L'Osservatore Romano cerca fratelli alieni: amplieranno gli orizzonti
Religione
La vita Extraterrestre interessa alla Chiesa, non è una novità. Non deve sorprendere dunque l'editoriale dell’Osservatore Romano sulle recentissime scoperte riguardo forme di vita "aliene" annunciate dalla Nasa. Il giornale del Vaticano pubblica un editoriale firmato da padre Josè Gabriele Funes direttore della Specola vaticana, gesuita argentino, 47 anni, dal 2006 capo degli astronomi del Papa nella sede del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Nel testo, già leggibile in Pdf sul sito dell’Osservatore romano, intitolato ‘Se qualcuno respira arsenico‘, si lancia nell'analisi del batterio capace di vivere attraverso l’arsenico e su un’altra notizia dell’esistenza di un pianeta, molto più grosso della Terra, dove le temperature e il vapore acqueo formato da nubi densissime indicherebbero un potenziale di vita extraterrestre. L'astronomo papale si interroga su quali sono i mondi possibili e che tipo di esseri viventi dobbiamo cercare.
Dalle nuove scoperte, commenta, indubbiamente verrà un allargamento dei ''nostri orizzonti concettuali''. Verranno domande sui pianeti e le galassie e su cosa sia un essere vivente. Ma se cerchiamo nuove forme di vita, ''dobbiamo almeno sapere cosa cercare, cioè definire cosa è un essere vivente'', quindi si allargheranno ''i nostri orizzonti concettuali''. ''E chissà se, - è la conclusione - in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una 'super terra' orbitante intorno a una 'nana rossa' e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande''. Padre Funes, che da buon gesuita spazia senza problemi dalla astrofisica alla teologia, nel 2008 ha affrontato proprio con l'Osservatore romano una serie di questioni sulla ipotesi di esseri viventi extraterrestri: sarebbero compatibili con la fede in Dio e non è detto che dovrebbero aver bisogno della redenzione. E un anche se molti scienziati fanno professione di ateismo, non è vero che l'astronomia favorisce una visione atea: una trentina di crateri della luna portano i nomi di antichi astronomi gesuiti, un asteroide del sistema solare e' stato intitolato al suo predecessore alla Specola, padre George Coyne. Padre Funes dunque non è impreparato a dialogare con il fratello che respira arsenico, per vedere se anche lui si pone gli stessi quesiti.
''L'astrofisica - commenta Funes, che è direttore della Specola vaticana – è una scienza che riserva sempre sorprese. La ricerca esige uno sforzo quotidiano, spesso nascosto, ma non di rado viene premiata con risultati significativi''. Quindi l'astronomo pontificio da' conto delle scoperte di questi giorni. Le ''nane rosse'' portano con sé l'ipotesi che ci siano altre galassie e altri pianeti. ''La comprensione della formazione di altri sistemi stellari - commenta Funes - ci aiuterà a capire meglio la formazione del nostro. E forse ci consentirà di arrivare a un modello che permetta di spiegare in un modo universale la formazione dei pianeti che orbitano intorno ad altre stelle''. Ma lo studio di pianeti extrasolari con atmosfera ''ripropone la domanda sulla possibilità di vita nell'universo''. E qui entra in gioco la seconda scoperta, quella del ''primo microrganismo conosciuto capace di crescere e riprodursi utilizzando una sostanza tossica come l'arsenico''. Questo essere vivente sostituisce l'arsenico al fosforo nei componenti delle cellule. In poche parole, è un microbo che respira arsenico. 'E’ evidente - rimarca l'astronomo vaticano - che se cerchiamo forme di vita nell'universo, dobbiamo almeno sapere cosa cercare: cioè definire che cosa è un essere vivente. Questa nuova scoperta sicuramente contribuirà ad allargare i nostri orizzonti concettuali in materia''. ''E chissà se, - è la conclusione - in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una super terra orbitante intorno a una nana rossa e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande''.
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La vita Extraterrestre interessa alla Chiesa, non è una novità. Non deve sorprendere dunque l'editoriale dell’Osservatore Romano sulle recentissime scoperte riguardo forme di vita "aliene" annunciate dalla Nasa. Il giornale del Vaticano pubblica un editoriale firmato da padre Josè Gabriele Funes direttore della Specola vaticana, gesuita argentino, 47 anni, dal 2006 capo degli astronomi del Papa nella sede del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Nel testo, già leggibile in Pdf sul sito dell’Osservatore romano, intitolato ‘Se qualcuno respira arsenico‘, si lancia nell'analisi del batterio capace di vivere attraverso l’arsenico e su un’altra notizia dell’esistenza di un pianeta, molto più grosso della Terra, dove le temperature e il vapore acqueo formato da nubi densissime indicherebbero un potenziale di vita extraterrestre. L'astronomo papale si interroga su quali sono i mondi possibili e che tipo di esseri viventi dobbiamo cercare.
Dalle nuove scoperte, commenta, indubbiamente verrà un allargamento dei ''nostri orizzonti concettuali''. Verranno domande sui pianeti e le galassie e su cosa sia un essere vivente. Ma se cerchiamo nuove forme di vita, ''dobbiamo almeno sapere cosa cercare, cioè definire cosa è un essere vivente'', quindi si allargheranno ''i nostri orizzonti concettuali''. ''E chissà se, - è la conclusione - in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una 'super terra' orbitante intorno a una 'nana rossa' e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande''. Padre Funes, che da buon gesuita spazia senza problemi dalla astrofisica alla teologia, nel 2008 ha affrontato proprio con l'Osservatore romano una serie di questioni sulla ipotesi di esseri viventi extraterrestri: sarebbero compatibili con la fede in Dio e non è detto che dovrebbero aver bisogno della redenzione. E un anche se molti scienziati fanno professione di ateismo, non è vero che l'astronomia favorisce una visione atea: una trentina di crateri della luna portano i nomi di antichi astronomi gesuiti, un asteroide del sistema solare e' stato intitolato al suo predecessore alla Specola, padre George Coyne. Padre Funes dunque non è impreparato a dialogare con il fratello che respira arsenico, per vedere se anche lui si pone gli stessi quesiti.
''L'astrofisica - commenta Funes, che è direttore della Specola vaticana – è una scienza che riserva sempre sorprese. La ricerca esige uno sforzo quotidiano, spesso nascosto, ma non di rado viene premiata con risultati significativi''. Quindi l'astronomo pontificio da' conto delle scoperte di questi giorni. Le ''nane rosse'' portano con sé l'ipotesi che ci siano altre galassie e altri pianeti. ''La comprensione della formazione di altri sistemi stellari - commenta Funes - ci aiuterà a capire meglio la formazione del nostro. E forse ci consentirà di arrivare a un modello che permetta di spiegare in un modo universale la formazione dei pianeti che orbitano intorno ad altre stelle''. Ma lo studio di pianeti extrasolari con atmosfera ''ripropone la domanda sulla possibilità di vita nell'universo''. E qui entra in gioco la seconda scoperta, quella del ''primo microrganismo conosciuto capace di crescere e riprodursi utilizzando una sostanza tossica come l'arsenico''. Questo essere vivente sostituisce l'arsenico al fosforo nei componenti delle cellule. In poche parole, è un microbo che respira arsenico. 'E’ evidente - rimarca l'astronomo vaticano - che se cerchiamo forme di vita nell'universo, dobbiamo almeno sapere cosa cercare: cioè definire che cosa è un essere vivente. Questa nuova scoperta sicuramente contribuirà ad allargare i nostri orizzonti concettuali in materia''. ''E chissà se, - è la conclusione - in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una super terra orbitante intorno a una nana rossa e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande''.
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Gio Mar 22, 2012 10:10 pm Da Filippo Bongiovanni
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