Neonato figlio clochard muore di freddo e stenti a Bologna
In ospedale il gemello e una sorellina di un anno e mezzo
In ospedale il gemello e una sorellina di un anno e mezzo
BOLOGNA - Ha vissuto 23 giorni, ma neanche una settimana fuori dall'ospedale, dove e' rimasto dopo la nascita e dove e' tornato per morire. Nato il 13 dicembre insieme ad un gemellino, Devid Berghi, figlio di due genitori che si adattavano a dormire in strada e in ripari di fortuna, e' morto di freddo e stenti al Sant'Orsola di Bologna nella notte tra il 4 e il 5 gennaio. Era stato raccolto e soccorso in quel gelido pomeriggio, quando ormai non respirava piu', nella piazza centrale di Bologna, davanti a Palazzo D'Accursio e alla Basilica di San Petronio. ''Potevamo fare di piu', se avessimo avuto una migliore conoscenza della situazione'', ha spiegato Anna Maria Cancellieri, che regge il Comune commissariato, dopo le dimissioni di Delbono. ''La madre del bimbo ha fatto di tutto per non farsi aiutare. E' una povera donna, che ha sempre rifiutato alloggi e assistenza''. Gli altri due figli, il gemello di Devid e una sorellina di un anno e mezzo, anche loro ricoverati all'ospedale per precauzione, ''ora sono in una struttura protetta, ma neppure in questo caso la mamma li ha voluti seguire''. Questo ''e' l'epilogo di una triste vicenda'', ha concluso il commissario. Cio' non toglie che i servizi sociali del Comune, che conoscevano la donna, bolognese, 37 anni, dal 2001, siano sotto accusa. Per far luce sulla vicenda, a titolo conoscitivo, la Procura bolognese ha aperto un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato. ''Ora indaghera' la magistratura'', ha tagliato corto Cancellieri, incalzata dai cronisti. ''Se ci sono delle responsabilita', salteranno fuori''. La donna, a quanto e' stato ricostruito, in dieci anni, ha avuto cinque figli con tre diversi uomini, e ne ha sposato un altro, un extracomunitario. Insieme al quale, ufficialmente, risiede ancora in un appartamento in affitto in centro, via Tovaglie. Questo, almeno, era quello che raccontava agli operatori dei servizi, quando le chiedevano dove passasse le notti. Cancellieri ha detto che non risultate essere tossicodipendente. I primi due bambini, nati nel 2001 e nel 2003, le erano stati tolti e dati in affido. Un anno e mezzo fa, aveva partorito un'altra bambina, che ha vissuto a lungo con la nonna, in un'altra citta'. I due gemelli sono stati il frutto invece dell'unione con l'ultimo compagno, un clochard, a quanto si e' appreso, di origini toscane, conosciuto in citta' dalle strutture di accoglienza per senza fissa dimora. In uno dei recenti contatti con i servizi, a novembre, la donna aveva nascosto la gravidanza, gemellare, all'ottavo mese, e gli operatori non se ne erano accorti. ''Vestiva abiti larghi e aveva una corporatura robusta'', si e' giustificata Maria Grazia Bonzagni, responsabile del dipartimento dei servizi alle famiglie. Poi, come ha spiegato il commissario, in altre situazioni lei ''spariva'' e non si faceva trovare. Il 13 dicembre, il parto. In quell'occasione i servizi ospedalieri inviarono una mail al quartiere di riferimento, per chiedere se la donna fosse seguita. Un messaggio a cui e' stata data risposta affermativa il giorno dopo. Il 29 dicembre, i neonati e la madre sono stati comunque dimessi dall'ospedale. Da quel momento, la famiglia e' stata vista per due volte. Una nella biblioteca Sala Borsa, il 30 dicembre. ''Ci e' stato riferito che stavano bene'', ha detto Cancellieri. L'altra ad un pasto di solidarieta', l'ultimo dell'anno. ''Anche in quei casi alla donna e' stata offerta accoglienza, ma ha ancora rifiutato''. Molto probabilmente la famiglia ha vissuto quei giorni all'aperto. In queste condizioni, Devid e i suoi venti giorni di vita, non hanno retto. E' morto al Sant'Orsola e domani si avranno gli esiti dell'autopsia amministrativa fatta all'ospedale. Ma era arrivato gia' in condizioni critiche. Prima, in piazza Maggiore, come ha raccontato un testimone, un farmacista che e' stato tra i primi a dare l'allarme, ''sembrava gia' morto, non respirava piu'''. I genitori non si davano pace: ''Il padre lo appoggiava sul bancone. Continuavano a dire che la mattina aveva mangiato''.
Fonte: ANSA
**************
So bene che questa è solo una delle tante storie che accadono quotidianamente...ma forse è proprio questa la cosa grave...certe cose sono diventate normalità per questa società distratta ed indifferente, che sembra vivere anestetizzata. A leggere certe cose non si può provare disappunto e dispiacere.
Gio Mar 22, 2012 10:10 pm Da Filippo Bongiovanni
» mafia TAV scorie KO W Tri BOOM TRI voluzione Fusione Fredda REFLUOPETROLIO LEVI tazione MagLEV capovolgi ONU Era Ora stop ONAN ISM CFR w NUNISMO democrazia Glocal Artenu
Mer Mar 07, 2012 8:21 am Da LeviMOLCA
» Podcast Intervista a Orazio Valenti
Gio Feb 02, 2012 10:04 pm Da Federico
» Riconoscimenti e chiarimenti per Eugenio
Gio Feb 02, 2012 2:19 pm Da Filippo Bongiovanni
» Interivsta radiofonica con Orazio valenti
Mar Gen 31, 2012 6:31 pm Da Federico
» "Giorno della Memoria"
Ven Gen 27, 2012 7:33 pm Da Filippo Bongiovanni
» Paolo Attivissimo: Siamo soli o no nell’Universo? E’ una domanda profonda e nobile
Gio Gen 26, 2012 10:30 pm Da Filippo Bongiovanni
» La Fine del Mondo
Mer Gen 25, 2012 12:43 pm Da Filippo Bongiovanni
» Salviamo i cuccioli di foca. Canada e Norvegia vergogna!
Mar Gen 24, 2012 4:24 pm Da Filippo Bongiovanni