Il simbolo degli ummiti, è molto simile al segno che fu impresso sulla fronte di David Lazzaretti.
David Lazzaretti, re e profeta
Arcidosso (Grosseto), il 2 novembre 1834 nasce David
Lazzaretti, secondo di sette fratelli. Il padre è un barrocciaio, ossia un trasportatore e ben presto David lo segue nel lavoro, conducendo carri di vario materiale: legna, carbone e altro, trainati da muli e cavalli lungo le strade polverose e fangose che dal Monte Amiata conducono a Grosseto e a Roma. Risale al 25 aprile 1848 il Primo avvenimento straordinario, quando il quattordicenne David, riposando insieme ai suoi muli dopo una giornata di duro lavoro, ha un improvviso attacco di febbre altissima e immediatamente dopo vede comparire da una nebbia fitta un frate abbigliato di grigio, il quale gli raccomanda di essere sempre devoto alla Vergine e a papa Pio IX e si congeda da lui dicendogli che la sua vita è un mistero che solo un giorno gli sarà svelato. Giustamente sconvolto dalla Visione, David racconta tutto alla madre. la quale gli raccomanda di non rivelare ad altri ciò che ha visto perché altrimenti lo avrebbero fatto a pezzi. E mai parole di mamma furono più profetiche! Vent'anni esatti dopo, il 25 aprile 1868 avviene la svolta definitiva a livello spirituale:
Lazzaretti cambia radicalmente vita, Il tutto nasce da una crisi mistica e una visione, accompagnata da violentissima febbre, che lo lascia prostrato. Questa volta non è un semplice frate a parlargli, ma San Pietro in persona, il quale gli svela l'arcano: David deve andare a Roma e parlare al Papa e, successivamente, si dovrà ritirare in eremitaggio presso un convento situato in territorio pontificio e vivere lì in preghiera e in meditazione fino alla visione di un segno. Questo segno divino sarebbe stato accompagnato da un eremita. Seguendo l'indicazione parte per Roma per incontrare Pio IX. Questo incontro non avverrà e
Lazzaretti sarà cacciato in mal o modo dagli inservienti di palazzo che vedevano in quel barocciaio toscano dai modi spicci e dal tono enfatico, semplicemente un folle visionario. Ma lui non si dà per vinto e, grazie all'aiuto di un alto prelato di Arcidosso, suo conoscente, riesce ad ottenere un vero appuntamento con il Pontefice. Una volta giunto al cospetto di Pio IX,
Lazzaretti gli chiede formalmente di dar vita ad una rigenerazione globale della Chiesa che doveva ritrovare la via della morale evangelica ormai perduta. Il Papa dà una risposta generica, così, tanto per chiudere il discorso, cosa che lascia sicuramente insoddisfatto
Lazzaretti a cui non resta altro che contare esclusivamente sulle proprie forze per continuare il suo progetto. Sempre seguendo le indicazioni ricevute da San Pietro durante le visioni, David decide di prolungare la sua permanenza in territorio pontificio vagabondando nel territorio della Sabina e cibandosi di erbe e bacche. Una sera, stanco e spossato, trova l'ingresso di una piccola grotta dove decide di trascorrere la notte. l! sonno è popolato di forti visioni, tra cui quella di un frate con il saio grigio che gli conferma che quella è la sua meta. Il mattino seguente si reca per la messa in un vicino convento dove scopre che quella grotta, in zona Montecalvo, era stata abitata in passato da un ascetico eremita portoghese, conosciuto come Beato Amedeo.
Lazzaretti comprende che quello è un segno del Cielo e decide di fermarsi a vivere nell'umido anfratto per un lungo periodo, da1l'8 ottobre all'8 gennaio 1869, praticamente nella stagione più rigida dell'anno. Qui, oltre agli eremiti spirituali, ne incontra uno in came e ossa, fatto che è un secondo segnale, infatti, San Pietro glielo aveva annunciato nella visione. Si tratta di un eremita tedesco, giunto da tempo in Sabina: Ignazio da Heineusen, meglio noto come frate Mlikus. Costui è un personaggio bizzarro, dal carattere difficile e ombroso che rifugge come la peste la compagnia degli esseri umani. preferendo vagare per i boschi in totale solitudine. Ma, come recita l'antico proverbio, "Dio li fa poi li accoppia" e ben presto tra i due nasce un rapporto strettissimo di amicizia e collaborazione e Mikus seguirà come un'ombra
Lazzaretti fino alla morte avvenuta nel 1876. Il soggiorno della grotta di Montecalvo sarà fondamentale per altri due motivi: la comparsa di un segno sulla fronte e la scoperta dello scheletro di un antico guerriero. Ma, vista l'importanza di questi due avvenimenti, è necessario andare con ordine. Per quanto riguardail segno o "bollo divino", si forma sulla fronte di David al termine di una nottata particolarmente agitata con febbre altissima e piena di visioni estatiche. Lo assiste Mikus, il quale sarà la testimonianza vivente di quella specie di miracolo. Si tratta di due lettere, due grandi "C", una girata dal verso giusto e l'altra capovolta con in mezzo una croce che gli compaiono proprio al centro della fronte e di cui
Lazzaretti non si vanterà mai, anzi, cercherà in ogni modo di nascondere il simbolo con una lunga frangetta o con un copricapo. Alcuni autori hanno voluto vedere in questo bollo una specie di stigmate, ma sarà lo stesso profeta a darne l'esatto significato e lo farà poco prima di morire. E' ricco di significati e foriero di ulteriori sviluppi la visione che fa conoscere a David lo spirito di un antico guerriero che gli si presenta con il nome di Manfredo Pallavicino da Milano, figlio bastardo del re di Francia e discendente di Pipino il Breve ma a cui non era stato dato il giusto titolo perché frutto di una relazione extraconiugale. Il fantasma dichiara formalmente che si è rivolto a lui, David
Lazzaretti, barocciaio di Arcidosso, in quanto è il suo sedicesimo discendente e come tale è investito di un grande compito: riportare sul trono di Francia il giusto pretendente, colui che sarà denominato "Gran Monarca" e che rappresenterà il punto focale di una serie di intrighi e di vicende che vedrà coinvolto, tra gli altri, anche Bérenger Saunière, il misterioso parroco di Rennes-Ie-Chateau! ll 18 agosto 1878 doveva compiersi il "grande evento", ossia, il mondo avrebbe riconosciuto in David
Lazzaretti il profeta della salvezza che scendeva dalla montagna per portare tra le genti il nuovo Verbo. La discesa dal monte Labbro avvenne con i contorni di una scenografia degna di un regista di Hollywood, con canti, musiche e i seguaci vestiti in modo stravagante, simbolo della nuova rinascita. Purtroppo, però, c'era chi pensava che tutto ciò dovesse essere bloccato nel modo più cruento. Un soldato, a soli sei metri di distanza dal Profeta, gli sparò, colpendolo in piena fronte, proprio in mezzo al bollo divino. David
Lazzaretti morì alcune ore dopo senza riprendere conoscenza e gli furono negate ad Arcidosso le necessarie cure e gli fu perfino vietato di riposarvi in eterno, infatti, le sue spoglie furono portate nel vicino paese di Santa Fiora dove sono tuttora. Il suo eremo con le costruzioni della comunità furono saccheggiate e in parte distrutte, ma ancora oggi ne rimangono le rovine in cima alla montagna da cui si domina l'intera vallata e il mare, simbolo perpetuo di un pensiero d'amore che, nonostante tutto, non è ancora svanito. Francesco Grignaschi e David
Lazzaretti; due profeti, due veggenti, due semidei ... più semplicemente, due uomini che sono riusciti in un'opera immensa: hanno fatto sognare chi non lo aveva mai fatto e hanno messo in testa a persone ottuse, ignoranti e tristi che c'è qualcosa oltre la linea dell'orizzonte e solo per questo meriterebbero un monumento sulle piazze di Viarigi, di Cimamulera e di Arcidosso. Lassù, dove il vento soffia e spazza via la polvere e i sussurri di chi non ha mai avuto.
Articolo completo fonte:"Il Cristo delle dolci colline" di Giorgio Baietti
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