La Germania abbandona il nucleare: la decisione - anticipata nelle settimane scorse - è stata formalizzata nel corso di un vertice della coalizione di governo che si è svolto nella notte tra domenica e lunedì. Tutti gli impianti verranno chiusi entro il 2022, molti - tranne tre che resteranno in funzione per eventuali crisi energetiche - nel 2021. I leader dei partiti si sono riuniti nell'ufficio del cancelliere Angela Merkel a Berlino per mettere a punto l'accordo sulla chiusura degli impianti e l'intesa è arrivata al termine di una sessione fiume durata 12 ore che ha visto la partecipazione dei leader dei partiti della coalizione (Cdu, Csu e Fdp) ma in cui sono stati coinvolti anche quelli dei Socialdemocratici e dei Verdi. Oggi, lunedì, verrà divulgato il contenuto del rapporto consegnato sabato dalla commissione etica al governo, in cui si raccomanda la chiusura degli impianti entro dieci anni, con la sospensione immediata del funzionamento di otto impianti e progressiva degli altri nove.
"PUNTARE SU RINNOVABILI" - "Dobbiamo seguire una nuova strada", ha spiegato Angela Merle, spiegando la decisione. "Servono vasti sforzi - ha proseguito - per promuovere le energie rinnovabili, il miglioramento dell'efficienza e la revisione della rete elettrica". La Germania sarà così la prima potenza industriale a rinunciare all'energia nucleare, e la decisione è il frutto delle riflessioni del governo tedesco che hanno seguito il disastro nucleare di Fukushima, che ha provocate forti proteste contro l'energia atomica in tutto il Paese. Oggi, l'atomo garantisce il 22% del fabbisogno di elettricità tedesco.
IL PIANO - Secondo quanto rivelato dall'agenzia Reuters, per il futuro la germania prevede un mix di azioni che prevedono risparmio energetico fino al 10% entro il 2020; il coinvolgimento delle industrie energivore; l'adeguamento delle abitazioni; il raddoppio della quota di energie prodotte da fonti rinnovabili entro il 2020; la riduzione delle emissioni di gas serra del 40% sempre entro il 2020.
CONTESTAZIONI - L'ultima delle proteste andate in scena in Germania risale a ieri, domenica, quando decine di attivisti di Greenpeace si erano arrampicati sulla Porta di Brandeburgo a Berlino, chiedendo lo stop del nucleare: "Ogni giorno di energia nucleare è uno di troppo", questo lo striscione srotolato. Sabato, invece, migliaia di persone, in diverse città, avevano manifestato contro l'atomo.
VERONESI CONTRO LA DECISIONE - "La decisione tedesca è influenzata dall'ondata di panico per il disastro di Fukushima ed è stata fatta per il terrore di perdere voti. E' una decisione legata a un evento specifico che non deriva da alcuna valutazione razionale sul tema". Così Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per la Sicurezza sul nucleare.
Fonte
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