepatica interiore e di dare effetto a una trasformazione dellacoscienza in coloro che venivano a contatto con essa. La cosa sorprendente diquesta tradizione è che a quanto si dice la Pietra di Chintamani è stataportata sulla Terra "su un cavallo alato [un lung-ta\ da messaggeri deglidèi da un sistema solare nella costellazione di Orione" (Dr. Walter Y.Evans-Wentz, The Tibetan Book ofthe Great Liberation, Oxford University Press,1954). Sembra che di queste strane e "Preziose Pietre" {ibid.) neesistesse più d'una, in quanto, secondo l'antica tradizione lamaista, tre diqueste pietre di coronamento piramidali furono portate sulla Terra e collocatein vari luoghi ove si costituì una missione di vitale importanza per l'umanità.Un'ipotesi prevede che una si trovasse sulla sommità della Piramide di Giza,un'altra sulla Torre di Giada di Shambhala e la terza forse si trovi nelleprofondità marine in un luogo a noi noto come Atlantide.
Il mistero dello scettro magico
In Tibet è opinione tradizionaleche nell'anno 331 dell'era volgare "giunse dal cielo" uno scrigno(Andrew Tomas,
In numerose occasioni,
nell'oscurità della notte Roerich
vide lampi di colonne verticali di luce
bianca che balenavano in cielo.
Shambhala, op. cit., didascalianella sezione fotografica), in cui si reperirono quattro oggetti sacri. Fraquesti vi era una magica bacchetta aurea denominata dorge, che si dice fossedotata di poteri soprannaturali. Da secoli in Tibet circolano fantasticiresoconti su questa bacchetta, e attualmente nella maggior parte dellelamaserie se ne trovano riproduzioni in argento, ottone e ferro. Si ritenevache in occasione di speciali cerimonie religiose emanasse un bagliore luminosoe nelle mani del Re di Shambhala fosse in grado di concentrare e manipolare potentiforze cosmiche. Si dice che avesse anche la prerogativa di lanciare saette esquarciare le nubi. Molti anni dopo la scoperta dello scrigno, all'improvvisocinque stranieri si presentarono dinanzi all'allora Re di Shambhala, Tho-tho-riNytan-tsan, e gli diedero istruzioni sull'appropriato impiego degli oggetticontenuti nello scrigno.
Peculiari mezzi di trasporto nell'Himalaya
Mahatma Morya definiva Shambhala"la Città della Scienza" (.Passport to Shambhala, op. cit., Lettera62, p. 101), il che rende appropriato esaminare l'eventualità che questacolonia (o colonie) di una cultura superiore disponga di una tecnologiaavanzata. Il fatto che gli abitanti di questo enigmatico insediamento sianoorientati al sapere scientifico è deducibile da una storia riferita da Roericha proposito di un lama di ritorno al suo monastero dopo un lungo viaggio pressouna remota comunità. In uno stretto passaggio sotterraneo segreto, il lamaincontrò due uomini che trasportavano una pecora di razza; costoro gli riferironoche l'animale era destinato all'allevamento selettivo nella Valle degliImmortali (N. K. Roerich, Altai-Himalaya: A Travel Diary, Arun Press,Brookfield, CT, 1983, prima edizione nel 1929). In un altro testo sull'AsiaCentrale, dal titolo Beasts, Men and Gods, il ricercatore e scrittore Dr.Ferdinand Ossendowski documenta alcuni eventi affascinanti, secondo uno stiletanto stimolante quanto quelli di Nicholas Roerich, Alexandra David-Néel eAndrew Tomas. Un lama mongolo riferì al Dr. Ossendowski non solo di un estesosistema di tunnel sotto l'Himalaya, ma anche di "strani veicoli chesfrecciavano attraverso i tunnel a velocità estremamente elevate"(Ferdinand Ossendowski, Beasts, Men and Gods, E. P. Dutton & Co., New York,1922). L'accenno a veicoli che si spostano velocemente nel sottosuolo sta aindicare un progresso tecnologico di grande levatura, in un'epoca che sembraprecedere di secoli la nostra attuale comprensione dei macchinari complessi.Questa tradizione ebbe origine molto tempo prima che il mondo occidentalesviluppasse una qualche sorta di tecnologia. Corrono voci analoghe secondo cuiun tempo veicoli sotterranei erano attivi sotto la Piana di Giza (tradizioniarabe del decimo secolo). Dovremmo prendere in considerazione l'eventualità cheforse Shambhala e la Grande Piramide sono collegate da un sistema di tunnel.Nei suoi viaggi in Tibet, Roerich lesse testi lamaisti che descrivevano"serpenti di ferro che divorano lo spazio con fuoco e fumo" e"abitanti delle stelle lontane" (N. K. Roerich, Heart of Asia, op.cit.). Inoltre, abbondano incredibili avvistamenti di veloci aeronavi nellazona di Shambhala. Il seguente rapporto tratto dal diario di Roerich descrivequanto accadde alla sua spedizione mentre questa stava procedendo nellevicinanze dei Monti del Karakorum: Cinque agosto — qualcosa di straordinario!Ci trovavamo nel nostro accampamento nel distretto di Kukunor, non lontanodalla Catena di Humboldt. Verso le nove e mezzo del mattino alcuni carovanierihanno notato una singolare grande aquila nera che volteggiava sopra di noi. Insette abbiamo iniziato a osservare questo insolito volatile. Allo stessomomento un altro carovaniere ha notato, 'Al di sopra dell'uccello c'èqualcosa'. Ha espresso gridando il suo stupore. Tutti noi abbiamo visto, indirezione nord-sud, qualcosa di enorme e brillante che luccicava come il Sole,come un enorme ovale che si spostava a gran velocità. Attraversando il nostrocampo l'oggetto ha cambiato direzione, da sud a sud-ovest. Poi l'abbiamo vistodileguarsi nell'intenso cielo azzurro. Abbiamo avuto persino il tempo diprendere il binocolo da campo e vedere assai distintamente una forma ovaledalla superficie brillante, un lato della quale era illuminato dal sole. (N. K.Roerich, Altai-Himalaya, op. cit.) L'avvistamento di Roerich ebbe luogo un paiodi decenni prima che il pilota Kenneth Arnold inoltrasse il suo famoso rapportosu una formazione di velivoli argentei, circolari e metallici che sfrecciavanoin cielo nei pressi di Mount Rainier, Washington, USA, evento da cui si coniòla locuzione "dischi volanti". Solo un velivolo di tipo sconosciutoavrebbe potuto compiere le repentine manovre aeree descritte nel diario diRoerich. Alla vista del disco nel cielo, uno dei lama al seguito dellaspedizione rivolgendosi a Roerich commentò pacatamente: "Questo è il segnodi Shambhala ... tu sei protetto dagli Immortali di Shambhala ... hai notato ladirezione verso cui procedeva la sfera[?] ... devi seguire la stessadirezione" (N. K. Roerich, Heart of Asia, op. cit., passim).
IlTriangolo di Shambhala
Nel contesto della nostra ricercadella misteriosa "Valle degli Immortali", la seconda parte dellastoria identifica il luogo dei "tre posti di Shambhala" descritti daRoerich, che formano un "Triangolo di Shambhala", un'areacaratterizzata da affascinanti eventi fra cui la recente scoperta di cronachedi una tragedia interstellare e l'avvistamento di gruppi di piramidi in Tibet . Fine prima parte...
Fonte:
http://www.tonybushby.com
http://www.nexusmagazine.com/
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