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    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Empty Il mondo onirico dell'Antico Egitto

    Messaggio  Patrizia Ven Nov 05, 2010 11:56 am

    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Depilazione-antico-egitto
    Il mondo onirico dell'Antico Egitto

    Per gli egizi il sogno non era solo uno sfogo notturno. Nel sonno l'uomo entrava in contatto con realtà metafisiche che inviavano aiuti, messaggi, avvertimenti. Magia e realtà, visione e percezione comune erano un corpus unico in questa straordinaria civiltà...

    di Donatella Plastino

    Da sempre il sogno affascina, intriga e spaventa gli uomini. Da sempre cerchiamo di comprendere la natura, il significato e il messaggio delle nostre visioni notturne, frutto di desideri nascosti e ricordi lontani, specchio della nostra vita quotidiana, delle fatiche, dei timori e delle gioie.
    Per gli egizi il sogno fu una vera e propria ossessione. Dal Mondo Antico all’epoca greco-romana, l'immaginario notturno venne tenuto in grande considerazione. Il sogno rappresentava una sorta di risveglio in un’altra realtà, tant’è che per indicarlo si utilizzava la parola “reset”, il “risveglio”.
    Il sogno veniva dunque visto come una porta da attraversare per giungere a un altro livello, un passaggio che conduceva in un mondo diverso che l'uomo non poteva controllare, ma dal quale ricevere indicazioni, rivelazioni e presagi.
    Tuttavia il ruolo del sogno e la sua considerazione non sono stati sempre identici durante il corso della storia egizia.

    In tutto il Mondo Antico e fino al Nuovo Regno, i sogni erano innanzitutto un luogo di incontri, spesso paurosi e poco gradevoli. Nei sogni si veniva a contatto con i fantasmi dei defunti, alcuni dei quali recriminavano il mancato adempimento degli obblighi previsti dal culto funerario.
    Il mondo dei sogni era denso di paure e raccoglieva i timori e i sensi di colpa. I brutti sogni erano temuti e spesso veniva utilizzata la magia per difendersi; in particolare venivano protetti i soggetti più sensibili, come le donne incinte o i bambini.
    Per proteggersi dai brutti sogni si ricorreva ad amuleti da portare indosso, a scritti magici su pezzi di papiro, talismani da tenere in camera da letto. Erano così ossessionati dai sogni da utilizzare talismani e formule magiche per proteggersi addirittura dall’effetto dei cattivi sogni passati, oltre che dai sogni futuri.


    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  EgittoUno dei talismani più utilizzati era il poggiatesta, sul quale venivano incise formule magiche di protezione dai sogni cattivi o d’augurio per i sogni di natura positiva.
    Solo a partire dal Nuovo Regno il sogno acquista la caratteristica premonitrice; diventa portatore di messaggi e consigli. Si inizia quindi ad autointerpretarli, per capire di volta in volta se il presagio contenuto nel sogno fosse buono o cattivo.
    Alcuni sogni portavano dei messaggi in chiaro precisi, in cui veniva indicato al sognatore cosa fare. Spesso i messaggi in chiaro erano quelli che i faraoni ricevevano dalle divinità, con indicazioni sui tempi da erigere, i restauri da portare a termine, le battaglie da vincere. Raramente le persone comuni sognavano gli dei e quando accadeva si riteneva di aver ricevuto un enorme privilegio.

    Durante questo periodo vengono stilate le prime liste di sogni contenenti una serie di casistiche; non ci sono ancora degli interpreti professionisti, ma il sogno diventa un portatore di annunci, assume un primo valore di previsione. Di questo periodo è il Libro dei Sogni più antico giunto ai giorni nostri, il Papiro Chester Beatty III, proveniente dagli scavi di Deir el Medina, del 1928.
    Il Libro dei Sogni egizio svela molto delle usanze del popolo, delle superstizioni, delle credenze che tormentavano gli egiziani, fornendo un vero e proprio quadro sociale. Ogni civiltà sogna ciò che conosce e non è raro trovare nei sogni egizi dei coccodrilli, degli animali che rappresentavano divinità, dei gesti riferiti ai riti e alle tradizioni.
    In questo primo Libro dei Sogni, per ogni sogno viene indicata in breve la natura, se buona o cattiva, e poi un piccolo pronostico. In base a cosa si vedeva, mangiava, beveva, subiva, nel sogno, si poteva indovinare cosa sarebbe accaduto al sognatore. Per decidere se il sogno fosse portatore di buoni o cattivi auspici si ricorreva alla tradizione, alle similitudini, all’associazione di idee, all’assonanza di parole e ai contrari.

    Curioso notare come il sognare se stessi da morti fosse presagio di lunga vita, un po’ come nelle nostre credenze attuali.
    Solo nell’Egitto dell’epoca tolemaica il sogno diventa oggetto di interpretazione da parte di professionisti. Si consultavano gli oracoli, si studiavano le stelle, le eclissi e anche i sogni diventano importantissime chiavi le futuro.
    In questo periodo vi sono dei veri e propri operatori di magia che praticano l’oniromanzia e cercano nel sogno la verità. E’ l’Egitto degli astrologi e il mondo dei sogni viene spesso legato alla negromanzia e ai rituali magici. C’è persino chi utilizza delle formule magiche in grado mandare sogni d’incubo a persone nemiche.
    I sogni venivano reputati importanti perché fornivano consigli e suggerimenti; sognare era necessario e per farlo ci si recava nel templi, dove si poteva chiedere aiuto agli dei, i quali durante il sogno potevano anche guarire dai mali.
    Si passa quindi dal sogno privato ad una vera e propria arte del sogno nel tempio.

    I templi erano aperti a tutti e vi si recavano sognatori di ogni livello sociale. Ed è qui che nascono i sognatori di mestiere, coloro che oltre a sognare per se stessi, sognavano per conto di altre persone.
    Nell’epoca romana ritroviamo un secondo Libro dei Sogni, proveniente dal Fayum. Questo libro ci svela la presenza di personale specializzato dedito all’interpretazione dei sogni. Il Libro dei Sogni del Fayum non è una lista di casistiche mescolate come nel Libro dei Sogni del papiro Chester Beatty III, ma i sogni sono ben divisi per argomento e più agevoli da consultare. Le interpretazioni non vengono accompagnate dalla dicitura “buono” e “cattivo”; tuttavia i criteri d’interpretazione restano simili al libro precedente (per analogie, associazioni d’idee, assonanze e omofonie, affinità e simbologie).

    Abbiamo dunque dei sognatori professionisti che registravano e scrivevano i sogni, con degli interpreti professionisti che ne svelavano i significati. Al contrario del Nuovo Regno, quando i sogni di interpretavano da soli o con l’aiuto delle persone vicine, qui ritroviamo una vera e propria professione, praticata a volte anche da stranieri provenienti dal mondo greco-cretese. Sognatori e interpreti erano due figure distinte anche se i primi amavano spesso dilettarsi nel tentare di comprendere il messaggio custodito dal sogno.

    Ma tutta questa attenzione verso i sogni e le visioni notturne non ci indica con precisione quanto gli egizi considerassero affidabili i Libri dei Sogni o i responsi degli interpreti. La domanda che resta è “ci credevano?” Probabilmente sì, ma non c'è certezza a riguardo. Le formule magiche, i libri e le casistiche ci rivelano una forte supertistizione e un rapporto molto stresso con la vita durante il sonno; il resto possiamo solo immaginarlo.
    Anche noi, oggi, continuiamo ad interrogarci sul significato e la provenienza delle immagini oniriche e ne cerchiamo spesso il presagio, ma forse si tenta solo di esorcizzare le sensazioni e le emozioni del sogno, allontanandole da noi stessi e legandole ad eventi quotidiani e futuri.
    Ma al contrario dei sognatori del tempio egizio, ci ritagliamo sempre meno tempo per fermarci, rilassarci e sognare un po'. Un'altra antica, buona abitudine, da recuperare.


    fonte: http://www.silmarillon.it/default.asp?artID=377&numeroID=24
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    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Empty Re: Il mondo onirico dell'Antico Egitto

    Messaggio  Patrizia Ven Nov 05, 2010 12:14 pm

    I sogni nell'arte

    Da sempre la storia dell'arte penetra le misteriose trame del sogno e le rappresenta. L'uomo è affascinato da luci e ombre che caratterizzano la dimensione onirica. Visioni antiche si fondono a quelle moderne, seguendo un comune denominatore: la passione per l'irrazionale.
    di Ettore Luttazi


    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Ettore2

    Di ispirazione profana o religiosa, in stili e in epoche distanti tra loro, il sogno è stato da sempre protagonista nelle rappresentazioni artistiche.
    Per rendersi conto di ciò basta prendere in considerazione due opere distanti tra loro per epoca, stile e gusto: Il sogno di Costantino o della vera croce, di Piero della Francesca e l'Incubo di Heinrich Fussli.
    Il primo, capolavoro assoluto del maestro del primo Rinascimento, è un riquadro compreso nel ciclo La Leggenda della vera croce affrescato nella cappella maggiore della basilica di S. Francesco ad Arezzo, tra il 1452 e il 1466, commissionata dalla potente famiglia Bacci e affidata inizialmente a Bicci di Lorenzo il quale portò a termine solo la parte superiore con i simboli dei quattro Evangelisti, due Padri della Chiesa e parte del Giudizio Universale.
    L'intero ciclo narra la storia del sacro legno a partire da Adamo per arrivare al ritrovamento della vera Croce effettuato da Elena , madre di Costantino, .
    Ma l'episodio che ci interessa è il sogno, che ha come protagonista l'imperatore artefice della svolta cristiana in occidente.
    Esso avvenne nella notte precedente alla battaglia contro Massenzio che ebbe luogo il 28 ottobre del 312 sul Ponte Milvio a Roma.

    Cristo apparve in sogno all'imperatore Costantino invitandolo ad adottare, come simbolo per i propri vessilli, il segno della croce, che nel mattino precedente si era già rivelato in cielo allo stesso Costantino e al suo esercito in una visione miracolosa.
    Al di là delle considerazioni stilistiche sull'opera in questione e sull'artista in genere, grande studioso della scienza come molti suoi contemporanei , quello che più colpisce è il modo di trattare questo soggetto.

    Un sogno che, allo stesso tempo, è storia e leggenda sacra e che fu narrato per la prima volta da Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea del XIII secolo, e che che permette al maestro toscano di giocare su effetti luministici sensazionali.
    Se la luce è fondamentale per tutte le scene di questo ciclo, in questo riquadro diventa protagonista assoluta dell'opera.
    L'atmosfera si fa rarefatta e a vederlo dal vivo si ha davvero la sensazione di trovarsi di fronte a quelle immagini nitide , ma al tempo stesso velate che ci capita di vivere e vedere durante il sonno. Questa atmosfera invade l'intero campo pittorico dentro e fuori la tenda dell'imperatore.
    Il soggetto fu ripreso anche successivamente, ma questa resta senza dubbio una delle migliori rappresentazioni artistiche del sogno in generale, ed è ricordata da molti come una delle migliori scene di notturno della storia dell'arte.
    Con un vero e proprio volo pindarico passiamo al 1782.
    Altra epoca, altre tensioni artistiche, altra interpretazione dell'esperienza onirica.

    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Incubo1

    L'opera in questione è L'incubo di Heinrich Fussli.
    Il pittore svizzero naturalizzato inglese è uno dei maggiori interpreti della poetica del Sublime, e uno di coloro che ha saputo materializzare l'esperienza onirica meglio di chiunque altro in ogni tempo.
    Nell'interpretazione religiosa l'atmosfera rerefatta grazie alla luce forte, chiara, accecante ma comunque rassicurante.
    In questo caso invece la stessa atmosfera dal profumo irreale si raggiunge giocando sul buio che domina l'intera scena.
    Al centro una donna dorme distesa su una lettiga dal sapore neoclassico e dal fondo emergono due figure che disturbano il suo sonno
    Sono immagini che rappresentano le fobie dell'uomo, che prendono sembianze di mostri per metà uomo e metà animali e che trasmettono comunque paura e tensione.
    In realtà esistono due versioni dell'opera con delle sottili differenze.

    La prima è conservata all'Institut of Arts di Detroit e ritrae una donna completamente distesa con la testa e le braccia che cadono all'indietro.
    Uno strano essere dalle forme antropomorfe è seduto sulla sua pancia e la osserva, mentre da una tenda da una tenda sullo sfondo appare il muso di un cavallo che non promette nulla di buono. Nell'altra versione, oggi al Goethe Museum di Francoforte, la donna ha una gamba piegata e l'essere malefico, sul suo addome , è per metà uomo e per metà animale.
    Inoltre in questo caso l'atmosfera da incubo è sottolineata con evidenti effetti coloristici e luministici che rendono più sfocato il racconto.

    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Incubo2

    Fussli fu uno dei più grandi cultori del sogno come soggetto artistico.

    Il sogno era, per lui, il momento-luogo in cui l'uomo si liberava di tutte le sue ansie, in cui esse prendevano vita e forma provocando una paura incontrollabile, ma al tempo stesso liberandolo venendo esse allo scoperto.
    Un'esperienza, dunque, quella onirica che condiziona il corso della vita reale che attende l'uomo al suo risveglio
    Perciò sia nel primo caso, con il sogno-visione dell'imperatore Costantino, che nel secondo, con l'incubo tipicamente “Sturm und drang” di Fussli, il sogno regola o comunque interferisce e influisce sulla vita vera, quella cosciente, quella ad occhi aperti. .
    E' liberazione e manifestazione di ciò che si ha dentro e si risolve in una nuova coscienza.
    Da vivere al risveglio.

    Fonte: www.conlalente.splinder.com[/font]ettoreluttazi@mybox.it
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    Messaggio  Caterina Ven Nov 05, 2010 10:28 pm

    Carissima Patrizia,
    molto interessante questo post sui sogni... mi ha fatto ricordare un pittore francese, Gustave Moreau che "dipingeva i suoi sogni"...
    Mi permetto di aggiungere alcune immagini di alcune sue opere che amo molto Il mondo onirico dell'Antico Egitto  562158




    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Gustav11




    Il mondo onirico dell'Antico Egitto  Moreau10


    Pittore molto eclettico diceva che la pittura è:

    specchio di bellezza fisica che riflette ugualmente gli slanci dell’anima, dello spirito, del cuore e dell’immaginazione e che risponde a questi bisogni divini nell’uomo di tutti i tempi. E’ la lingua di Dio! Un giorno si arriverà a capire l’eloquenza di questa arte muta; il cui carattere e la cui potere sullo spirito non possono essere definiti…..evocare il pensieri attraverso la linea, gli arabeschi ed il mezzo plastico, ecco il mio obiettivo.



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