Tratto in salvo l'equipaggio, corsa contro il tempo per evitare che le 6mila tonnellate del carico finiscano in mare
ROMA (8 ottobre) - Una nave cisterna carica di 6.000 tonnellate di solventi, la YN Uranus battente bandiera maltese e in rotta da Porto Marghera ad Amsterdam, rischia di affondare a 160 km dalle coste della Bretagna, 50 miglia a sud dell'isola di Ouessant, dopo essersi scontrata con un mercantile di 191 metri battente bandiera panamense, lo Hanjin Richzad.
Un rimorchiatore ha agganciato la Uranus, che misura 120 metri ed è stata costruita nel 2008 con il sistema del doppio scafo, mentre altri mezzi di soccorso hanno preso a pompare via l'acqua imbarcata, nel tentativo di stabilizzare la situazione ed evitare la catastrofe ambientale. Per il momento non ci sono notizie di inquinamento delle acque della Manica.
L'equipaggio, 13 persone, è stato tratto in salvo da un elicottero e portato in una base militare a sud di Brest. Un solo componente è rimasto leggermente ferito durante le operazioni di salvataggio.
Il trafficatissimo tratto di mare al largo della Bretagna è stato già segnato da due catastrofi ecologiche: nel 1978 l'affondamento della superpetroliera Amoco Cadiz, che riversò in mare 230mila tonnellate di greggio, e nel 1999 quello della Erika, che aveva a bordo 30mila tonnelalte di carburanti.
Fonte:Il Messaggero
ROMA (8 ottobre) - Una nave cisterna carica di 6.000 tonnellate di solventi, la YN Uranus battente bandiera maltese e in rotta da Porto Marghera ad Amsterdam, rischia di affondare a 160 km dalle coste della Bretagna, 50 miglia a sud dell'isola di Ouessant, dopo essersi scontrata con un mercantile di 191 metri battente bandiera panamense, lo Hanjin Richzad.
Un rimorchiatore ha agganciato la Uranus, che misura 120 metri ed è stata costruita nel 2008 con il sistema del doppio scafo, mentre altri mezzi di soccorso hanno preso a pompare via l'acqua imbarcata, nel tentativo di stabilizzare la situazione ed evitare la catastrofe ambientale. Per il momento non ci sono notizie di inquinamento delle acque della Manica.
L'equipaggio, 13 persone, è stato tratto in salvo da un elicottero e portato in una base militare a sud di Brest. Un solo componente è rimasto leggermente ferito durante le operazioni di salvataggio.
Il trafficatissimo tratto di mare al largo della Bretagna è stato già segnato da due catastrofi ecologiche: nel 1978 l'affondamento della superpetroliera Amoco Cadiz, che riversò in mare 230mila tonnellate di greggio, e nel 1999 quello della Erika, che aveva a bordo 30mila tonnelalte di carburanti.
Fonte:Il Messaggero
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