Libri unici, manoscritti segreti e impubblicabili, scritti e illustrati spesso per anni con perizia maniacale, questi cinque esempi di 'libri segreti dell'Io' sono accomunati da uno stesso tacito accordo: il libro non deve essere pubblicato. Per anni sulle pagine manoscritte di questi scrittori 'postumi' si è posato solo lo sguardo dell'autore stesso, o di qualche privilegiato conoscente.
"THE VICTORIAN BLOOD BOOK"
Questo raro e curioso libro vittoriano di autore ignoto è un assemblaggio di vari collages, con commenti a margine e ritocchi fatti con inchiostro rosso. Molti di questi collages contengono riproduzioni delle opere di William Blake. I motivi principali riguardano la Natura (uccelli, animali e soprattutto serpenti) e il Cristianesimo (immagini della croce, scene bibliche, e crociati). L'abilità di esecuzione è notevole, e l'adesione dei decoupages è quasi perfetta. Il libro porta un'iscrizione di un certo John Bingley Garland a sua figlia Amy datata Primo Settembre, 1854. L'ipotesi più accreditata è che si tratti di un regalo di nozze del padre alla propria figlia.
"LE CERCLE AMOUREUX"
La storia dei Diari di Henry Legrand è quella di un grande delirio, una passione mistica che l'autore ha voluto rendere più sacra affidando a una lingua misteriosa il segreto del suo resoconto e a pochi iniziati la possibilità di conoscerlo. Legrand nasce a Saint-Just-des-Marais nel 1814 e ben presto si trasferisce a Parigi, dove nel 1874 viene internato in un ospedale psichiatrico con la diagnosi di 'demenza accompagnata a una generale paralisi'. Morirà due anni più tardi, nell'ospedale psichiatrico di Limoges, lasciando un'ingombrante e criptica eredità con cui passare alla storia: 45 volumi illustrati, più di 15.000 pagine di diario scritte in una lingua sconosciuta, cui affida il segreto della sua esistenza.
"I REGNI DELL'IRREALE"
Henry Darger (Chicago, 12 aprile 1892 -- Chicago, 13 aprile 1973) è stato uno scrittore e illustratore statunitense, che lavorò come custode nell'area di Chicago, Illinois.
La sua opera più famosa è un manoscritto fantastico di oltre 15000 pagine chiamato The story of the Vivian girls, in What is known as the Realms of the Unreal, of the Glandeco-Angelinnian War Storm, Caused by the Child Slave Rebellion reintitolato in tempi recenti semplicemente The Realms of Unreal.
L'imponente opera è costellata da centinaia di illustrazioni ad acquarello. Il manoscritto è stato ritrovato dopo la morte di Darger da un suo vicino di casa. A causa della sua vita ritirata, lontana non solo da qualsiasi movimento artistico ma dal mondo reale, Darger è considerato uno dei maggiori esempi di Outsider art.
"THE RED BOOK"
Dopo una serie di visioni talmente realistiche e premonitrici da indurlo forse a ricercarne un senso con la scrittura, Carl Gustav Jung aveva iniziato ad annotare ciò che accadeva dentro di sè, registrandone le conseguenze, analizzando il processo e la nascita di nuovi pensieri.
Sono forse questi aspetti visionari che costituiscono le più importanti documentazioni di immaginazione attiva junghiana, ad aver indotto i suoi eredi ad un assoluto riserbo sul contenuto del Libro rosso di Jung. Forse il timore che uno dei pilastri fondatori della psicoanalisi venisse ridicolizzato, contestato o considerato una specie di schizofrenico.
In realtà le registrazioni accurate del Libro rosso di Jung sono un vero e proprio esempio di "sub-personalità" e Sè psichici in azione, a cui non viene negata la possibilità di esprimersi, che sono incoraggiati ad emergere e "parlare". Veri e propri personaggi di sogni e visioni, sempre più definiti con i quali Jung dialogava, che analizzava amplificandone l'energia, allo scopo di sperimentare, formulare nuovi concetti psicologici e ricercarne l'origine archetipica.
Tutto questo questo materiale fu trascritto in caratteri gotici da Jung stesso su un tomo rilegato in pelle rossa, e ornato da fregi, capoversi decorati e disegni sul modello dei manoscritti medioevali: questo divenne il Libro rosso di Jung.
"IL LIBRO DEI SOGNI"
Il cosiddetto Libro dei sogni sono due libri mastri di diverso formato in cui Federico Fellini, sollecitato dall'analista junghiano Ernst Bernhard (1896 -- 1965), annotò e illustrò sull'arco di trent'anni le proprie fantasie notturne. Molto prima di avventurarsi nell'universo onirico con gli strumenti conoscitivi suggeriti da Berhnard, Fellini era consapevole dell'importanza dei sogni. Agli amici chiedeva spesso che cosa avevano sognato e li incitava a non disperdere quello che definiva "il lavoro notturno", importante almeno quanto ciò che si pensa e si fa da svegli. Avendo sperimentato che la memoria del sogno regge pochi minuti, il regista teneva sul comodino un notes dove appuntava visioni ed emozioni appena sveglio".
Gio Mar 22, 2012 10:10 pm Da Filippo Bongiovanni
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