Il difensore della gloria di Dio
Echeggiò, allora, un urlo nel Cielo: "Chi è come Dio?" Tra l'angelo ribelle e il trono dell'Onnipotente si ergeva "uno dei primi principi" (Dn 10, 3), un serafino incomparabilmente più splendente e forte di quello che era stato "colui che portava la luce". Chi era costui che osava sfidare il più alto degli angeli e ora rifulgeva invincibile, rivestito del "potere della giustizia divina, più forte di tutta la forza naturale degli angeli" (12)? Chi era costui? Fiamma viva d'amore, fuoco di zelo e umiltà, esecutore della divina giustizia.
"Chi come Dio?" - Questo simbolo di fedeltà, che in ebraico si dice Mi-ka-el, passò ad essere il nome di quel serafino che con la sua impareggiabile carità fu il primo ad alzarsi in difesa della Maestà offesa. Michael, Michele: nome che esprime, nella sua sonora brevità, la lode più completa, l'adorazione più perfetta, il riconoscimento più pieno d'amore della trascendenza divina e la confessione più umile della contingenza della creatura.
La prima battaglia di una guerra eterna "Scoppiò in Cielo una grande battaglia" (Ap 12,7). Lotta tra angeli e demoni, lotta della luce contro le tenebre, della fedeltà contro la superbia, dell'umiltà e dell'ordine contro l'orgoglio e il disordine. "Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago, e il drago combatteva insieme con i suoi angeli contro di lui" (Ap 12,7) Satana, sconvolto dall'orgoglio e "ostinato nel suo peccato" (13)," trascinò un terzo" (Ap 12,4) degli spiriti angelici, sommergendoli con sé nelle tenebre eterne della rivolta.
Tuttavia, questi non hanno prevalso, né il loro posto si è più trovato nel Cielo. È stato precipitato quel grande drago, che si chiama demonio e satana, e sono stati precipitati con lui i suoi angeli (cf. Ap12, 8-9) negli abissi tenebrosi dell'inferno (cf. 2Pd2,4). Un immenso clamore ha riempito l'universo: come sei caduto dal cielo, o astro risplendente, che brillavi nel nascere del giorno? (cf. Is 14, 12) La tua superbia è stata abbattuta fino agli inferni! (cfr. Is 14,11).
Mentre il serafino ribelle era visto "cadere dal cielo come la folgore" (Lc 10,18) ed essere condannato al fuoco inestinguibile, "preparato per lui e i suoi angeli" (Mt 25,41), San Michele era elevato dal Re eterno alla vetta della gerarchia degli angeli fedeli e diventava il " gloriosissimo principe della milizia celeste",
L’apparizione di Elia nella Bibbia viene profetizzata prima della venuta del Messia ebraico, ma Gesù sostiene che questa profezia si fosse già compiuta quando Elia apparve come Giovanni Battista (Matteo 17,9-13). Un’altra profezia biblica sostiene che quando il Messia sarà sul punto di apparire: “sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo” (Daniele 12,1). Molti cristiani hanno interpretato questa seconda profezia come un’indicazione che l’Arcangelo Michele sarebbe stato l’annunciatore della Seconda Venuta di Cristo, poiché come Dio inviò Elia nelle vesti di Giovanni Battista per annunciare la prima venuta di Cristo sulla Terra, Egli invierà allo stesso modo Michele alla fine dei tempi per proclamare la sua Seconda Venuta. Questa apparizione, le tradizioni non lasciano adito a dubbi, avverrà su un “monte”. Gli ebrei sono sicuri che il luogo sarà il Monte Sion, dove si ergeva il Tempio di Salomone. Ma per i cristiani la cosa era incerta e da ciò derivano le apparizioni di San Michele sui diversi monti d’Europa nel Medioevo. Nei pressi del Mont Saint-Michel la foresta di Scissy, allora non ancora invasa dal mare, era sede di due tribù celtiche, che utilizzavano la roccia per i culti druidici. Secondo l'abate Gilles Deric, uno storico bretone del XVIII secolo, il santuario era dedicato a Beleno, il dio gallico del Sole (Mons vel tumba Beleni, ossia "Monte o tomba di Beleno"). Il SALVATORE, il nostro DIFENSORE, è dentro di noi.
Echeggiò, allora, un urlo nel Cielo: "Chi è come Dio?" Tra l'angelo ribelle e il trono dell'Onnipotente si ergeva "uno dei primi principi" (Dn 10, 3), un serafino incomparabilmente più splendente e forte di quello che era stato "colui che portava la luce". Chi era costui che osava sfidare il più alto degli angeli e ora rifulgeva invincibile, rivestito del "potere della giustizia divina, più forte di tutta la forza naturale degli angeli" (12)? Chi era costui? Fiamma viva d'amore, fuoco di zelo e umiltà, esecutore della divina giustizia.
"Chi come Dio?" - Questo simbolo di fedeltà, che in ebraico si dice Mi-ka-el, passò ad essere il nome di quel serafino che con la sua impareggiabile carità fu il primo ad alzarsi in difesa della Maestà offesa. Michael, Michele: nome che esprime, nella sua sonora brevità, la lode più completa, l'adorazione più perfetta, il riconoscimento più pieno d'amore della trascendenza divina e la confessione più umile della contingenza della creatura.
La prima battaglia di una guerra eterna "Scoppiò in Cielo una grande battaglia" (Ap 12,7). Lotta tra angeli e demoni, lotta della luce contro le tenebre, della fedeltà contro la superbia, dell'umiltà e dell'ordine contro l'orgoglio e il disordine. "Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago, e il drago combatteva insieme con i suoi angeli contro di lui" (Ap 12,7) Satana, sconvolto dall'orgoglio e "ostinato nel suo peccato" (13)," trascinò un terzo" (Ap 12,4) degli spiriti angelici, sommergendoli con sé nelle tenebre eterne della rivolta.
Tuttavia, questi non hanno prevalso, né il loro posto si è più trovato nel Cielo. È stato precipitato quel grande drago, che si chiama demonio e satana, e sono stati precipitati con lui i suoi angeli (cf. Ap12, 8-9) negli abissi tenebrosi dell'inferno (cf. 2Pd2,4). Un immenso clamore ha riempito l'universo: come sei caduto dal cielo, o astro risplendente, che brillavi nel nascere del giorno? (cf. Is 14, 12) La tua superbia è stata abbattuta fino agli inferni! (cfr. Is 14,11).
Mentre il serafino ribelle era visto "cadere dal cielo come la folgore" (Lc 10,18) ed essere condannato al fuoco inestinguibile, "preparato per lui e i suoi angeli" (Mt 25,41), San Michele era elevato dal Re eterno alla vetta della gerarchia degli angeli fedeli e diventava il " gloriosissimo principe della milizia celeste",
L’apparizione di Elia nella Bibbia viene profetizzata prima della venuta del Messia ebraico, ma Gesù sostiene che questa profezia si fosse già compiuta quando Elia apparve come Giovanni Battista (Matteo 17,9-13). Un’altra profezia biblica sostiene che quando il Messia sarà sul punto di apparire: “sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo” (Daniele 12,1). Molti cristiani hanno interpretato questa seconda profezia come un’indicazione che l’Arcangelo Michele sarebbe stato l’annunciatore della Seconda Venuta di Cristo, poiché come Dio inviò Elia nelle vesti di Giovanni Battista per annunciare la prima venuta di Cristo sulla Terra, Egli invierà allo stesso modo Michele alla fine dei tempi per proclamare la sua Seconda Venuta. Questa apparizione, le tradizioni non lasciano adito a dubbi, avverrà su un “monte”. Gli ebrei sono sicuri che il luogo sarà il Monte Sion, dove si ergeva il Tempio di Salomone. Ma per i cristiani la cosa era incerta e da ciò derivano le apparizioni di San Michele sui diversi monti d’Europa nel Medioevo. Nei pressi del Mont Saint-Michel la foresta di Scissy, allora non ancora invasa dal mare, era sede di due tribù celtiche, che utilizzavano la roccia per i culti druidici. Secondo l'abate Gilles Deric, uno storico bretone del XVIII secolo, il santuario era dedicato a Beleno, il dio gallico del Sole (Mons vel tumba Beleni, ossia "Monte o tomba di Beleno"). Il SALVATORE, il nostro DIFENSORE, è dentro di noi.
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