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    Messaggio  Patrizia Gio Dic 09, 2010 4:17 pm



    GLI ANTICHI ARIANI ERANO ALIENI?
    Questo articolo apparve per la prima volta sulla BBS Wild&Hot nel 1995; diviso in quattro parti e a firma di “James Kirk”, appare adesso qui, per la prima volta, su Internet; le note sono state aggiunte in questa occasione (2008).

    Elementi, interrogativi e speculazioni intorno all’ipotesi di un’origine extraterrestre dei Popoli indoeuropei.
    di Fabio Siciliano

    PARTE PRIMA:
    UNA RAZZA EXTRATERRESTRE?

    Chi siamo davvero noi ARIANI? E da dove veniamo?

    Siamo forse una delle varie Razze umane evolutesi in modo naturale su questo Pianeta, pur sviluppando caratteri somatici così singolari e vari che ci differenziano così nettamente dalle altri Genti della Terra?

    O siamo forse i DISCENDENTI DI ANTICHISSIMI COLONIZZATORI ALIENI che, giunti sulla Terra in epoche remotissime, finirono poi per autodistruggersi con tutta la loro progreditissima civiltà tecnologica a causa di un immane conflitto bellico, condannando così gli scampati a quel terribile olocausto atomico, nostri antenati, a ricominciare da zero il lungo cammino fino a noi in un mondo ostile e primitivo?

    Questa serie d’inquietanti – ed affascinanti – interrogativi è tutt’altro che azzardata e priva di fondamenti. Se facciamo riferimento alle più antiche tradizioni, miti, leggende e religioni che costituiscono il più antico retaggio di praticamente TUTTI i Popoli della Terra, scopriamo che gli indizi a riguardo sono incredibilmente numerosi e coerenti.

    Tali culture riferiscono, nel quadro d’insieme che contribuiscono a tracciare, circa il fatto che, in una remota antichità, GLI DEI NON SOLO CREARONO L’UOMO SU QUESTO PIANETA MA VISSERO CON ESSO SULLA TERRA PER UN LUNGO PERIODO, insegnandogli i fondamenti della civilizzazione, fino al giorno in cui tali DEI vennero a conflitto fra loro annientandosi reciprocamente e “spezzando” così i legami fra Cielo e Terra.

    Questi DEI avevano aspetto decisamente umano e, più precisamente, ariano, ovvero europeo. Erano DEI DALLA PELLE CHIARA, creatori dell’Uomo a loro immagine e somiglianza e portatori di civiltà, sovente dagli occhi e dai capelli chiari anche presso popoli che, all’epoca in cui avevano elaborato le loro credenze, avrebbero incontrato per la prima volta gli esploratori europei addirittura diversi millenni dopo. Ma vediamo qualche esempio.

    I MASAI del Kenya raccontano di un popolo celeste d’immortali chiaro di pelle, i cui discendenti scesero sulla Terra.

    Le leggende africane circa DIVINITÀ BIANCHE VENUTE DAL CIELO sono assai numerose in tutto il continente.

    È assai nota, ad esempio, la leggenda circa LA DEA BIONDA, discesa dalle stelle, che avrebbe regnato, in tempi immemorabili, sull’antico ZIMBABWE, nell’Africa australe. Una leggenda simile si riferisce perfino ad un regno remotissimo dell’attuale SAHARA, quando ancora il deserto praticamente non esisteva e fiumi ed una ricca vegetazione ricoprivano la vasta regione.

    Uno dei misteri più spinosi riguarda i DOGON del MALI, un popolo nero che vive abbarbicato sulle scogliere desertiche del Bandiagara. La loro storia e la loro cultura fu oggetto di un’indagine quanto mai approfondita condotta nel secondo dopoguerra dagli etnologi francesi Griaule e Dieterlen e ripresa con sorprendenti risultati dall’orientalista americano Robert K. G. Temple [1].

    I Dogon hanno ereditato parte della cultura dei GARAMANTI, un popolo berbero del Nordafrica il cui regno sahariano fu annientato in due fasi successive dai Romani e quindi dagli Arabi. I Garamanti rappresentavano gli ultimi depositari dei misteri religiosi che erano stati dapprima dei SUMERI e quindi degli EGIZI.

    Esuli sotto la spinta della pressione islamica, tribù garamanti migrarono nell’Africa sub-sahariana mescolandosi alle popolazioni sudanesi del Mali, trasmettendo a quelle genti le loro credenze, sopravvissute fino ad oggi nonostante l’espansione mussulmana.

    I Dogon non sono mussulmani, ma credono fermamente che i signori e creatori dell’Universo abbiano la loro residenza su un pianeta della stella SIRIO e che siano giunti sulla Terra diversi millenni fa, insegnando all’Uomo tutte le arti, la musica, la medicina e l’agricoltura.

    Chiamano tali dei “i NOMMO”, messaggeri del dio supremo AMMA, termine legato non solo al dio egizio Amon-Ammone, ma in origine perfino all’espressione sanscrita “Aum” dell’India e al nostro “Amen” odierno, per non dire che nella stessa dottrina islamica l’insieme dei fedeli viene indicato con il termine di “Umma”, ovvero di “Comunità”…

    “Umma” come… “Impero Galattico”?

    Sirio aveva un’importanza centrale in tutta la Cultura egizia: era la stella legata al mito di Iside e Osiride e presso Sirio era collocato il “TUATH”, l’aldilà, ovvero la dimora degli dei.

    I Dogon sono depositari di sconvolgenti conoscenze cosmologiche: conoscono da secoli i Satelliti di Marte, i quattro maggiori di Giove e gli Anelli di Saturno, tutte caratteristiche assolutamente invisibili ad occhio nudo e per le quali sono necessari strumenti ottici che prima di Galileo non erano disponibili neppure in Europa.

    Sanno ad esempio che le Stelle, nell’Universo, sono per lo più organizzate in immense spirali, quelle che noi chiamiamo Galassie: un modello del Cosmo che da noi è divenuto dato acquisito solo all’inizio del ‘900.

    Ma, cosa assai più sconvolgente, i Dogon asseriscono di conoscere alla perfezione il Sistema di Sirio: secondo loro Sirio è in realtà un sistema di tre stelle; ad occhio nudo se ne scorge solo una, la più luminosa dopo il nostro Sole, ma poi ve ne sarebbe una seconda, “morta” e costituita da una massa dalla densità straordinaria e infine una terza, la meno luminosa, intorno alla quale ruoterebbe “Emme-Ya”, il “pianeta delle donne”, la patria degli dei; e non solo: i Dogon aggiungono che la seconda stella ruoterebbe intorno alla prima in un periodo di cinquant’anni e da secoli ne sanno disegnare l’orbita, la cui ELLISSE costituisce, assieme al “kanaga”, cioè la SVASTICA, il motivo base di tutta la loro architettura.

    Ora, occorre notare che tali conoscenze, secondo i Dogon, furono loro trasmesse direttamente dai SIRENIDI, ovvero dai Nommo. E qui occorre notare che, per quanto la cosa possa sembrare assurda, gran parte delle loro asserzioni sono state verificate con enorme precisione.

    Che SIRIO “A” avesse una stella compagna, SIRIO “B”, venne ipotizzato solo verso la metà del secolo scorso, ma la certezza giunse soltanto nel 1970, quando fu possibile fotografarla. E non finisce qui. Sirio B è davvero una stella “morta” nel senso che si tratta di una “NANA BIANCA”, cioè di un astro che ha raggiunto lo stesso stadio finale cui giungerà il nostro Sole fra circa 5 miliardi di anni: quando il Sole avrà esaurito l’idrogeno inizierà a “bruciare” elio e diverrà una “gigante rossa”, gonfiandosi fino al punto d’ingoiare la Terra e di lambire Marte; comunque troppo poco massiccio per esplodere in “supernova” per poi finire i suoi giorni come “pulsar” o come “buco nero”, il Sole, una volta esaurita anche la sua scorta di elio, collasserà fino a raggiungere dimensioni comparabili a quelle del nostro pianeta, raffreddandosi sempre di più nell’arco di milioni di anni e perdendo via via luminosità fino a estinguersi del tutto; durante quel lungo processo sarà divenuto una “nana bianca”, la cui materia risulterà compressa al punto tale che 30 centimetri cubi verrebbero a pesare la bellezza di 2.000 tonnellate… Questo elemento, la straordinaria densità della materia delle nane bianche e quindi di Sirio “B” o di “Po-Tolo” come la chiamano loro, costituisce per i Dogon un punto sul quale la loro scienza religiosa pone un enorme accento. COME SI FA A DUBITARE CHE ABBIANO DAVVERO RICEVUTO SIMILI INFORMAZIONI DA CHI DAVVERO LE POSSEDEVA IN QUANTO “NOTIZIE DI CASA PROPRIA”? Ed ancora: non solo i diagrammi orbitali dei Dogon circa Sirio A e B corrispondono a quelli effettivamente tracciati dai nostri computer moderni, ma perfino il fatto del periodo di rivoluzione di 50 anni corrisponde alla perfezione. Vi è poi il discorso della terza stella; a tutt’oggi i nostri astronomi non l’anno ancora accertato, per quanto alcuni calcoli matematici ne prevedano l’esistenza e vi siano state addirittura delle osservazioni, negli anni ‘20-’30, che ne confermerebbero la presenza.

    Per non dire poi del CONCETTO DELLE ORBITE COME ELLISSI: per chiunque non avesse dimestichezza con la meccanica celeste di Keplero non avrebbe alcun senso immaginare un’orbita come un’ellissi; assai più semplice immaginare delle orbite perfettamente circolari. E invece no: i Dogon insistono sul fatto che le orbite sono proprio delle ellissi e che gli astri si trovano sempre in uno dei due fuochi, pur senza saperne spiegare le basi matematiche e fisiche…

    Ma l’elenco non termina qui. Come ho detto, i Dogon non sono mussulmani, e quando sostano a pregare gli dei non si orientano ad Est, verso la Mecca, ma A NORD: perché a Nord, oltre la “Terra della Volpe”, ovvero il Deserto del Sahara, sanno esistere l’Europa, la “Terra degli Uomini Albini”. E, fatto notevole, quando a seguito della guerra che scoppiò fra gli dei di Sirio il collegamento fra Sirio e la Terra s’interruppe, i Nommo lasciarono parte di loro sulla Terra, lasciando cioè gli “Uomini Albini”… cioè noi [2].

    Ma andiamo avanti con qualche altro esempio.

    Continua...

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