INTERVISTA AD UN MAESTRO ANDINO: Anton Ponce De Leon Paiva
Carla Caporale e Benito Lusenti
Come raramente ho potuto constatare, e ciò unicamente in persone che potrei solo definire "sante", di fronte ad Anton Ponce, sono stata pacificamente coinvolta in una specie di serenità senza tempo, fatta di semplice solidità.
Mi venne detto di questo maestro andino da Benito Lusenti nel marzo '99. Nella mia vita, un po' per mio interesse e percorso personale e un po' per la mia attività di giornalista, avevo conosciuto una miriade di "maestri", specie quelli della cosiddetta "nuova era". Di tutti, o quasi, mi era rimasto impresso un certo fare da "prima donna" nell'esibirsi, e al contempo un'estrema attenzione alla questione denaro che oggi, guarda caso, non sembra più essere considerata "vile" ma proprio da loro, novelli guru di questa nostra nuova società, esaltata al livello di reale professionalità. Ovvio che di spirituale, nonostante ciò che acclamavano, mi lasciavano ben poco.
Non volevo però farmi fermare dai pregiudizi, così ho deciso di conoscere l'ennesimo "maestro" della mia carriera professionale. Per una serie di disguidi non ci siamo incontrati in redazione ma a casa mia, che era più comodo per loro. Infatti sarebbero arrivati da Modena: Benito che guidava l'auto, la sua compagna Claudia, Anton Ponce e la moglie.
Come raramente ho potuto constatare, e ciò unicamente in persone che potrei solo definire "sante", di fronte ad Anton Ponce, sono stata pacificamente coinvolta in una specie di serenità senza tempo, fatta di semplice solidità. Mi sembrava di stare vicino a una "piccola montagna sacra", forte e connessa, carica di una energia solare ma mite, che mi faceva stare bene in me stessa e con il mondo. Lo spagnolo non è una lingua che parlo, tuttavia ascoltare Anton Ponce non necessitava di traduzione, perché lui mi entrava dentro e il significato mi raggiungeva, qualunque lingua avesse parlato. Per iniziare a entrare nel tema cominciai a chiedere spiegazioni sul simbolo che era riprodotto sul suo bigliettino da visita, che mi ricorda molto quello dei Rosacroce.
D: "Che cosa significa questo simbolo?"
R: "È un simbolo antichissimo degli Intic Churincuna. Intic Chrincuna sono due parole Kechua che significano Figli del Sole; i nostri Maestri sono gli unici eredi di questa conoscenza e cosmovisione e ci hanno in pratica ordinato di cominciare la funzione esterna di questa Fratellanza, a Samana Wasi, che è la nostra casa, dove abbiamo accolto 31 bambini abbandonati ed una anziana. Questa Fratellanza tanto segreta degli Intic Churincuna 25 anni fa è uscita allo scoperto, con un gruppo esterno che si chiama Hermandad Solar de los Intic Churincuna (H.S.I.CH.), Fratellanza Solare dei Figli del Sole."
D: "Che cosa era segreto?"
R: "Quello che era segreto era la H.S.I.CH."
D: "Ci può spiegare qualcosa di questa Fratellanza Solare?"
R: "Dobbiamo fare un po' di storia. È un gruppo che vive tuttora in una comunità sulle Ande peruviane, abbastanza vicino a Cusco, dove si nascosero migliaia di anni fa perché ci fu una persecuzione molto forte, prima da parte degli Incas, stiamo, infatti, parlando di una cultura preincaica, poi da parte degli spagnoli durante la loro invasione. Questi saggi, grandi Maestri, grandi conoscitori dell'uomo e della vita realizzarono in quella comunità una cerimonia molto importante in modo che nessuno li trovasse e disturbasse mai più, e da allora fino ad oggi vivono lì in pace.
Nessuno sa chi sono, vivono isolati fisicamente, tuttavia sono in contatto con tutte le comunità Kechua e con quello che noi chiamiamo civiltà. Sanno tutto quello che succede nel mondo, ma noi, nel mondo, non conosciamo quel luogo, quella comunità, che deve avere una cinquantina di famiglie non di più. Nei miei libri la chiamo comunità "A", per ovvie ragioni; infatti loro non vogliono che il mondo sappia dove si trovano, in modo nessuno li vada a disturbare. Se ne parlassimo, dopo aver scritto i libri, ci sarebbe una invasione turistica, terribile per loro. Perciò non dico dove è il luogo e neanche il nome della comunità, semplicemente la chiamo comunità "A".
Loro cominciarono a lavorare migliaia di anni fa con un messaggio spirituale che arrivava da Lemuria. Lemuria era un continente molto grande che esercitava la sua influenza dalla California al Cile. Tutti questi Paesi, oggi, hanno ancora un qualcosa di Lemuriano in sé. Vennero dei grandi saggi da Lemuria, che si installarono vicino al Lago Titicaca, che significa "puma di pietra". In effetti il lago ha la forma di un puma che sta per afferrare una lepre; ci si è accorti da poco di ciò, grazie ai satelliti e le scoperte scientifiche, e ci si è chiesto come potessero sapere, quegli antichi peruviani, che il lago avesse questa forma di puma!
Ci sono molti interrogativi che la scienza si pone quando legge i miei libri; storici, antropologi, archeologi e ricercatori che non hanno avuto la possibilità che ho avuto io non credono che esista un movimento spirituale tanto grande sulle Ande."
D: "Quanto grande?"
R: "Grande come espansione spirituale, non come territorio; è il messaggio spirituale che è molto grande e che differisce per molti aspetti dalle religioni. Come abbiamo detto, dovettero effettuare delle cerimonie speciali perché nessuno li trovasse e disturbasse. Gli spagnoli che arrivarono in America, e che pensavano di trovare popoli selvaggi, restarono sorpresi quando iniziarono ad ascoltare questa filosofia di vita. Questa conoscenza avrebbe potuto far crollare le fondamenta di quello che loro portavano in America. C'è un concetto molto grande di ciò che è Dio e di ciò che è l'uomo, e questo è rappresentato nel simbolo. I siti archeologici che sono tuttora nelle vicinanze di Cusco, che sono santuari e non fortezze o costruzioni militari come molti storici hanno definito, in quanto non sanno cosa sono, sono grandi centri religiosi dove venivano venerati Dio e la Natura. Lì troviamo monumenti dedicati all'Acqua, all'Aria, alla Terra; Pachamama è una parola Kechua che è stata universalizzata e tutto il mondo sa cosa è.
Si pensa sempre che Dio abbia forma umana, cioè l'uomo ha umanizzato Dio; in questa tradizione Dio è rappresentato con un cerchio, e questo simbolo (della Fratellanza Solare N.d.t.) lo troviamo in quei siti archeologici, ma i vari simboli non sono sempre tutti insieme: c'è un cerchio lavorato in altorilievo in pietra, c'è un quadrato da un'altra parte, un cubo, un triangolo da un'altra parte ancora e troviamo anche un cerchio con un altro cerchio più piccolo, cosa significa ciò? È il concetto di Dio che non ha forma, è semplicemente Luce.
Il cerchio più piccolo è Dio manifestato. All'inizio Dio era immanifestato, era il Nulla, però il Nulla non è assenza, è inizio. Ci sono pietre circolari con un altro cerchio dentro o una protuberanza al centro che rappresenta il Dio manifestato. Non ne parlerò in dettaglio ma, sintetizzando, la tradizione dice che quando Lui per amore si manifestò, esalò per creare e creando usò i quattro elementi: terra, Acqua, Aria e Fuoco, però vide che ciò non aveva vita e ci mise parte di se stesso, e questo viene rappresentato dal triangolo, la parte più sottile dell'uomo; tutto ciò si manifestò nell'etere che è il quinto elemento. Questa parte ci ricorda la nostra personalità e ci ricorda anche ciò che siamo, perché l'uomo è una unità duale: una parte di noi è molto importante ed è ciò che siamo realmente, mentre la parte esterna è composta da tutti questi elementi dove risiede la nostra personalità.
Questo simbolo non è nostro esclusivo però noi lo usiamo come simbolo della Hermandad Solar e di Samana Wasi, che significa la Casa del Riposo, Casa della Pace, Casa dell'Armonia.
Voglio dire qualcosa che è interessante. Ci sono parole sanscrite che esistono in kechua. Noi diciamo come ipotesi, in accordo con la conoscenza ricevuta da quei Maestri, che la lingua kechua, insieme all'aimara, un'altra lingua sorella, sia la madre e l'origine di tutti gli idiomi sulla Terra. Questa non è la mia opinione, così dicono i Maestri, io non ci credevo fino a che non arrivarono nelle mie mani due libri molto interessanti di due filologi americani, uno ecuadoriano, l'altro boliviano, che, senza conoscersi a vicenda, hanno dedicato 30-40 anni della loro vita allo studio delle lingue, arrivando alla stessa conclusione: il kechua e l'aimara, lingue andine, costituiscono una sola lingua madre di tutte le altre che esistono. Nel sanscrito, lingua antichissima, ci sono parole kechua: "samana" è una parola sanscrita, ma è anche kechua, il nome dell'India viene da Indi, che viene da Inti che è kechua; "Inti" è il Sole. Quei due hanno fatto uno studio molto scientifico, mettendo le parole kechua con la traduzione in inglese, tedesco e molte altre lingue, e si vede che ci sono radici kechua dappertutto. Affermando questo come ipotesi non pretendo assolutamente di essere creduto, l'importante è che sia motivo di ricerca, per degli ulteriori studi.
Noi della Hermandad Solar crediamo che la Storia verrà scritta tra poco. La storia ufficiale crediamo debba essere rivista perché ci sono moltissime cose da correggere. Lo stesso nome di America è sempre stato attribuito ad Amerigo Vespucci, ma mi pare che il nome Amerigo non esistesse in italiano a quell'epoca, mi dicono che era Alberico; comunque, nonostante tutta l'importanza che ha avuto questo navigatore, non credo fosse tanta da attribuire il suo nome a un continente intero; questo non per diminuire quello che ha fatto, in nessun modo. Nello studio che hanno fatto quei due filologi, Emeterio Villamil de Rada, boliviano e Hector Burgos Stone, ecuadoriano, che scrissero rispettivamente "Amaraka, Mondo senza Tempo" e "La lingua di Adamo", si dice che America viene da Amaraka, Amara significa immortale, "Ka" è Terra, la terra degli immortali, così si chiamava l'America.
Dall'antichità più remota e in molte leggende e miti di tutta la Terra si fa riferimento alla terra degli immortali. Quindi credo che si debbano fare delle ricerche su questo.
Noi diciamo sempre che la spiritualità è la madre della scienza, ma la scienza, essendo figlia, non la riconosce e non la accetta in nessun modo. La spiritualità ci da la possibilità di ricercare, occorre ricercare. Per me è una realtà, perché conosco questi Maestri, ho vissuto giorni con loro, so della saggezza che hanno e che è sorprendente; sono analfabeti, ma con una cultura immensa; come tutti i saggi si esprimono sempre in una forma molto semplice; quando la verità ci arriva semplicemente spesso non la accettiamo, non può essere così semplice! A noi umani piace complicare le cose e quindi ci complichiamo la vita.
Se la spiritualità indica molti aspetti che ci riguardano, come umani dovremmo indagare, non accettare qualcosa solo perché l'ha detto qualcuno, questo è importante.
Perciò crediamo che la Storia debba essere rivista, particolarmente penso che la Storia verrà scritta tra poco; forse le migrazioni non furono dall'Europa e dall'Asia verso l'America attraverso lo stretto di Bering, forse fu il contrario, i sudamericani passarono attraverso lo stretto di Bering agli altri continenti. Curiosamente la conoscenza spirituale in tutta la Terra è molto simile a quella andina. Molte volte nelle mie conferenze e seminari mi dicono: "Questo sembra il Tai-Chi!" oppure "Quello che lei dice, lo dice anche la Teosofia!" o molte altre scuole iniziatiche o religioni. C'è però una differenza tra i saggi andini e quelli di altri continenti: c'è sempre la coppia, la donna non sta dietro, è a fianco dell'uomo. La donna è tenuta molto in considerazione, l'uomo forse è il potere, ma la forza, l'equilibrio e l'armonia li dà la donna.
In tutte le leggende e i miti andini appaiono sempre tutti e due. La tradizione nostra dice che la città sacra Qosqo, che in kechua significa centro (Cuzco è il nome dato dagli spagnoli), fu fondata da Manco Ccapac e Mama Ocllo, due esseri molto saggi,che arrivarono lì con un seguito di saggi molto grande; quando fondarono la città Mama Ocllo inizia ad insegnare la conoscenza e la sua pratica a tutte le donne e Manco Ccapac insegna la conoscenza e la sua pratica agli uomini. Dico conoscenza e la sua pratica perché conoscere e sapere sono due parole sinonime secondo l'Accademia della Lingua Spagnola, però per noi, esotericamente e spiritualmente, non sono la stessa cosa. Conoscere è diverso da sapere. Conoscere è informarsi, è la parte teorica della conoscenza che è pericolosa se resta nel solo conoscere, deve trasformarsi in sapere. Come? Con la pratica, solo portando la conoscenza alla pratica, sapremo.
La conoscenza si trasforma in saggezza solo facendo; mettendo in pratica la conoscenza teorica, ci possiamo avvicinare alla saggezza, senza pretendere di essere saggi; inoltre la pratica ci da autorità. Sulla Terra purtroppo c'è molta gente che dice di essere spiritualista, crede di sapere perché conosce qualcosa, ma l'unica cosa che ha è informazione accumulata nel cervello. I Maestri chiamano questa gente "spiritualisti da scrivania"; la spiritualità è un atteggiamento di vita, è fare, è azione, l'unica maniera per dimostrare a noi stessi se stiamo o no avanzando nel cammino, il resto è teoria. Così nacque Samana Wasi.
Noi diciamo sempre che l'uomo è venuto sulla Terra per essere felice e questo è quello che c'era in America, l'uomo era felice, perché quei grandi saggi davano la conoscenza agli uomini e poi li mettevano immediatamente alla pratica; la conoscenza da sola è pericolosa perché rende vanitosi; uno crede di sapere in quanto ha letto tanto. No, tutto quello che ha è un accumulo di informazioni. Questa è la differenza con altri centri, non con tutti certamente, ci sono scuole iniziatiche, religioni che hanno portato alla pratica la conoscenza teorica della spiritualità e sono stati popoli felici, però la maggior parte no, e non hanno conosciuto realmente la felicità, uno dei motivi per cui siamo sulla Terra.
L'altro motivo è il servizio, parola che non esiste più nel dizionario di molta gente, che è tuttavia una delle ragioni principali per cui siamo qui. L'uomo deve servire, deve imparare a condividere. L'egoismo non è per niente positivo e per questo ci scontriamo sempre con tutti; l'uomo deve imparare a condividere quello che ha. Gli attaccamenti a cose, oggetti o persone sono pericolosi. Un'altra cosa che portiamo come messaggio è il distacco dalle cose; ciò che abbiamo imparato da questi saggi è molto semplice, ed è un messaggio col quale sono completamente identificato.
L'esperienza che ho avuto con questi saggi l'ho in parte descritta nel primo e nel secondo libro, altre cose usciranno successivamente. Lo scopo della mia prima visita in Italia, un Paese molto bello e romantico, è di portare il messaggio qui perché venga conosciuto. La presentazione del primo libro è stata fatta qualche giorno fa a Torino, grazie a Chicca Morone, è stata molto emotiva, non pensavo ci sarebbe stata tanta gente e due giornalisti che commentavano il libro. Questa è la missione che portiamo da tutte le parti e che è un aspetto molto importante, fondamentale. Tutti abbiamo una missione nella vita, generalmente ha a che fare col servizio, quindi dobbiamo scoprire cosa dobbiamo fare; nel nostro caso la missione è chiara, servire bambini e anziani abbandonati per recuperarli integralmente e perché siano in futuro persone di valore per la loro comunità; questo è il lavoro che stiamo realizzando in base a questa conoscenza."
D: "Può spiegare qualcosa di Lemuria?"
R: "Lemuria è un continente che esisteva nel Pacifico, uno dei continenti più grandi, enorme. Molto vicino al Nord America, dalle parti di San Francisco, California. Nel sud terminava praticamente in Antartide. Fu un popolo che cominciò ad avvicinarsi all'America, era un popolo molto spirituale e ciò non collima con quello che dicono alcuni ricercatori, i quali sostengono, non avendo tutte le informazioni, che il popolo lemuriano o di Mu, che è lo stesso, era molto arretrato, quasi a livello animale e non umano.
Io ho un'altra concezione che affermo ancora come ipotesi da verificare, ma con la quale mi identifico perché ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere questi Maestri e dopo averli conosciuti e sapendo come sono non ho dubbi su ciò che dicono.
Loro assicurano che Mu fu il continente più grande, aveva influenze in America e Asia e nelle relazioni che ebbero con i popoli di quei luoghi portavano questa conoscenza. Per ragioni che non conosco seppero che il loro continente sarebbe scomparso; questo successe molte migliaia di anni fa, oltre 100 mila anni fa. A volte considerano Lemuria come 20-30 mila anni fa, ma è molto più antica. Siccome era gente che aveva raggiunto un livello spirituale molto elevato, decisero di emigrare verso l'Asia e verso l'America. Attraverso il Centro=America arrivarono ad Atlantide, lasciando li' la loro conoscenza, proseguendo poi verso il Mediterraneo e l'Egitto e anche qui lasciarono la loro conoscenza. Questo è più o meno quello che si conosce del loro percorso.
Si parla di un Mar Mediterraneo anche in Sud America, nella zona che è oggi Brasile e che aveva come litorale occidentale quello che oggi sono Perù, Bolivia. Ecuador, dove fiorirono grandi culture. Quindi sembra che attraversando il Pacifico arrivavano sulle Ande, le attraversavano ed erano in questo mare Mediterraneo sudamericano, lo attraversavano, risalivano l'Amazzonia e arrivavano nell'Atlantico e ad Atlantide, dove avevano relazioni, e da lì proseguivano fino all'Egitto. La loro influenza arrivò praticamente in tutto il Mondo.
Diciamo sempre che la verità è una sola, non ci sono due verità, una deve essere falsa! In qualsiasi aspetto, nella ricerca, negli affari, nello studio, nelle relazioni c'è una verità. Com'è il microcosmo, così è il macrocosmo; ciò che succede in piccolo qui, succede in grande nel cosmo. La conoscenza è una sola e arriva per vari canali alla Terra, quindi la conoscenza ha praticamente la stessa storia e si adegua perché i vari popoli la possano comprendere. Quindi il simbolismo, i miti, le leggende sono molto simili; forse col tempo si produrrà l'unicità che stiamo cercando, magari senza esserne molto coscienti; dobbiamo tornare all'unità.
La fisica quantica oggi, per mezzo della psicologia quantica, sta arrivando a ciò che dicono questi Maestri; già Krishnamurti disse molto semplicemente una verità
enorme, anche se in quel periodo non fu compreso, "Io sono il mondo", ma nessuno capì realmente. A volte prendiamo la conoscenza letteralmente, credo che si debba guardare un po' più in là di ciò che è scritto o ascoltare più in là di ciò che si dice, per trovare la verità che contiene. Per noi, i Lemuriani furono un popolo molto avanzato che lasciò la sua cultura su tutta la Terra, poi quel continente sprofonda e fiorisce Atlantide, che comincia ad avere influenza anche sui già affermati lemuriani. Atlantide è molto posteriore, poi anche loro se ne vanno.
Questa è più o meno la storia, molto riassunta, di cui parlano questi Maestri."
D: "Com'è arrivato in contatto con questo popolo di saggi?"
R: "Per mezzo di mio padre, che era loro grande amico, amico e discepolo di Yupanqui Puma, un Maestro e saggio che io conobbi quando avevo 7 anni, accompagnando mio padre in quella comunita'. Pero' mio padre non parlava mai di loro, mantenne sempre il silenzio, tanto che molta gente che conobbe mio padre mi diceva "Chi avrebbe mai creduto che tuo padre avesse questa conoscenza!""
D: "Come mai non ne parlò"?
R: "Era il suo accordo, lui apparteneva a quella Hermandad, però fuori non ne parlava; era anche una epoca difficile nella quale c'erano ancora persecuzioni; quindi era necessario mantenere il segreto. Così abbiamo imparato da loro la lealtà che purtroppo è un aspetto non molto conosciuto oggi! Credo che dobbiamo imparare dai cani che hanno una lealtà e una umiltà a tutta prova! Credo che la lealtà abbia fatto si che questa conoscenza si mantenesse in tutta la sua purezza per migliaia di anni fino ad oggi. Io ebbi l'onore di essere ricevuto ma solo grazie a mio padre, non per meriti miei, mio padre chiese loro di ricevermi e il loro incarico per me era di portare fuori questa conoscenza senza pero' dire dove loro sono; portare questa conoscenza nel mondo, soprattutto per la gente che si interessa a queste cose. Per questo portiamo il messaggio dappertutto."
D: "Che consiglio vuol dare ai lettori che vogliono cominciare un lavoro spirituale con se stessi?"
R: "Devono riflettere su se stessi, niente succede per caso, tutto ciò che succede nella nostra vita ha un motivo, occorre vedere qual è. È semplice ma non è facile, richiede un lavoro. Quindi quello che suggerisco alla gente è innanzitutto di chiedersi se si amano o no, perché purtroppo sembra che l'uomo abbia smesso di amarsi e ha reso la sua vita un disastro; siccome non si ama non ha cura di se stesso e finisce per provare rancore, odio; credo che sia importante che l'uomo rifletta e una delle prime domande che deve farsi è questa: mi amo?. Che ognuno si dia una risposta e magari abbia il coraggio di essere sincero con se stesso; a volte copriamo le cose e sembriamo quello che non siamo ma è tempo, ora, di essere e di fare. Credo che questo sia il messaggio più importante.
Noi siamo sicuri che se l'uomo prende coscienza della sua realtà, di quello che è, non di quello che sembra, può essere felice, può recuperare quello che ha perso. Pero' siccome non comprende queste cose, soffre; la mancanza di comprensione porta sofferenza, occorre comprendere per non soffrire. Questo messaggio è adesso molto importante e universale, ma non viene praticato.
La conoscenza di questi Maestri, nonostante il tempo, continua ad essere viva e molto attuale. Questa è un'altra ragione dei nostri viaggi, portiamo questo messaggio nelle conferenze e nei seminari e con questo, unitamente alla vendita dei libri, sosteniamo Samana Wasi; è l'unica possibilità perché non riceviamo aiuti dalle istituzioni; solo da persone che isolatamante ci sostengono. Quindi due ragioni importanti per i nostri viaggi , portare questo messaggio sconosciuto in Europa e raccogliere fondi per Samana Wasi."
D: "La gente che vuole venirvi a trovare può farlo?"
R: "Si, da anni riceviamo gente. Quest'anno (1999 n.d.t.) in settembre saranno 25 anni, è stata una sorpresa anche per me arrivarci!"
Marzo 1999
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